Venezuela, una filosofa di 80 anni la nuova speranza dell’opposizione per la sfida a Maduro

C’è un nome nuovo per la sfida a Nicolás Maduro alle prossime elezioni presidenziali venezuelane fissate per il 28 luglio. Si chiama Corina Yoris, ha 80 anni, filosofa e docente universitaria. Non è un nome di comodo, nonostante l’età e la sua scarsa esperienza politica. Su di lei sono confluite tutte le componenti della Piattaforma unitaria, il raggruppamento dei partiti dell’opposizione spesso rissosi e divisi. A proporlo è stata Maria Corina Machado, uscita vincitrice con il 90 per cento dei voti alle primarie che si sono tenute il 23 ottobre scorso e alle quali hanno partecipato oltre 2 milioni di persone.

La nota leader della destra, da sempre ostica avversaria del regime, alla fine ha dovuto mollare perché esclusa, con un decreto giudiziario da molti visto come strumentale, dalla competizione. La scelta di Yoris è stata accolta con entusiasmo dall’opposizione convinta di potersi misurare nel confronto con Maduro. Lo stesso delfino di Chávez guarda con un certo timore alla nuova candidata perché su di lei potrebbero convergere i voti espressi nei confronti di Machado che tutti i sondaggi indicano al 60 per cento. Sono tre volte di più di quelli attribuiti a Maduro il cui consenso è crollato negli ultimi anni. Fermare anche questa figura è diventato un imperativo del regime che attraverso il Consiglio Elettorale Nazionale, dominato dai chavisti, sta già opponendo una serie di ostacoli burocratici e amministrativi.

“Allerto i venezuelani e il mondo”, ha dichiarato Maria Corina Machado, “della manovra in corso per impedire la registrazione nel Consiglio Elettorale della candidata di tutta l’unità democratica”. Immediata la replica di Elvis Amoroso, presidente dello stesso Consiglio. “Le autorità devono verificare a livello statale se i candidati soddisfino i requisiti, se hanno in corso qualche tipo di processo giudiziario. Non si tratta di togliere i diritti a nessuno, come è stato affermato. I diritti possono essere esercitati ma ci sono alcune restrizioni come in qualsiasi parte del mondo”. La discussione all’interno del Consiglio resta comunque tesa. Tra i sette componenti ci sono due indicati dall’opposizione. Sono in minoranza ma fanno pesare il loro voto sulle decisioni da prendere.

È una corsa contro il tempo perché stasera si chiudono i tempi per le iscrizioni dei candidati alle liste elettorali. L’opposizione denuncia ritardi nell’accettazione delle password, e quindi l’accesso al sistema elettorale, dei partiti già ammessi, come un Nuevo Tiempo. I tecnici elettorali rispondono in modo generico, prendono tempo, puntano sull’esclusione perché i tempi di registrazione non sono stati rispettati. Il sottile e costate boicottaggio finisce per produrre nuove spaccature tra l’opposizione. C’è ancora divisione tra chi è deciso a denunciare la farsa delle elezioni e chi invece punta, comunque, a partecipare per far valere un voto di dissenso finora sfarinato in mille rivoli. Partiti come Azione Democratica, Alianza Lápiz, Cambiemos e Avanzada Progresista, si propongono come “terza via” di fronte agli eccessi e gli errori delle “due parti”. Nicolás Maduro tira dritto tranquillo. Come candidato del Partito Socialista Unitario del Venezuela non avrà certo problemi a iscriversi oggi stesso nel registro elettorale. E’ deciso a vincere e per farlo sbaraglia chiunque gli intralci la strada.