Doveva essere una domenica storica per l’India, la nazione pi� popolosa al mondo, la quinta economia pi� grande a livello globale, quella in pi� rapida (anche se diseguale) crescita, il punto di riferimento dei Paesi in via di sviluppo, tanto da ospitare a settembre il G20 e far atterrare prima di tutti un rover sul polo Sud della luna. Una super potenza insomma, che finalmente avrebbe potuto fare la voce grossa anche nello sport, dove invece un ruolo di primo piano non l’ha mai avuto. Non ha mai ospitato le Olimpiadi, nella sua storia ha vinto s� e no una trentina di medaglie, come l’Irlanda e meno dell’Estonia.
L’India perde la finale del Mondiale di cricket: una sconfitta anche per Narendra Modi
Domenica, davanti a 130mila spettatori, l’India ha perso la finalissima del Mondiale di cricket che ha ospitato contro l’Australia. Un dramma sportivo per il miliardo e mezzo di appassionati, ma anche un problema politico per il suo primo ministro Narendra Modi


Ci ha provato, senza successo, col calcio, ingaggiando e nominando come suo ambasciatore Del Piero. Era il 2014, dopo dieci anni l’interesse � del tutto scemato. Nelle competizioni professionistiche non ha mai saputo rispecchiare la sua potenza culturale, demografica ed economica. In nessuna di queste, eccezione fatta per il cricket, il secondo sport pi� seguito sul pianeta con oltre 2 miliardi di appassionati, una specie di religione da quelle parti da 200 anni, capace di unire oltre un miliardo e 400 milioni di persone in un Paese talmente vasto e complesso da non avere neanche una lingua ufficiale.
Almeno l’80% dell’intero giro di affari generato dal cricket nel mondo proviene dall’India, il cui campionato nazionale istituito nel 2008 — la Indian Premier League — attira ogni anno i migliori giocatori stranieri. Il valore medio delle 10 squadre che la compongono si aggira sul miliardo di dollari e la lega ha venduto i diritti tv delle prossime 5 stagioni per circa sei miliardi. Tuttavia il dominio indiano sul gioco non si � tradotto in ripetuti successi internazionali: l’India ha vinto solo due Mondiali in 48 anni, l’ultimo nel 2011. L’Australia, la pi� titolata al mondo, � a quota sei. L’ultimo trionfo l’ha ottenuto proprio domenica, battendo i rivali in casa loro, davanti a oltre 130mila tifosi che hanno riempito il Narendra Modi Stadium forti dei 10 incontri dominati prima della finale.

C’� chi si � fatto 3000 km senza il biglietto per entrare, le compagnie aeree hanno dovuto aggiungere voli, i prezzi delle camere d’albergo sono aumentati dalle 5 alle 10 volte, le celebrit� di Bollywood atterravano senza sosta con i loro charter, a ogni fermata della metropolitana intere famiglie vestite di blu si facevano strada fra i vagoni. Tutti pazzi per �la Nazionale degli invincibili�, che non aveva mostrato punti deboli. Alla fine, per�, l’India ha perso. Ha avuto il suo Maracanazo . I fuochi d’artificio iniziali, le esibizioni dei cantanti e la coreografia degli aerei militari hanno lasciato il posto a un silenzio surreale, tanto che era possibile sentire perfino l’applauso di un singolo tifoso australiano.

Yadav, un indiano di 35 anni, � morto d’infarto subito dopo la sconfitta: �Era diventato teso e ansioso — hanno raccontato gli amici — quando poi l’Australia si � avvicinata alla vittoria, ha iniziato ad accusare dolore al petto ed � crollato a terra�. Insomma, una tragedia. Quella di un intero Paese, quella soprattutto del primo ministro Narendra Modi, che vedeva nel trionfo mondiale lo strumento di propaganda migliore possibile per strappare il terzo mandato alle elezioni del prossimo aprile e che invece si � trovato costretto a premiare l’Australia in uno stadio svuotatosi in tempi record.
Gi� prima dell’inizio del torneo il Guardian lo aveva descritto come �una campagna elettorale aggressiva lunga sei settimane�. Proprio per l’enorme impatto che il cricket ha sulla popolazione indiana, infatti, il governo � stato molto coinvolto nell’organizzazione del Mondiale. Modi, seguendo l’esempio di altri leader populisti, si � dimostrato determinato a sfruttare lo sport a scopo politico, per questo la prima e l’ultima partita del torneo si sono giocate nello stadio a lui dedicato, il pi� grande impianto del mondo per il cricket, cos� da far passare il messaggio che la Nazionale indiana non appartiene al Paese ma rappresenta il suo partito. Le elezioni di aprile, d’altronde, si presentano come le pi� importanti di sempre: l’India � davanti a un bivio, continuare nella spirale discendente verso il bigottismo e l’autoritarmismo, oppure tornare alla ricca tradizione pluralistica del suo passato.

Un rapporto della Georgetown University ha rilevato che nell’India di Modi, in una scala che determina gli indicatori che rivelano se � in atto un genocidio, si � raggiunto l’ottava fase su dieci, con indicatori della nona, cio� lo sterminio, sempre pi� evidenti. I musulmani temono per il loro futuro, le loro case vengono demolite, a molti � stata tolta la cittadinanza, qualche settimana fa un imam � stato ucciso in un agguato di un gruppo di estrema destra all’interno di una moschea alla periferia di Nuova Delhi. Nel Gujarat i musulmani che protestavano per la demolizione di un santuario islamico sono stati fustigati pubblicamente, mentre alcuni sono stati arrestati con l’accusa di sostenere la squadra di cricket pakistana. Da maggio i nazionalisti ind� hanno poi ucciso oltre 100 cristiani nel Manipur nord-orientale, distruggendo chiese e sfollando 50mila persone. Modi ha portato avanti un regime sempre pi� violento, fatto di censura e persecuzione per atti come la preghiera, il consumo di carne bovina e il matrimonio: �Nonostante il risultato, siamo campioni�, ha titolato all’indomani della sconfitta di domenica l’Hindustan Times. Ma, purtroppo per gli Indiani e per Modi, la finalissima l’ha vinta l’Australia.
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24 novembre 2023 (modifica il 24 novembre 2023 | 12:25)
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