La sorte della ragazza simbolo e gli appelli della madre malata. La speranza svanita di Nira

di Alessandra Muglia

La moglie di Yossi si era mobilitata fino all’utimo

La sorte della ragazza simbolo e gli appelli della madre malata. La speranza svanita di Nira

La speranza � durata meno di 24 ore: Noa, Itay e Yossi erano vivi e imploravano aiuto in quelle drammatiche immagini rilasciate domenica da Hamas. Ieri il nuovo macabro video che mostrava i due uomini morti e Noa costretta a raccontare la loro tragica fine.

Noa Argamani, la ragazza del rave dai lunghi capelli neri, � ancora una volta simbolo della tragedia. Aveva scioccato il mondo il filmato rilasciato subito dopo il sequestro dove urlava �non uccidetemi� mentre veniva portata via a forza dai miliziani su una moto, strappata dalle braccia del fidanzato, anche lui fatto prigioniero in quel sabato di festa e musica. Il rapimento di questa 26enne, al secondo anno alla Ben Gurion University, ha commosso il mondo anche per la mobilitazione dei genitori: le lacrime del pap� che proprio da quelle immagini aveva appreso del sequestro della figlia; gli accorati appelli di mamma Liora, signora di origine cinese malata terminale di cancro. In lotta contro il tempo e contro un destino avverso, Liora � apparsa sulla Cnn e si era rivolta pure a Biden, a chiedere come regalo di Natale di poter riabbracciare la sua unica figlia prima di chiudere gli occhi per sempre. A novembre era anche stata filmata mentre salutava la ragazza per l’ultima volta.

La storia di Noa quel maledetto 7 ottobre si � intrecciata a quella di Itay Svirski, 38 anni, che viveva a Tel Aviv ma era nato e cresciuto a Beeri con tre fratelli. Single, per tutti era �lo zio� per la tenerezza che riservava ai nipoti e ai figli degli amici. Era tornato nel suo kibbutz a inizio ottobre per festeggiare Sukkot, la �festa delle capanne�, con la mamma Orit e il pap� Rafi, cancellati dalla furia di Hamas. Quel sabato, durante l’attacco, i genitori si erano rifugiati nella stanza blindata, nascondendosi sotto delle coperte, ma sono stati scovati e freddati insieme ai loro cani, tre golden retriever. All’inizio Itay era stato dato per disperso, poi il suo nome era apparso tra i rapiti.

Anche Yossi Sharabi era di Beeri. Anche lui, 53enne, rapito in casa sua, insieme al fratello Eli di due anni pi� giovane, e a Ofir Engel, il fidanzato diciottenne di sua figlia Yuval. Tutti e tre erano stati presi da Hamas e spinti su macchina nera sotto gli occhi terrorizzati della moglie di Yossi, Nira, e delle sue tre figlie.

Poi i loro destini si sono separati: il ragazzo � stato rilasciato il 29 novembre . Destini separati anche per le famiglie dei due fratelli rapiti: la moglie e le figlie di Eli sono tra gli almeno 130 abitanti del kibbutz massacrati quella giornata dai miliziani, mentre la famiglia di Yossi � riuscita a mettersi in salvo. La moglie Nira aveva fatto diversi appelli: �La vita si � fermata a met�, non so quando torneranno, spero solo che lo facciano�, diceva indossando una maglietta con stampati i volti del marito e del cognato. Speranza svanita.


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15 gennaio 2024 (modifica il 15 gennaio 2024 | 23:27)

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