Chiara Ferragni, accordo con l’Antitrust: paga 1,2 milioni per il caso delle uova di Pasqua

Accordo tra le società di Chiara Ferragni e l’Antitrust per chiudere il caso delle uova “griffate Ferragni” della Pasqua 2021 e 2022, filone che si era aperto dopo il Pandoro-gate e le accuse di avere ingannato i consumatori sulle cause benefiche legate all’acquisto dei dolci.

La nota influencer – attraverso le sue Fenice e Tbs Crew – verserà 1,2 milioni di euro a “I Bambini delle Fate” nel corso di un triennio, cui si sommano 100mila euro da parte di Cerealitalia, la società dei “Dolci Preziosi”.

Ad annunciare l’intesa è la stessa Antitrust.

La rinuncia al ricorso sul Pandoro

Un passo che segue quanto emerso alla vigilia e cioè la volontà di Ferragni di rinunciare al ricorso contro la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato per il Pandoro-gate e di pagare quindi la relativa multa da un milione di euro: mossa ufficializzata con il deposito, ieri al Tar del Lazio, della rinuncia al ricorso che era stato presentato lo scorso febbraio contro le sanzioni comminate alle sue società Fenice e Tbs Crew. Le due società erano state multate rispettivamente per 400mila e per 675mila euro per aver pubblicizzato il pandoro griffato Chiara Ferragni lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing.

L’intesa sulle uova di Pasqua

Oggi, il passo anche sul fronte dei dolci pasquali. L’Agcm ricorda in una nota che si è chiusa l’istruttoria aperta lo scorso gennaio sulla diffusione delle comunicazioni commerciali che pubblicizzavano le uova di Ferragni. Procedimento che era stato avviato nei confronti di Fenice, Tbs Crew e Sisterhood (titolari dei marchi e dei diritti dell’influencer) e di Cerealitalia Industrie Dolciarie, cui fa capo il marchio “Dolci Preziosi”.

Alla vendita delle uova era stata associata un’iniziativa benefica a favore dell’impresa sociale “I Bambini delle Fate”, che si occupa di ragazzi affetti da autismo e altre disabilità. E l’Autorità ha voluto verificare se ciò potesse indurre il pubblico a credere che l’acquisto di quelle uova avrebbe contribuito a sostenere economicamente “I Bambini delle Fate”.

"Tutte le società parti del procedimento hanno presentato impegni che sono stati valutati positivamente e resi vincolanti nei loro confronti dall’Antitrust – spiega l’Autorità guidata dal presidente Rustichelli – L’impegno più rilevante prevede che siano devoluti a “I Bambini delle Fate”, nell’arco di tre esercizi finanziari, almeno 1,3 milioni (ovvero il 5% dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1,2 milioni per il triennio, da parte delle società Fenice e TBS; 100.000 euro da parte di Cerealitalia). Si tratta di una misura idonea a ristorare i consumatori che, acquistando il prodotto, volevano fornire un contributo economico a “I Bambini delle Fate””.

Nel dettaglio, le due società operative di Chiara Ferragni (Sisterhood è ad oggi una “holding”) verseranno ciascuna e per tre esercizi (2024, 2025 e 2026) il 5% degli utili distribuibili registrati a bilancio, con un minimo garantito cumulativo per entrambe le società di 400mila euro per annualità. Una somma che – rimarca l’Authority, supera i corrispettivi ottenuti dalle stesse società di Ferragni per quelle campagne pubblicitarie.

L’impegno a esser trasparenti

Oltre alla questione economica, le aziende di Chiara Ferragni hanno anche preso l’impegno “a separare in modo netto e permanente le attività con finalità commerciali (promozione e vendita di prodotti e/o servizi) da quelle con finalità benefiche, in modo da eliminare alla base ogni rischio di diffondere comunicazioni commerciali non corrette sull’eventuale contributo che i consumatori possono fornire a iniziative benefiche tramite l’acquisto di prodotti o servizi”.

Nel dettaglio, si apprende dalle carte dell’Antitrust, le società si sono impegnate:

  • a “rinunciare, in via definitiva, a realizzare iniziative commerciali che presentino al contempo una componente benefica”;
  • ad adottare un codice di condotta da recepire nel Modello 231 di Fenice e Tbs, affidandone la messa in pratica all’Organismo di vigilanza e con attività di formazione del personale che si occupa delle campagne commerciali;
  • a dedicare una sezione dei siti di Ferragni – chiaraferragnibrand.com e theblondesalad.com – a illustrare le iniziative benefiche avviate e rendicontare i loro risultati.

Secondo gli sceriffi del mercato e dei consumatori questi impegni impediranno in futuro “ogni possibile commistione/ sovrapposizione tra attività commerciali ed attività benefiche, eliminando così, in radice, il rischio di diffusione di comunicazioni commerciali potenzialmente ingannevoli per i consumatori”.

L’Autorità assicura infine che “verificherà la piena e corretta attuazione degli impegni da parte delle società, e in caso di inottemperanza, oltre a riaprire il procedimento, potrà applicare una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10.000.000 euro nonché, qualora l’inottemperanza sia reiterata, disporre la sospensione dell’attività di impresa per un periodo non superiore a trenta giorni”.