Boom di trapianti e donazioni di organi: ma 3 italiani su 10 dicono no

di Ruggiero Corcella

Il 2023 ha fatto registrare i migliori risultati in assoluto e il maggiore incremento dell’ultimo decennio. Lo certificano i dati preliminari del Centro nazionale trapianti

Trapianti e donazioni di organi: è boom. Ma 3 italiani su 10 dicono ancora di no

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Se il buongiorno si era gi� visto nel 2022, l’anno scorso donazioni e trapianti di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche in Italia hanno fatto registrare un record assoluto. �Lo possiamo dire con una certa soddisfazione e un po’ di orgoglio — chiosa Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti — , perch� sono risultati davvero importanti: si tratta del miglior risultato in assoluto, ma anche del maggior incremento degli ultimi anni�.

Parliamo di 4.462 trapianti di organi, il 15% in pi� rispetto al 2022 (3.876 trapianti) con un aumento consistente per cuore (+46,2%), polmone (+33,8%), fegato (+14,7%), rene (+10,4%, per� cala dello 0,3% quello da donatore vivente) e pancreas (5,3%). In aumento anche la donazione (14.912, + 21%) e il trapianto (24.949, +16,7%) di tessuti. I dati sono stati presentati oggi dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e dal direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo in apertura degli Stati generali della Rete trapianti, che riunisce a Roma fino a venerd� oltre 400 operatori da tutta Italia.

Cos� abbiamo anche toccato il record storico dei 28, 2 donatori per milione di popolazione. Ancora ben lontani dalla Spagna, saldamente in testa alla classifica non solo europea ma mondiale con 48,9 donatori per milione di popolazione. Certo. Ma la Spagna � riuscita a costruire un modello organizzativo straordinario gi� dagli anni ‘80, che � diventato un benchmark a livello mondiale .

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)
Le ragioni del successo

Quali sono stati i fattori pi� importanti che hanno contribuito non solo alla stabilizzazione di un risultato che gi� era stato buono l’anno scorso, ma ad un superamento?

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)

�Il principale � un elemento di ordine organizzativo e ce lo dicono i numeri: il dato pi� significativo � l’aumento delle segnalazioni dei potenziali donatori, quindi vuol dire che gli ospedali stanno sempre pi� migliorando la capacit� di identificare i soggetti deceduti che possono essere potenziali donatori — risponde Cardillo —. Questo � sostanzialmente il frutto del lavoro dei coordinamenti ospedalieri della donazione e dei professionisti delle Terapie intensive, ma ricordiamo che intorno alla donazione degli organi collaborano anche tanti sanitari di altre discipline, che devono essere formati, motivati e coordinati. Mi piace pensare che questo sia anche il frutto del lavoro fatto in questi anni con il Programma nazionale delle donazioni di organi che il CNT ha messo a punto gi� nel 2018. Nel Piano erano contenute molte mirate a sostenere i coordinamenti ospedalieri e nel tempo molte regioni si sono adeguate, procedendo al recepimento del Piano ed alla realizzazione sul campo delle misure in esso contenute�, aggiunge.

�Il 2020 � stato l’anno della pandemia Covid che ha rallentato il processo di crescita delle donazioni, perch� il personale delle Terapie intensive era stato in larga parte dedicato a sostenere l’impatto dell’emergenza pandemica. Superata questa delicata fase, il percorso si � rimesso in moto, grazie anche al grande lavoro degli operatori sanitari�.

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)
Le diverse tipologie di donazione: il �salto in avanti� dei Dcd

Un grande passo avanti anche riguardo alla tipologia di donazione: com’� andata? �L’incremento c’� stato soprattutto, anzi direi esclusivamente nella donazione da soggetto deceduto, perch� invece i donatori viventi invece non sono aumentati in modo significativo. Per quanto riguarda i primi, ci sono due tipologie di donazione (QUI si spiega come viene accertata la morte di una persona): quella che avviene dopo il decesso accertato con un criterio neurologico (per un danno cerebrale) e quella accertata con un criterio cardiocircolatorio (per un arresto cardiaco prolungato) . Le diverse modalit� di accertamento comportano diverse complessit� tecniche, per cui in Italia il programma di donazione da soggetto deceduto con accertamento cardiocircolatorio ( o Dcd, ndr) � partito pi� tardi rispetto ad altri Paesi, perch� da noi vige un criterio molto garantista nell’accertamento di morte, ed � pi� lungo il periodo di arresto cardiaco che serve a certificare la morte�, sottolinea il direttore del Cnt.

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)

�I 20 minuti che sono previsti dalla legge per definire la morte, accertata con arresto cardiaco, sono un tempo che in passato veniva ritenuto troppo lungo per mantenere una buona funzione degli organi in quanto l’arresto del cuore determina un danno anche a livello degli organi che poi devono essere trapiantati. In questi anni, i nostri centri hanno messo a punto tecniche che consentono di superare queste criticit�, come i sistemi di perfusione degli organi : con queste tecnologie, gli organi vengono ossigenati e “nutriti” in modo tale che non subiscano danni legati all’assenza di circolazione sanguigna; in questo modo, � possibile valutare la funzione degli organi prima del trapianto, ma in alcuni casi anche migliorarla�.

�La messa a punto di queste tecniche ha consentito lo sviluppo del programma di donazione a cuore fermo, che invece per molti anni non era stato significativo e quest’anno siamo arrivati a trapiantare pi� di 400 organi da questa tipologia di donatori, quindi quasi il 10% dell’attivit� di trapianto � stata ottenuta grazie a organi da donatori a cuore fermo. Con questa procedura � perci� possibile utilizzare organi che in passato venivano considerati non trapiantabili, con risultati che sono del tutto sovrapponibili a quelli che otteniamo col trapianto da donatore deceduto con accertamento neurologico�.

I trapianti derivati da questo tipo di donatori sono aumentati esponenzialmente: siamo passati dai 100 del 2018 ai 221 del 2022 per arrivare nel 2023 a ben 438 trapianti grazie agli organi prelevati da DCD. A partire dal maggio scorso � partito il programma di prelievo DCD anche del cuore, un’attivit� finora presente solo in Gran Bretagna e Spagna dove per� (come nel resto del mondo) il tempo di arresto cardiaco necessario per constatare il decesso � di 5 minuti contro i 20 previsti dalla legge italiana.

Ben 6 centri a livello nazionale (a partire da Padova, il primo) hanno realizzato finora 13 prelievi e trapianti di cuore DCD. L’utilizzo con successo di organi cardiaci che complessivamente affrontano anche oltre 40 minuti di “ischemia calda” � al momento un primato di livello mondiale. Un risultato cos� significativo � dovuto alle aumentate capacit� dei professionisti nell’utilizzo delle tecnologie di perfusione degli organi (un settore che sta vivendo un importante sviluppo) e al lavoro di formazione e organizzazione portato avanti sul territorio per strutturare equipe sanitarie in grado di gestire efficientemente questo tipo di prelievi ad elevata complessit�.

I dati regionali: il Centrosud (ancora) insegue

Tornando alla donazione di organi, se si guarda l’attivit� suddivisa nelle 21 Regioni e Province, l’Italia si conferma per l’ennesima volta �a due velocit�: perch�? �� vero, purtroppo questa � una delle note dolenti — ammette Cardillo —. In termini generali, il sistema donazione-trapianto continua a crescere ma questa crescita non � uniforme e permangono grandi disomogeneit� tra le regioni italiane, per quanto quest’anno in alcune regioni del Centrosud ci sono stati sensibili segnali di ripresa. E questo lascia ben sperare per il futuro. Queste disomogeneit� non sono principalmente legate ad un problema di sensibilit� della popolazione, quanto alle problematiche di tipo organizzativo delle quali abbiamo parlato in precedenza, legate all’attuazione del Piano nazionale delle donazioni�.

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)
Lo �zoccolo duro� di chi si oppone alla donazione e al trapianto

Nonostante i numeri esaltanti e i grandi passi in avanti, nel nostro Paese permane uno �zoccolo duro� di persone che della donazione di organi e del trapianto non ne vogliono proprio sapere. �Come diciamo sempre, il sistema di donazione e trapianto si regge su due gambe: una � l’organizzazione degli ospedali; la seconda, la comunicazione con i cittadini. Perch� il trapianto � una cura che pu� essere erogata solo se alla base c’� una volont� del cittadino di donare. E purtroppo, rispetto all’aumento delle segnalazioni che � stato davvero importante, non abbiamo avuto un corrispondente miglioramento nelle opposizioni che sono stabili intorno al 30%. Su questo non si riesce ad incidere�.

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)

Abbiamo ormai raccolto quasi 18 milioni di dichiarazioni dei cittadini in vita, quindi oggi possiamo dire che un italiano su tre ha gi� dichiarato la sua volont�, che quindi deve essere rispettata. Lo sviluppo delle dichiarazioni in vita, auspicato dalla legge 91/99, rispetto al passato, ha modificato il paradigma della comunicazione sulla donazione: se un tempo il colloquio in rianimazione tra i professionisti sanitari ed i familiari del potenziale donatore era la chiave per la raccolta del consenso, oggi � la manifestazione di volont� rilasciata in vita a rivestire maggiore importanza, date le 18 milioni di dichiarazioni registrate. Questo significa che, accanto ai programmi di formazione rivolti ai professionisti sanitari e mirati a migliorare la relazione di aiuto ai familiari del potenziale donatore, � necessario sviluppare anche programmi di comunicazione rivolti alla popolazione generale, affinch� le persone facciano una scelta informata e consapevole quando sono in vita�.

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)
I motivi del �no� a donazione e trapianto

Perch� allora oltre 5milioni di italiani si oppongono ad un gesto, quello della donazione, capace di cambiare le sorti di una persona che senza un trapianto potrebbe anche morire? �Abbiamo su questo abbiamo analizzato i dati. Intanto ve ne � uno importante, che ci dice che le opposizioni aumentano con l’avanzare dell’et� — dice Cardillo —. Le percentuali di opposizione sono pi� alte nelle fasce pi� anziane della popolazione; i giovani sono pi� attenti, pi� generosi, forse anche pi� informati. Non abbiamo avviato delle indagini specifiche su questo specifico aspetto, ma possiamo ritenere che in molti casi alla base del “no” c’� l’errata convinzione di molti che gli anziani non possano essere donatori, in quanto dopo una certa et� gli organi non sono pi� idonei al trapianto. Nulla di pi� falso�.

�Quindi informare anche su questo aspetto, cio� che non ci sono limiti di et� per la donazione, potrebbe gi� contribuire a ridurre le opposizioni tra gli over 70 e 80. E poi, in termini pi� generali, tra le principali ragioni delle opposizioni ci sono la diffidenza verso il sistema sanitario nel suo complesso, la paura che gli organi possano essere prelevati quando una persona non � ancora deceduta, oppure che i medici non curino in modo appropriato e adeguato una persona se questa ha dichiarato il suo consenso alla donazione: sono tutti falsi miti, spesso anche alimentati da comunicazioni distorte che arrivano da fonti inaffidabili, come spesso accade anche per altre tipologie di bufale che non si riesce a scardinare�.

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Donazione e trapianto 2023 di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche (Cnt)
Tessuti e midollo, anche qui miglior risultato di sempre

L’aumento record delle donazioni ha avuto un impatto enorme anche sull’attivit� dei tessuti: abbiamo avuto 14.912 prelievi (+21%) e 24.949 trapianti (+16,7%), con forti aumenti sia sulle cornee che sul tessuto muscolo-scheletrico. Anno da primato anche per le cellule staminali emopoietiche: nel 2023 in Italia di sono state 399 donazioni di midollo osseo (+21,3%) e ben 1.023 trapianti (+6,5%). Continua a consolidarsi anche la tendenza a preferire il prelievo delle cellule da sangue periferico, una modalit� pochissimo invasiva (molto simile a una donazione di sangue) che ormai riguarda oltre il 90% delle donazioni.

Molto bene anche le iscrizioni al registro donatori IBMDR: sono stati 29.396 i 18-25enni nuovi reclutati, che hanno portato l’elenco dei possibili donatori attivi quasi a quota mezzo milione (496.754).


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24 gennaio 2024 (modifica il 24 gennaio 2024 | 13:37)

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