Violenza di genere, sempre più giovani vittime e autori. Il 10% degli stupri di gruppo ai danni di bambine sotto i 13 anni

No, purtroppo quel “patologico senso del possesso” che sta dietro tanti femminicidi e atti di violenza di genere contro le donne non è un retaggio del passato. Lo conferma l’età delle vittime, ma soprattutto l’età degli autori, sempre più giovani.

Sono “dati elevatissimi” quelli a cui fa riferimento l’ultimo report su giovani e violenza di genere del Servizio analisi della direzione centrale polizia criminale diretto da Stefano Delfini presentato questa mattina.

In aumento le violenze di gruppo su bambine

Le vittime innanzitutto: sono le giovani sotto i 35 anni a subire due violenze sessuali su tre, la stessa percentuale di violenze di gruppo e la diffusione di immagini sessualmente esplicite. Ma a fare particolarmente impressione è l’aumento esponenziale di violenze di gruppo ai danni di bambine sotto i 13 anni, balzate negli ultimi cinque anni dal 4 al 10 %.

A commettere questi reati sono per lo più ragazzi giovani se non giovanissimi, autori soprattutto di violenze sessuali di gruppo: il 65 % ha meno di 35 anni e di questi uno su quattro è addirittura minorenne.

”La violenza di genere – è l’analisi della Polizia criminale – non può essere superficialmente liquidata come un retaggio del passato che si va a superare con un ricambio generazionale. C’è dunque una necessità di porre attenzione alle nuove generazioni”.

La maggioranza delle vittime ha meno di 35 anni

Se il numero dei femminicidi resta altalenante ma in linea con quello degli ultimi anni, a colpire anche qui è l’abbassamento dell’età delle vittime, la maggioranza si pone tra i 18 e i 34 anni, e gli autori, sempre tutti individuati, sono sempre in ambito familiare affettivo. Alla base – si legge nel report del Servizio analisi criminale – “quel patologico senso del possesso che esclude la possibilità di autodeterminazione: bambine, ragazze, giovani donne cui viene impedito di vivere e realizzarsi”.

Effetto Cecchettin: raddoppiano le chiamate di aiuto al 1522

I dati consolidati confermano poi l’effetto che, nell’ultimo trimestre del 2023, ha avuto l’enorme partecipazione del Paese al femminicidio della giovane Giulia Cecchettin. Le chiamate al numero di emergenza dedicato della presidenza del Consiglio, il 1522, sono aumentate dell 116%: 1024 le denunce di violenza subite contro le 489 dello stesso periodo dell’anno precedente, quintuplicate ( 6.473 contro 1.292) le richieste di informazione. Più in generale nel 2023 le richieste di aiuto al 1522 sono state 51.000 contro le 21.000 del 2019. Un numero, il 1522, utilizzato all’89% da donne maggiorenni e italiane.

Resta un consistente numero di violenze sommerse che le donne, soprattutto le minorenni e le straniere, non trovano ancora la forza di denunciare.