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Energia nucleare: è tempo per l’Italia di tornare a essere concreta e (competitiva)
Competitività del Paese. Produttività. Ogni volta che se ne parla, sembra di buttare la palla in tribuna. Purtroppo, non è così. Anzi, è l’incapacità di un approccio sistemico che inizia a evidenziarsi come il principale problema italiano. Si pensi all’energia. È alla base del motore economico, senza di essa un Paese non cammina. Ma a tutt’oggi si fa fatica a capire quale possa essere il mix di fonti dalle quali il nostro Paese vuole trarre, appunto, l’energia necessaria. È da lì che si deve partire per capire, ad esempio, se pensiamo a un ritorno al nucleare o meno. Non che una singola scelta possa essere la soluzione totale e finale. Le rinnovabili da sole non possono assicurare la sicurezza energetica. E nemmeno il nucleare. I piccoli reattori di cui si parla arrivano a produrre 300 Megawatt. Per avere un termine di paragone, nel vecchio piano energetico nazionale si puntava ad installare impianti di produzione da fonti rinnovabili per 8 giga (8 mila megawatt) all’anno (nel 2023 ne sono stati installati 6).