Hong Kong processa Jimmy Lai, l’editore democratico che non si è arreso

di Guido Santevecchi

Luned� alla sbarra, rischia l’ergastolo per violazione della sicurezza cinese. Taglia su cinque giovani fuggiti all’estero

 Hong Kong processa Jimmy Lai, l’editore democratico che non si è arreso

Jimmy Lai fotografato la scorsa estate nel carcere di Hong Kong dove � chiuso da tre anni: trascorre 23 ore in isolamento e ha diritto a 50 minuti all’aria ogni giorno (Ap)

Ha compiuto in carcere 76 anni l’8 dicembre Jimmy Lai, l’editore democratico di Hong Kong arrestato nel 2020 per aver sostenuto il movimento di opposizione con il suo giornale Apple Daily e per aver partecipato ai grandi cortei popolari del 2019. Luned� torner� alla sbarra, questa volta accusato di aver violato la Legge di sicurezza nazionale cinese: un’imputazione che prevede l’ergastolo in caso di condanna.

Il caso di Jimmy Lai riassume la storia di Hong Kong e ne racconta il dramma: nato in Cina nel 1947 da una famiglia di possidenti terrieri del Guangdong punita dal nuovo governo comunista, era fuggito da ragazzo nella colonia britannica per lasciarsi alle spalle il pauperismo eretto a sistema di governo da Mao. Negli Anni 70 apr� un’industria tessile e impose anche sul mercato cinese il suo marchio di abbigliamento economico ma vicino alla moda occidentale.

Era gi� milionario nel 1989, quando il massacro di Piazza Tienanmen lo spinse in politica. Scrisse un articolo su una rivista hongkonghese nel quale definiva il primo ministro cinese Li Peng �un figlio di puttana�. Con quella scelta di campo, il suo futuro come industriale che faceva affari anche nella Repubblica popolare era segnato. Jimmy Lai decise di dedicarsi solo alla stampa e fond� Apple Daily, giornale democratico diventato capofila di un piccolo impero editoriale.

Il resto della storia � recente: le grandi manifestazioni per difendere le libert� speciali di Hong Kong, dal 2014 al 2019, con i giornali di Lai che raccontavano la mobilitazione dei giovani e l’editore che sfilava pacificamente in prima fila, con gli anziani. Gli scontri, la Legge di sicurezza cinese imposta nell’estate 2020, la retata intimidatoria condotta da duecento poliziotti nella redazione del suo giornale, l’arresto di Jimmy Lai, portato via in manette davanti alle telecamere.

Nel 2021 la pietra tombale su Apple Daily, costretto a cessare le pubblicazioni per il congelamento dei fondi. Da tre anni Jimmy Lai � in carcere. Le condizioni nel vecchio carcere coloniale di massima sicurezza di Stanley sono dure: l’anziano detenuto � in isolamento per 23 ore al giorno, ha diritto a soli 50 minuti all’aria aperta, in un piccolo cortile circondato dal filo spinato. La scorsa estate un fotoreporter dell’Associated Press � riuscito a scattare alcune immagini: Lai appare dimagrito, ma ha sempre la schiena dritta, accanto ai secondini.

� stato c ondannato una prima volta a venti mesi per �manifestazione non autorizzata�. Scontata quella pena, le autorit� hanno trovato un’altra imputazione, questa volta commerciale: il subaffitto di un locale, una questione ridicola sollevata solo per tenerlo in cella mentre veniva istruito il processo per violazione della nuova Legge di sicurezza cinese, che potrebbe portarlo all’ergastolo con l’accusa di �collusione con forze straniere e sedizione�. Ma per un uomo di 76 anni, gi� la condanna a cinque anni e nove mesi per il subaffitto � quasi una sentenza a vita.

Luned� 18 dicembre comincia il giudizio finale. Contrariamente alla consuetudine giudiziaria di Hong Kong, a Jimmy Lai � stata negata la libert� su cauzione, rifiutato anche il patrocinio da parte di un avvocato britannico, niente giuria popolare, il governo ha scelto i tre giudici del processo. �Parlare di giustizia in queste condizioni � una farsa, tutti sanno che si tratter� di un processo-spettacolo�, dice Sebastien Lai, uno dei figli dell’editore, che vive all’estero. Jimmy Lai ha passaporto britannico, perch� non ha lasciato Hong Kong quando era ancora in tempo?

Sebastien ha spiegato al Corriere: �A mio padre piace definirsi un troublemaker, un piantagrane che � pronto ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Lui � nato in Cina ed � emigrato a Hong Kong tanti anni fa, crede che la citt� gli abbia dato tanto e non ha voluto tradirla. Ha detto che se fosse andato via avrebbe fatto perdere al movimento democratico parte della sua integrit�. Non � una questione di faccia, ma personale, interiore�.

Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha appena ricevuto il figlio dell’editore a Londra. Niente pi� che un gesto di solidariet� per un prigioniero che � un suddito di Sua Maest� britannica. Ma � bastato il breve colloquio concesso al giovane Lai per suscitare l’ira cinese: �Jimmy Lai � un noto elemento anti-cinese, una pedina nelle manovre e interferenze straniere che ora dovr� rendere conto delle sue azioni criminali�.

Alla vigilia dell’apertura del processo a Jimmy Lai, che dovrebbe durare tre mesi, suona come un ammonimento cinese alla comunit� internazionale anche l’ultimo annuncio di una taglia da un milione di dollari hongkonghesi sulla testa di cinque attivisti del fronte democratico rifugiati in Occidente. �Hanno venduto il loro Paese (la Cina, ndr) e Hong Kong e per questo saranno perseguiti fino alla fine�, ha detto il capo del Dipartimento sicurezza nazionale del territorio.

Lo scorso luglio era stata messa una taglia anche su altri otto giovani oppositori auto-esiliati. Il Chief Executive di Hong Kong, l’ex capo della polizia John Lee, ha detto che �l’unico modo per porre fine al loro destino di latitanti, quindi perseguitati per tutta la vita, � di arrendersi, altrimenti consumeranno i loro giorni nella paura�. I fuggiaschi sono stati accolti nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Londra e Washington hanno risposto all’annuncio delle taglie definendolo �uno sfacciato disprezzo per le norme internazionali e un atto intimidatorio che non sar� tollerato�.


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15 dicembre 2023 (modifica il 15 dicembre 2023 | 11:23)

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