La direttiva Ue che penalizza le merci su rotaia: 10 milioni di camion in più sulle strade

La premessa: nel trasporto merci il segmento stradale è quello che presenta maggiori costi per la collettività, rileva uno studio dell’università Bocconi di Milano. Per le spese derivanti da pedaggi autostradali e per le accise gravanti sul carburante. Sulle direttrici verso l’Austria e la Francia il traffico su gomma (tir e autorimorchi) resta la principale modalità di trasporto, con pesanti danni ambientali per il consumo di anidride carbonica derivanti dagli scarichi delle vetture. 

La scelta della Svizzera

La Svizzera ha invece deciso il contingentamento dei tir privilegiando il traffico su rotaia sviluppando l’infrastruttura nei principali valichi di collegamento con l’Italia ed altri Paesi. Con l’apertura del tunnel Monte Ceneri e con il Corridoio 4 20 metri questa quota di shift modale è destinata ad aumentare.

Il peso dell’Est Europa

Il sistema di trasporto su gomma dominante in Italia penalizza la nostra economia a causa dell’alto livello di esternalizzazione del servizio ad imprese dell’est Europa. Ciò significa, rileva lo stesso studio, un deficit di 3,2 miliardi per la nostra bilancia dei pagamenti internazionali ed elevato dumping sociale per i nostri autotrasportatori. Le imprese di autotrasporto italiane e francese hanno la quota di mercato relativa più bassa in assoluto negli scambi intra-Ue. Lo shift modale verso ferrovia permetterebbe un allungamento della catena del valore negli interscambi.

La direttiva europea

Eppure neanche l’Europa è consapevole di quello che sta avvenendo. Le principali imprese ferroviarie europee hanno fatto il punto sugli impatti negativi della recente Direttiva EU “Pesi e Dimensioni” dedicata al trasporto merci su strada, in corso di valutazione da parte del Parlamento Europeo. «La direttiva UE porterà sulle strade europee oltre 10 milioni di camion in più, per oltre 6,6 milioni di tonnellate ulteriori di CO2 rispetto ai livelli attuali», ha spiegato in una nota l’associazione delle imprese di settore. I top manager hanno evidenziato che, l'attuazione della proposta nella sua versione attuale, compromette gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal per l'Europa per il 2030 e porta una perdita significativa per tutte le imprese del settore.

L’impatto ambientale

Una delle principali preoccupazioni riguarda l’impatto ambientale e sociale dell'aumento del numero di camion in circolazione: come evidenziato, con l'aggiunta di oltre 10 milioni di camion, si prevede un aumento significativo delle emissioni di CO2, con una stima di oltre 6,6 milioni di tonnellate aggiuntive rispetto ai livelli attuali. Questo solleva una serie di interrogativi sulla sicurezza stradale, l'effetto sulle infrastrutture e al pesante carico finanziario che graverà sui contribuenti europei.

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6 marzo 2024 ( modifica il 6 marzo 2024 | 13:53)

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