Pronto soccorso in affanno tra medici “in fuga” e pazienti in attesa di ricovero. E potrebbero “esplodere” dopo Natale

di Maria Giovanna Faiella

L’allarme del presidente Simeu: �In aumento i pazienti anziani in arrivo col Covid�. Sul sovraffollamento nei Ps pesano le carenze di organico e gli accessi impropri. In un Ps su tre (soprattutto al Nord) le cooperative forniscono in media 60 turni al mese

Pronto soccorso in affanno tra medici “in fuga” e pazienti in attesa di ricovero. E potrebbero “esplodere” dopo Natale

Pronto soccorso sovraffollati con pazienti “parcheggiati” sulle barelle in attesa di un posto letto in reparto o in altre strutture; spesso si tratta di malati con pi� di tre patologie per i quali non � stato trovato un letto nel reparto “giusto”, ma in molti casi sono pazienti anziani che si rivolgono al Pronto soccorso per problematiche socio-assistenziali che potrebbero trovare una pi� adeguata soluzione fuori dall’ospedale. E poi: mancano circa quattromila medici nei Pronto soccorso, pari al 40 per cento del fabbisogno a livello nazionale, e continua la tendenza all’abbandono da parte dei medici che vi lavorano. Sono alcuni dati emersi da un’indagine dell’Osservatorio nazionale permanente di Simeu, Societ� italiana medicina di emergenza urgenza, su un campione di 137 strutture complesse MEU (Medicina emergenza urgenza) pari al 30 per cento di quelle presenti in Italia; i dati si riferiscono a un campione di accessi al Pronto Soccorso pari a pi� di 6 milioni, rappresentativi del 30 per cento dell’attivit� totale dei PS.

L’indagine

I dati analizzati dall’Osservatorio permanente di Simeu, presentati a Roma in occasione dell’Accademia dei direttori Simeu - meeting operativo tra i primari dei reparti ospedalieri e universitari di Medicina d’Emergenza Urgenza italiani - evidenziano da un lato la carenza cronica di organico nei Pronto soccorso italiani ma anche le principali caratteristiche - individuate dai direttori di struttura intervistati - dei pazienti che pi� frequentemente restano in boarding, cio� al Pronto soccorso in attesa di ricovero in reparto.

Medici “in fuga”

Nell’ultimo anno pi� di mille medici di emergenza-urgenza (1033) hanno lasciato i Pronto soccorso; di questi, sette su dieci si sono dimessi o sono andati in pensione o sono passati alla medicina generale o al privato, mentre tre su dieci sono stati trasferiti a un altro reparto ospedaliero. Negli ultimi 12 mesi sono entrati nei Pronto soccorso 567 nuovi medici, con un evidente squilibrio tra fuoriusciti e nuovi ingressi, pari al 45%, quindi solo il 55% viene sostituito. E continua la tendenza alla “fuga” dei medici dai Pronto soccorso, anche perch�, come segnala l’indagine Simeu, l’elevato contenzioso - un procedimento penale avviato ogni dodici medici - � un ulteriore elemento che non incoraggia a mantenere, o a intraprendere, la professione.
Un’insufficiente copertura dei turni necessari da parte del personale in organico, poi, genera difficolt� di gestione dei Pronto soccorso, anche perch�, come sottolineano i direttori delle strutture di emergenza-urgenza, le correzioni messe in atto producono una frammentazione estrema del personale all’interno dei Pronto soccorso. Per esempio, dall’indagine risulta che nel 54 per cento dei PS sono presenti contratti atipici (ogni medico � impegnato per una media di 4 turni al mese); in un Pronto soccorso su due operano dirigenti medici non dell’emergenza-urgenza ma provenienti da altri reparti dell’ospedale, in regime di prestazione aggiuntiva, per una media mensile di 3 turni; e ancora: in un Pronto soccorso su tre sono presenti cooperative che forniscono in media 60 turni al mese (soprattutto al Nord: 47 per cento, Centro: 19 per cento, Sud: 10 per cento). Commenta Fabio De Iaco, presidente Simeu: �Se si considera che un Pronto soccorso con un’attivit� medio bassa, non oltre i 30mila accessi l’anno, ha necessit� di almeno 300 turni mensili, ci si rende conto del contributo esiguo portato da queste soluzioni, quindi dell’estrema difficolt� di governo delle strutture�.

Pazienti con pi� patologie e problemi socio-assistenziali

L’indagine evidenzia un altro fenomeno legato agli accessi ai Pronto soccorso, il cosiddetto �boarding�, ovvero la “sosta” nella struttura di emergenza-urgenza, in molti casi in barella, in attesa di un posto letto in reparto. I direttori di struttura hanno individuato le principali caratteristiche dei pazienti che pi� di frequente restano in boarding; in particolare ,secondo nove intervistati su dieci si tratta di pazienti con problematiche socio-assistenziali, che potrebbero trovare una pi� adeguata soluzione fuori dagli ospedali; due direttori su tre segnalano che sono pazienti con pi� di 3 patologie e sono in Pronto soccorso perch� non � stato trovato un letto nel reparto pi� adeguato; sei direttori di Ps su dieci, infine,dicono che in molti casi si tratta di pazienti anziani con pi� di 80 anni senza una rete di supporto, per esempio la famiglia o l’assistenza domiciliare.

Accessi inappropriati al Ps e carenza di servizi sul territorio

Perch� un paziente, che non richiede un soccorso immediato per motivi di emergenza e urgenza, va comunque al Pronto soccorso?
Per esempio, spiega il dottor De Iaco: �L’ottantenne con pi� patologie e la febbre a 39 diventa un paziente delirante, dispnoico (fa fatica a respirare) con una serie di problematiche importanti, per cui finisce in Pronto soccorso. E l� rischia di aggravare la propria condizione perch� si trova in un ambiente ad altissima patologia anche contagiosa ma che, in molti casi, non pu� essere arginata nei Pronto soccorso come sono concepiti oggi gli spazi�. La soluzione? �Dare a questi pazienti alternative possibili di cura sul territorio, come l’assistenza a domicilio o in strutture territoriali, ma contemporaneamente occorre rendere i Pronto soccorso maggiormente efficienti - risponde il presidente Simeu -. Come? Sia attraverso un incremento degli organici, ma anche attraverso una profonda rivisitazione dell’architettura e degli spazi dei Pronto soccorso attuali. Ampliare gli spazi vuol dire anche aumentare la distanza tra i pazienti; oggi - denuncia il presidente Simeu - ci sono tanti Pronto soccorso in Italia in cui l’infermiere non passa tra un letto/barella e l’altro, se per esempio deve cambiare la flebo, quindi deve spostare le barelle per prestare cure anche urgenti�.

In aumento gli accessi in Ps di pazienti anziani con Covid

E la situazione rischia di esplodere con il prossimo picco dell’influenza stagionale. Riferisce il presidente di Simeu: �In questi giorni in diverse regioni stanno aumentando i pazienti con Covid fermi nei Pronto soccorso, che ovviamente vanno tenuti separati dagli altri. Ci aspettiamo un progressivo aggravamento della situazione nel prossimo mese che, probabilmente esploder� subito dopo Natale, sia per l’intensificarsi dei contatti sociali, sia per l’effetto combinato di influenza e Covid su una popolazione che si sta vaccinando poco�.

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17 novembre 2023 (modifica il 17 novembre 2023 | 13:12)

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