Sgomento e orgoglio, ora Bari si mobilita a difesa del sindaco Decaro: la maxi protesta in piazza contro l’ipotesi commissariamento

Una città sgomenta per il sospetto di mafia e una mobilitazione senza precedenti. Dopo lo shock si va nelle strade per dire no alle mafie ma anche ai blitz del governo. Antonio Decaro è sceso in piazza, a Roma, davanti ai 100mila del Circo Massimo, al fianco di don Luigi Ciotti. Il fondatore di Libera, nella giornata della memoria per le vittime di mafia, ha definito il sindaco di Bari un «galantuomo», dopo averlo stretto forte a sé. «Tocca a noi difendere gli onesti».

Il centrodestra è anche riuscito a rinsaldare le due anime del campo largo, Elly Schlein e Giuseppe Conte, che dietro al palco di Libera, hanno abbracciato il sindaco dei sindaci. «Un chiaro attacco politico», lo ha definito il leader dei pentastellati. E da destra sono pure riusciti ad abbattere la distanza tra la Capitale e Bari, nonostante i disagi ferroviari degli ultimi tempi: anche nel capoluogo che ha tremato per l’ipotesi commissariamento, è partito un moto di migliaia di cittadini che, tra rabbia e sgomento, sono decisi a difendere la città e il suo sindaco. E domani scenderanno pure loro in piazza. «Una comunità che ha temuto che il sogno di un nuovo rinascimento potesse essere interrotto dal fango — dicono — Una comunità ferita. Per questo ci mobilitiamo».

Ad alimentare quest’ardore ieri è stato proprio don Ciotti, molto duro sia a margine sia sul palco di Roma. «È la tua vita che parla», ha detto rivolgendosi a Decaro, dopo averlo abbracciato e aver marciato con lui in testa al corteo assieme al segretario della Cgil Maurizio Landini e al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. E non sono parole di circostanza. Più e più volte i due si sono incontrati a Bari. Come quando, per esempio, nel 2021 hanno inaugurato insieme un giardino dedicato a Giuseppe Mizzi, 38enne ucciso davanti alla sua abitazione per uno scambio di persona.

Don Ciotti non le manda a dire: «Ci siamo indignati per le modalità, nessuno può permetterselo. C’è un brutto clima nel Paese». E ancora: «Occhio alle speculazioni perché c’è sempre chi deve approfittare, cavalcare». Pensa che sia un attacco politico? «Ma certo, basta guardare come si sono mossi certi personaggi di paese. Ma parla la sua storia».

Mafia, Don Ciotti abbraccia il sindaco Decaro: "E' la tua vita che parla, siamo indignati"

Ed è la sua storia, per l’appunto, e la storia della Bari degli ultimi dieci anni — e dei vent’anni di centrosinistra — ad aver attivato quasi spontaneamente quel moto d’orgoglio, nato dallo sgomento per quello che la maggior parte dei baresi, in città, ha percepito come un attacco. Un danno gravissimo. «Tutto questo è negativo sul fronte dell’immagine — commenta per esempio il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana — Prima Bari era “scippolandia”, ora si può tranquillamente camminare nella città vecchia».

«Bari sta vivendo uno dei momenti migliori dal punto di vista economico — aggiunge l’economista Gianfranco Viesti — lo dice l’Istat. Ma oltre al danno qui c’è l’orgoglio, una reazione». Per dirne una, nel giro di due giorni sono state raccolte 800 firme per dire no all’ipotesi scioglimento del consiglio comunale e al contempo proteggere il voto di giugno. «Come quando lanci un sasso nell’acqua e i cerchi concentrici fanno un disegno armonioso», è la metafora usata da Enzo Lavarra, ex europarlamentare pd, tra i promotori.

Non hanno aderito solo uomini di partito, tutt’altro. Avvocati, ricercatori, pensionati, docenti, volontari, medici. Come il primario di Neonatologia Nicola Laforgia: «Perché la politica dev’essere servizio per gli altri, come il mio lavoro. Un fine e non un mezzo». Anche loro scenderanno in piazza domani in un sit-in al grido di “Giù le mani da Bari”. E corredato dall’hashtag “#iostocondecaro”.

Dopo che la Cgil ha condiviso la locandina sui social, è rimbalzata di cellulare in cellulare diventando virale. «Ma non siamo noi a organizzarlo: è una risposta naturale e democratica che sta avvenendo in città», spiega la segretaria regionale Gigia Bucci. Ci saranno anche gli studenti — «Siamo preoccupati per la tenuta democratica del paese», confessa il 25enne Gennaro Cifinelli — e l’Anpi: «Bari non se lo merita».