Musk mostra il primo paziente di Neuralink con il chip nel cervello: muove il cursore sul Pc con il pensiero
Il primo paziente, che si è ripreso completamente dopo l'operazione, è Noland Arbaugh. Paralizzato dalle spalle in giù, mostra come gioca a scacchi su un Pc muovendo il cursore con la mente

Si chiama Noland Arbaugh ed è rimasto compleatamente paralizzato dalle spalle in giù a causa di un incidente durante un tuffo otto anni fa. È lui il primo paziente di Neuralink, il primo essere umano a cui è stato impiantato il chip Telepathy nel cervello per potergli permettere di utilizzare dispositivi elettronici solo con la forza del pensiero. L'operazione, avvenuta a gennaio, è andata a buon fine, ed è stata «molto semplice, sono uscito dall'ospedale il giorno dopo», ha dichiarato lo stesso Noland in un video che ha pubblicato Neuralink e lo stesso proprietario e fondatore della società, Elon Musk, su X. Dieci minuti scarsi di riprese per mostrare al mondo - il post è stato visualizzato già oltre 45 milioni di volte - i progressi della prima sperimentazione umana di questo piccolissimo impianto composto da 64 fili, 1024 elettrodi e una batteria wireless che dovrebbe permettere a chi non ha più mobilità di tornare ad avere un'indipendenza perlomeno nell'interazione con smartphone e computer.
Giocare a scacchi e a Civilization
Noland Arbaugh ama gli scacchi. E dunque la prima dimostrazione registrata nel video è proprio una schermata del gioco degli scacchi su un Pc, dove i pedoni vengono mossi dallo stesso paziente attraverso il pensiero. Vediamo il cursore spostarsi sul display senza che nessuno sfiori con le dita il touchpad. «Come un mago!», sintetizza l'ingegnere di Starlink accanto a lui. «In pratica, è come pensare di usare la forza sul cursore e sono in grado di muoverlo quando voglio. Devo solo fissare qualcosa sullo schermo», aggiunge Noland. Non appena ha avuto pieno controllo del sistema, dice di essere rimasto sveglio fino alle 6 del mattino per giocare a Civilization VI, videogioco che non poteva più usare in autonomia e di cui era un grande appassionato prima dell'incidente. Poi racconta che sta imparando nuove lingue straniere, il giapponese e un po' di francese.
Un sistema ancora non perfetto
Noland ammette poi che il sistema non è ancora perfetto: «Abbiamo molto lavoro da fare, dobbiamo imparare ancora molto sul cervello e ci siamo trovati di fronte a dei problemi. Non voglio che le persone pensino che siamo alla fine del viaggio. Ma ha già cambiato la mia vita e voglio essere parte di qualcosa che sento che potrà cambiare il mondo. Non c'è niente di cui essere spaventati». Dieci minuti di video che danno una dimostrazione concreta di ciò a cui Neuralink sta lavorando dal 2016. Come avevamo spiegato qui, il chip Telepathy è composto da cinque elementi : una capsula più esterna (quella che contiene l'impianto e che viene installata nel cervello) "biocompatibile", una batteria che può essere caricata dall'esterno, i chip e la parte di elettronica che traducono i segnali cerebrali e li trasmettono ai dispositivi e, infine, i 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili ultrasottili che vengono collegati al cervello. Poi c'è l'operazione. Impiantare i fili di dimensioni microscopiche può essere fatto solo da un robot: ottiche ultrasensibili e un ago «più sottile di un capello» per "tessere" i circuiti nel cervello. L'impianto, poi, viene collegato a un'interfaccia fra l'uomo e la macchina che permette al paziente-utente di compiere delle azioni su uno schermo grazie al pensiero.