L’ex ambasciatrice all’Onu � in crescita nei sondaggi, anche se lontana dal suo vecchio capo (che ora l’attacca). In un discorso sulla Guerra Civile dimentica gli afro-americani
�Un’altra gaffe di Nimarata� hanno commentato, trionfanti, tv e giornali schierati con Donald Trump dopo che Nikki Haley — ambasciatrice all’Onu del suo governo e ora sua avversaria nella corsa alla Casa Bianca — l’ha fatta grossa parlando delle origini della Guerra civile americana dell’Ottocento senza citare lo schiavismo che ne fu la causa principale. Attaccata duramente, l’unica donna di peso del fronte repubblicano, gi� da tempo sotto il tiro degli altri candidati che hanno usato contro di lei anche argomenti sessisti, ha cercato di limitare i danni: �Sono una donna del Sud, volete che non lo sapessi? Certo che dipese dallo schiavismo, volevo andare oltre l’ovvio�.
L’attacco ai due ottantenni
In realt� l’incidente, durante un incontro con gli elettori in New Hampshire, � stato serio e danneggia l’immagine che Haley ha cercato di costruire: una candidata conservatrice come Trump ma pi� capace di lui, pi� eleggibile, con principi pi� sani. E pi� giovane. The Donald attacca spesso Biden, di tre anni pi� vecchio di lui, dandogli del rimbambito: ma lo spot televisivo di maggior successo di una campagna elettorale nella quale Nikki sta spendendo molto pi� di Ron DeSantis e dello stesso Trump, mette i leader dei due partiti sullo stesso piano: �Volete davvero due ottantenni alla guida del Paese?�.
Superato DeSantis
Partita dalle retrovie, Nikki Haley ha guadagnato terreno raggiungendo e, ormai, scavalcando quello che fino a qualche mese fa sembrava l’unico vero sfidante di Trump: il governatore della Florida Ron DeSantis. Al di l� dei sondaggi che la danno in crescita ma sempre lontana dall’ex presidente, la prova che lei � divenuta il suo avversario pi� pericoloso viene proprio dalla campagna dell’ex presidente che ha intensificato gli attacchi contro Nikki e ha cominciato a chiamarla col nome di battesimo, Nimarata, e il cognome che aveva prima di sposare Michael Haley, Randhawa, per sottolineare la sua origine straniera. Donna e pure indiana: questo il messaggio, neanche tanto subliminale, passato al cuore dell’elettorato conservatore, soprattutto bianco e non di rado con qualche tendenza maschilista.
Le radici indiane
In realt� Nikki � un’americana di origine indiana: nata negli Stati Uniti (altrimenti non potrebbe puntare alla Casa Bianca), � figlia di due emigrati del Punjab arrivati oltre mezzo secolo fa in South Carolina dove hanno insegnato per trent’anni in scuole e universit�, gestendo al tempo stesso un negozio di abiti esotici. Nikki, di religione sikh, si � convertita al cristianesimo quando ha sposato Michael, conosciuto sui banchi di scuola. Questa donna, oggi 51enne, si � inserita talmente bene nella societ� americana da riuscire, nel 2010, a farsi eleggere governatrice del South Carolina. Carica lasciata sei anni dopo quando Trump l’ha chiamata a far parte del suo governo: ambasciatrice all’Onu e membro del Consiglio per la Sicurezza nazionale.
Le accuse di opportunismo
I giudizi su di lei sono divergenti. Chi la critica la considera un’opportunista con pochi principi: durante la campagna del 2016 defin� antiamericano il candidato Trump per la sua minaccia di impedire l’ingresso negli Usa ai musulmani, ma una volta al governo difese la scelta del presidente di negare i visti ai cittadini di sette Paesi islamici. Oggi Haley attacca Trump per il suo scarso rispetto per le istituzioni e per gli alleati degli Stati Uniti, ma negli anni della sua presidenza non ha fatto nulla per frenarlo.
Per i maligni era scesa in campo solo per mettersi in mostra e farsi scegliere da Trump come vice: ha cominciato a picchiare duro solo quando ha capito che The Donald ha programmi diversi. Chi la appoggia (anche i miliardari Koch e molti finanziatori repubblicani alla ricerca di un’alternativa a Trump) vede in tutto ci� segni di pragmatismo, maturit� politica, capacit� di manovra.
Lontanissima
Ma la meta, per lei, resta lontanissima: In Iowa, dove si vota il 15 gennaio, ha circa il 20% dei consensi nei sondaggi contro il 50 di Trump. In New Hampshire (primarie il 23 gennaio) � salita al 26% (con Trump al 44). Qui potrebbe, se non vincere, emergere come un’alternativa credibile. Ma poi toccher� al South Carolina: � il suo Stato, ma proprio qui Trump ha lavorato duro accumulando il distacco maggiore dagli inseguitori.
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30 dicembre 2023 (modifica il 30 dicembre 2023 | 22:00)
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