Si mangia «male» se si è sotto pressione: più zuccheri e grassi quando siamo stressati

Il consumo di alimenti grassi in condizioni di stress mentale sembra ridurre la funzione endoteliale dell’1,74% esponendo a un rischio maggiore di eventi cardiovascolari. «In passato l’endotelio era considerato un semplice rivestimento monocellulare della parete dei vasi sanguigni che separava il sangue circolante dalla parete vascolare», spiega Roberto Pedretti, professore associato di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’università di Milano Bicocca, direttore del Dipartimento Cardiovascolare all’IRCSS MultiMedica di Sesto San Giovanni (Milano) e membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Europea di Cardiologia Preventiva. «In realtà le cellule endoteliali svolgono importanti funzioni, tanto che l’endotelio è ormai considerato un vero e proprio organo con un ruolo chiave nella regolazione del tono e della struttura vascolare. Se ben funzionante produce numerose sostanze vasodilatanti e vasocostrittrici ed è in grado di inibire o di attivare svariati meccanismi funzionali, come l’aggregazione piastrinica, con un’azione rilevante nella genesi dei processi trombotici e delle lesioni aterosclerotiche. Per questo un’alterazione della funzione endoteliale può non solo modificare il tono vascolare, ma anche svolgere un ruolo importante nell’origine del danno vascolare e quindi degli eventi cardiovascolari. Senza dimenticare che i dati epidemiologici dimostrano come lo stress cronico, quindi quello prolungato e persistente, predica l’insorgenza di malattia coronarica».