DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Le sirene d’allarme attivate in tutta Israele negli stessi minuti suonano la conferma, pi� delle parole di Benjamin Netanyahu. Il primo ministro convoca in sequenza il gabinetto di guerra ristretto, il consiglio di sicurezza e infine il governo, c’� da votare l’intesa con Hamas per il rilascio di 50 civili — 30 minori con 8 madri e altre 12 donne — in cambio di 4 giorni di pausa nei combattimenti. Come alla vigilia di ogni (ipotetico) cessate il fuoco tutti cercano di sparare per ultimi: i razzi lanciati da Gaza durante i vertici di Netanyahu, l’esercito che continua le manovre al nord della Striscia.
Ostaggi, Israele vota l’intesa. Netanyahu: «Difficile ma giusto»
Previsto il rilascio di 50 civili in 4 giorni di tregua, ma il totale potrebbe arrivare a 80. Nella lista dei liberati 30 minori con 8 madri e altre 12 donne in cambio di 150 detenuti palestinesi. Sulla scelta si spacca la destra

La mediazione
L’intesa — che � stata mediata dal Qatar assieme all’Egitto e agli Stati Uniti — prevederebbe la liberazione, forse gi� da domani, di 12-13 ostaggi al giorno, sarebbero tutti israeliani o con doppia nazionalit�. I fondamentalisti potrebbero decidere di lasciar andare anche gli stranieri portati via il 7 ottobre, numerosi thailandesi e nepalesi che lavoravano nei villaggi agricoli attorno alla Striscia. Il totale pu� arrivare a 80 persone su oltre 240 tenute dai terroristi , Hamas ha ammesso di dover recuperare alcuni sequestrati in mano ad altri gruppi. La Jihad Islamica ha annunciato ieri la morte di Hanna Katzir che era apparsa in un video diffuso dai carcerieri. La Croce Rossa potr� visitare i catturati rimasti indietro. �Accordo difficile ma giusto. Non ci fermeremo fino a quando torneranno tutti e fino alla eliminazione di Hamas�, dichiara Netanyahu.
Gli israeliani dovrebbero scarcerare 150 detenuti palestinesi (donne e minori) usando la formula �senza sangue sulle mani�, significa che non sono stati condannati per terrorismo.

L’opposizione
Le organizzazioni che riuniscono i famigliari delle vittime — ormai comprendono i parenti degli ammazzati e degli scampati durante i massacri di 46 giorni fa, 1.200 israeliani uccisi — si oppongono alla libert� per chi abbia partecipato ad attentati. I gruppi oltranzisti intendono presentare petizioni alla Corte Suprema per la maggior parte dei nomi nella lista.
I vertici militari e dell’intelligence hanno anche dato il via libera alla richiesta di tenere a terra i droni di sorveglianza per 6 ore al giorno (�abbiamo altre tecnologie per controllare i movimenti�, commentano) e di lasciare entrare una quantit� maggiore di carburante e aiuti per la durata del patto.
Gli abitanti palestinesi sfollati sotto Gaza City non potranno tornare alle loro case o a quel che ne resta. Alla fine della sospensione — che potrebbe allungarsi se gli jihadisti offrissero altre liberazioni — lo Stato Maggiore dar� l’ordine di riprendere l’offensiva, i morti palestinesi hanno superato i 14 mila. I servizi segreti sono consapevoli che Yahya Sinwar, il capo di Hamas, cercher� di rendere la tregua semi-permanente con proposte a goccia, per torturare le famiglie che ancora aspettano e spingerle a premere sul governo. �Non sosterremo l’allargamento delle incursioni israeliane a sud — dice John Kirby, portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale americano — senza un piano per proteggere i civili in quelle aree�, dove sono ammassati anche 1,7 milioni di rifugiati interni.
L’estrema destra
La coalizione di estrema destra si spacca sulla scelta. Gli ultr� messianici Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich sono contro l’accordo, minacciano di dimettersi, anche se Ben-Gvir, tra i leader dei coloni, proclama: �Restiamo come un muro per assicurarci che la guerra vada avanti fino alla distruzione di Hamas�. Netanyahu potrebbe cacciarli: con i deputati portati da Benny Gantz, che ha lasciato l’opposizione per la durata degli scontri, manterrebbe la maggioranza.
Gli analisti avvertono che lo stop a sud potrebbe spingere l’esercito a concentrarsi sul fronte nord: ieri un missile ha ucciso Khalil Kharaz, vicecomandante di Hamas in Libano, e un colpo di artiglieria ha ammazzato due giornalisti della televisione affiliata ad Hezbollah. Il gruppo sciita armato dall’Iran, che in queste settimane ha continuato ad attaccare le postazioni e le case israeliane sul confine, ha posto come linee rosse da non superare: gli omicidi mirati e l’uccisione di civili. Entrambe oltrepassate in un giorno.
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21 novembre 2023 (modifica il 21 novembre 2023 | 23:35)
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