Lucy Letby, l'infermiera killer di bambini al 15esimo ergastolo. Ma cresce l'esercito degli innocentisti: «Contro di lei accuse ridicole»

diLuigi Ippolito

L'ultimo ergastolo, all'infermiera trentenne della clinica neonatale di Chester (Inghilterra), è stato comminato il 5 luglio: è accusata anche di aver provato a uccidere almeno altri sette bambini

Il quindicesimo ergastolo glielo hanno comminato venerdì scorso: Lucy Letby, l’infermiera killer, è stata riconosciuta colpevole di aver ucciso in tutto sette bambini e di aver provato ad ammazzarne almeno altri sette nella clinica neonatale in cui lavorava a Chester, in Inghilterra. La prima condanna le era stata già inflitta l’anno scorso: ma l’altro giorno, fuori dall’aula, erano decine i sostenitori che si erano radunati per proclamare la sua innocenza, con una spilla a forma di farfalla gialla appuntata sul petto, la stessa che Lucy portava sul suo badge da infermiera.

Perché quello degli innocentisti è ormai un esercito, che si è allargato dai siti cospirativi su Internet ai più seri organi di informazione. Molti non riescono a credere che questa biondina trentenne dal sorriso gentile e dal volto d’angelo possa essere la peggiore serial killer di bambini della storia britannica: e si aggrappano al fatto che Lucy non ha mai confessato e che a suo carico non sia emersa alcuna prova materiale, solo indizi e circostanze.

Un filo di incredulità ha attraversato tutta la vicenda. L’infermiera «non sembra la tipica assassina», avevano commentato alla tv dopo la prima condanna; c’è un «vuoto» attorno a questo caso, aveva scritto il Daily Mail; e perfino la detective che aveva investigato sul caso aveva ammesso che «non c’è nulla di eccezionale o di terribile che abbiamo trovato riguardo a lei come persona».

Tutti dubbi che sono stati alimentati online, dove schiere di Sherlock Holmes da poltrona e auto-proclamati esperti da tutto il mondo hanno dato la stura a ogni possibile teoria cospirazionista. In loro soccorso, di recente, è arrivato un lunghissimo articolo del New Yorker, la rispettata rivista americana, che metteva in dubbio le conclusioni dei processi: e il fatto che il pezzo sia stato oscurato online in Inghilterra non ha fatto altro che rinfocolare le paranoie (in realtà, lì è semplicemente vietato scrivere di procedimenti in corso).

Ma adesso che la vicenda giudiziaria è giunta a conclusione, il Guardian è uscito stamattina con una dettagliata inchiesta nella quale, pur non sostenendo l’innocenza di Lucy Letby, mette in dubbio pezzo per pezzo tutto il castello di accuse. Il quotidiano britannico ha intervistato decine di esperti fra neonatologi, biochimici, microbiologi e avvocati, oltre a visionare email e documenti: e il risultato è tale da lasciare più di un dubbio sulla colpevolezza dell’infermiera.

Le prove mediche presentate a carico di Lucy sono definite «implausibili» e «inaccurate». L’infermiera avrebbe usato iniezioni di insulina o di aria per causare la morte dei bambini: ma gli esperti consultati dal Guardian bollano le ipotesi come «fantasiose» o «ridicole». Uno dei principali indizi è il fatto che Lucy fosse presente e in servizio quando le morti si verificavano: ma professori di matematica e statistica parlano di semplice coincidenza e non di prova.

Ciò che è certo è che in quell’ospedale si erano verificate una serie di decessi di bambini inspiegabili: e altrettanto reale è il disperato dolore dei genitori. Ma, come ha detto al Guardian il professor Joh Ashton, un ex direttore della sanità pubblica, «non c’è bisogno di un serial killer per spiegare ciò che è accaduto a Chester: i disastri – e questo era un disastro – generalmente accadono come risultato della convergenza di un certo numero di fattori. A Chester stiamo parlando di un fallimento sistemico: era un ospedale mal gestito, che aveva ambizioni al di là delle sue capacità, che aveva problemi di governance clinica e ambientali».

Insomma, potremmo essere di fronte a un caso estremo di malasanità che è stato coperto ricorrendo al capro espiatorio di una infermiera gentile. «No, non Lucy, non la carina Lucy!», era stata la reazione incredula dei colleghi quando l’infermiera era stata arrestata. Forse avevano ragione loro.

9 luglio 2024 ( modifica il 9 luglio 2024 | 13:04)

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