L'Europa vede un rallentamento del Pil italiano. E il debito cresce a 2.862,8 miliardi
di Redazione Economia
«Anche i più duri isolazionisti in Europa devono rendersi conto che ogni Paese in Europa è troppo piccolo da solo»: sono le parole di Mario Draghi durante il suo intervento a Washington DC, in occasione del conferimento del premio «Paul A. Volcker Lifetime Achievement» alla carriera nel contesto della 40th Annual Nabe Economic Policy Conference "Navigating Geopolitical Turbulence and Domestic Uncertainty". Per l'ex premier i sondaggi non rivelano, tuttavia, «cambiamenti radicali» nelle politiche dei Paesi europei.
di Redazione Economia
«Le transizioni che le nostre società stanno affrontando - siano esse dettate dalla nostra scelta di proteggere il clima, dalle minacce di autocrati nostalgici o dalla nostra indifferenza alle conseguenze sociali della globalizzazione - sono profonde. E le differenze tra gli esiti possibili non sono mai state così nette — avverte l'ex presidente del Consiglio —. Tuttavia, le persone conoscono nel profondo il valore della nostra democrazia e quel che essa ci ha dato negli ultimi ottant'anni. Vogliono preservarlo. Vogliono essere incluse e valorizzate al suo interno. Sta ai leader e ai responsabili delle decisioni politiche ascoltare, capire e agire insieme per progettare quello che è il nostro futuro comune».
di Andrea Rinaldi
«Contrariamente alle aspettative iniziali — ha continuato —, la globalizzazione non solo non è riuscita a diffondere i valori liberali - democrazia e libertà non viaggiano necessariamente insieme a beni e servizi -, ma li ha anche indeboliti all'interno dei paesi che ne erano stati i principali sostenitori, finendo anzi per alimentare la crescita di forze che guardavano maggiormente alla dimensione interna». Infine, ha concluso: «Presso l'opinione pubblica occidentale si è diffusa la percezione che i cittadini fossero coinvolti in una partita falsata, in cui milioni di posti di lavoro venivano spostati altrove mentre i governi e le aziende restavano indifferenti». Le persone, ha proseguito Draghi, «chiedevano una distribuzione più equa dei benefici della globalizzazione e una maggiore attenzione alla sicurezza economica. E, per ottenere questi risultati, si aspettavano un uso più attivo della "pratica di governo": assertività nelle politiche commerciali, protezionismo o redistribuzione che fosse».
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