Marco Muller è morto: l’ex calciatore svizzero diventato rapinatore si è gettato sotto un treno

di Lorenzo Nicolao

Era latitante da 36 anni. Il 71enne aveva giocato con lo Young Boys e le Nazionali giovanili elvetiche. Rapinava le banche ed � evaso due volte

Marco Muller è morto: l’ex calciatore svizzero diventato rapinatore si è gettato sotto un treno

Marco Muller

Un’esistenza maledetta contraddistinta da una fine tragica. Si pu� riassumere cos� la turbolenta vita di Marco Muller, ex centrocampista svizzero che negli Anni Settanta aveva giocato anche per lo Young Boys. Aveva 71 anni quando, con tutta probabilit�, ha deciso di farla finita, con il corpo che � stato rinvenuto sui binari di una ferrovia vicino Bassecourt, sua citt� natale del Canton Giura. Dopo aver militato anche nelle giovanili della Nazionale elvetica, Muller decise per� di intraprendere una strada criminale, rapinando le banche tanto da fargli guadagnare in patria il soprannome di �Robin Hood�. Ad avallare l’appellativo, il fatto che durante le sue rapine non abbia mai sparato un colpo, mentre si contraddistingueva per le fughe rocambolesche e la gentilezza durante i �colpi�, secondo quanto avevano ricordato alcuni testimoni. La latitanza lo ha accompagnato fino alla fine dei suoi giorni, dopo essere sempre riuscito a sfuggire alle autorit�, anche con una duplice evasione.

Il ritrovamento

Il rinvenimento del corpo risale allo scorso febbraio, ma Muller � stato identificato solo in questi giorni attraverso un’analisi comparativa del Dna, effettuata grazie alla collaborazione di un parente. La Procura ha escluso il coinvolgimento di terzi, avvalorando la tesi del suicidio. Un gesto estremo che ha posto fine a una vita che, cos�, rimane avvolta nel mistero. Dopo la parentesi sportiva nessuno ha mai capito la scelta dell’ex centrocampista, tantomeno come avesse poi utilizzato il patrimonio raccolto e costruito attraverso l’illegalit�.

Rapine per oltre tre milioni

Poco dopo aver abbandonato il calcio giocato, Muller mise a segno diverse rapine, sempre in Svizzera, prendendo di mira banche e furgoni portavalori, per un totale stimato di tre milioni di franchi (l’equivalente di pi� di tre milioni di euro odierni), mai pi� ritrovati. Yves Girard, suo coetaneo, lavorava al tempo in una banca di Bassecourt, rapinata dall’ex calciatore nel 1979. Ricorda bene il loro incontro: �Entr� con una parrucca rossa e un cappotto lungo, come in un film di Sergio Leone. Tir� fuori dei candelotti di dinamite e mi disse di prendere tutti i soldi dalla cassaforte altrimenti sarei saltato in aria�. Successivamente invi� alla polizia elvetica una cassa di cognac per Natale. Un modo di prendersi gioco delle autorit� dopo essere scappato dal carcere del capoluogo cantonale del Giura (detenuto per le rapine nel Giura stesso e a Neuchatel). La seconda evasione fu quella dal penitenziario di Thorberg, nel canton Berna, dove era stato rinchiuso per essere processato dopo due rapine a portavalori nei dintorni di Ginevra e Del�mont.

Aura leggendaria

Le sue azioni assunsero cos� un’aura leggendaria, quella di una sorta di Arsenio Lupin che riusciva in qualche modo sempre a sfuggire alla legge. Dal 1988 di lui non si � per� saputo pi� nulla, fino al ritrovamento del suo corpo. Tutto questo nonostante per anni la polizia avesse seguito le sue tracce in Francia, certa che l’ex calciatore si fosse nascosto in quel Paese. Le parole di un ex complice di Mullar, Andre Jaggi, hanno rivelato qualche particolare, ma non hanno chiarito cosa avesse fatto l’ex centrocampista n� dove si fosse nascosto in tanti anni: �Non credo che Marco sia mai tornato nella sua citt� natale mentre era in fuga. Non era stupido. Anche sotto mentite spoglie, qui lo avrebbero riconosciuto anche solo dal suo modo di camminare. La maggior parte del denaro rimediato nelle rapine era solito tenerla, poi per assurdo mi chiedeva dei prestiti e diceva che mi avrebbe ripagato al prossimo colpo�.


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27 marzo 2024 (modifica il 27 marzo 2024 | 13:39)

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