Cosa colpirà l'Ucraina in Russia con le armi Nato: la mappa di Macron, gli obiettivi possibili e i rischi (alti) di errore

diFrancesco Battistini

In arrivo armi in grado di colpire le postazioni da cui i russi bombardano l'Ucraina: «Poche settimane e avremo il volume di fuoco che ci serve», ha detto il consigliere di Zelensky Podolyak

Cosa colpirà l'Ucraina in Russia con le armi Nato: la mappa di Macron, gli obiettivi possibili e i rischi (probabili) di errore

Un pilota russo durante un attacco al territorio ucraino

Bombardare Mosca? E perché no? L’ultima di Donald Trump sembra solo una sparata elettorale. Ma qualcuno ci aveva già pensato un anno fa, quando due droni comparvero sulle cupole del Cremlino: la capitale russa dista meno di mille km dal fronte e lunedì scorso – un record assoluto in 27 mesi di guerra –, gli ucraini sono andati a colpire indisturbati la stazione radar Voronezh-M di Orsk, che sta a 1.500 km. Qualche settimana fa, sono arrivati fino al Tatarstan. Anche San Pietroburgo, per dire, è a portata di drone. E solo nelle ultime notti la contraerea russa ha abbattuto sciami di Uav kamikaze lanciati su Oriol, su Krasnodar, su Bryansk, su Belgorod…

Ottanta siti

Si può fare, s’è già fatto: molti droni sono made in Usa e non è una novità che Kiev utilizzi armi occidentali per colpire in territorio russo. Nei sei mesi di controffensiva, gli ucraini sono andati a bersagliare più d’ottanta siti strategici (e civili) oltre il confine del nemico. 

La novità è semmai l’efficacia delle armi in arrivo, più potenti d’un aeroplanino suicida. 

E quella mappa che Emmanuel Macron ha mostrato l’altro giorno, coi nuovi target. «Come spieghiamo agli ucraini che bisogna proteggere le loro città – s’è chiesto il presidente francese -, se poi diciamo loro che non possono colpire i punti da cui partono le bombe?». 

Volume di fuoco

L’artiglieria che tira su Kharkiv si trova in territorio russo. Pure i piloti che lanciano le bombe pesanti evitano d’uscire dallo spazio aereo di Mosca. E dunque - se i missili americani Atacms (spediti in aprile) e gli Scalp francesi e gli Storm Shadows inglesi (quasi consegnati) volano a 300-500 km di distanza, se dalla Germania sono in arrivo i lanciarazzi Mars e i missili da crociera Taurus (100 km), se la Svezia ha garantito gli Amraam a medio raggio e i cechi manderanno «entro giorni» tonnellate di munizioni da 155 mm e a luglio ci saranno pure gli F-16 olandesi – se è già pronta una tale potenza Nato, Volodymyr Podolyak è sicuro: «Poche settimane – dice il consigliere di Volodymyr Zelensky - e avremo finalmente il volume di fuoco giusto».

Il catalogo degli obiettivi e la possibilità di errori

 Il catalogo degli obbiettivi è questo: città come Belgorod, che Putin sta cercando di proteggere con la nuova offensiva su Kharkiv; i radar di Krasnodar e i nuovi hangar di Marinovka; il nodo militare di Rostov, che un anno fa Prigozhin provò a conquistare col suo Gruppo Wagner; le basi di Voronetsk, dov’è ammassato fin dal 2021 il grosso degli invasori; le piste aeree, i depositi di carburante, le caserme di Millerovo, Brjansk, Sudzha, Novye Yurkovichi, Troebortnoe… 

La maggior parte dei Paesi mittenti – Usa, Canada, Polonia, Finlandia, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Cechia, Estonia, Lettonia, Lituania, Olanda – subordina l’esportazione della guerra a una condizione: colpire solo le strutture militari coinvolte nell’attacco di Putin

C’è sito e sito, però. E sbagliare è probabilissimo: preoccupando molto Washington, l’Ucraina l’altro giorno ha mirato su due radar russi del programma di deterrenza nucleare. E poi Belgorod ha quasi mezzo milione d’abitanti, Voronetsk e Rostov più d’un milione: le ultime stragi dimostrano che anche i palazzi dei civili sono nel mirino. «Queste armi daranno agli ucraini una spinta reale e psicologica», dice il capo della Cia, William Burns: in quale direzione, non lo sa nessuno.

31 maggio 2024 ( modifica il 31 maggio 2024 | 14:54)

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