
In fila all’ambasciata russa di Roma tra proteste in nome di Navalny, il sogno della democrazia e i fiori dei sostenitori di Putin: “Vincerà e sarà una festa”
È una fila piena di donne quella che aspetta di votare in via Gaeta, sede dell'ambasciata russa a Roma. Ed è una coda che arriva fino a via Palestro, due strade più avanti, per quanto è lunga.
Un gruppo di giovani intona un coro: "Vogliamo la Russia libera da Putin", dicono nella loro lingua. Ma c'è anche chi è andato a votare "per lasciare tutto com'è adesso, Putin non è un dittatore e vincerà".
Nell'ultimo giorno di voto per le presidenziali il seggio è aperto da questa mattina alle 8 e alle 12 è iniziata la protesta "Mezzogiorno contro Putin", lanciata da Yulia Navalnaya, la vedova dell'oppositore di Putin Aleksey Navalny.

Tra i sostenitori della manifestazione anche +Europa: "Il regime di Putin ha fatto sparire dalle urne ogni opposizione trasformando in plebiscito farsa le elezioni presidenziali russe - commenta Riccardo Magi -. Se c'è questa fila evidentemente tanti cittadini russi in Italia hanno deciso di aderire a una iniziativa che non è di legittimazione delle elezioni ma è una manifestazione non violenta per chiedere democrazia, libertà, diritto e stato di diritto anche per la Russia, nel momento in cui Putin riceverà con tutta evidenza un plebiscito per il quinto mandato consecutivo”.
E lo farà oggi, continua Magi “nel giorno in cui esattamente un anno fa la corte penale internazionale ha spiccato il mandato di cattura per la deportazione dei bambini ucraini".

Tenendo in mano alcuni cartelli con il volto di Navalny, due giovani donne chiedono "la speranza per il futuro, vogliamo stare accanto alle persone che condividono la nostra mentalità politica e soprattutto vogliamo una scelta perché oggi non ce l'abbiamo, ma vogliamo creare le condizioni per cui in futuro ci sarà la libertà".
In Russia, dicono ancora Vikyoryia e Iuliia che sono venute a votare a Roma da Napoli "ci sono rischi per i nostri amici e le nostre famiglie, loro voteranno contro Putin ma nelle stazioni stanno già controllando cosa scrivono sul foglio che mettono nell'urna perché tanti stanno scrivendo che Putin è un assassino".
Se come detto e soprattutto in via Palestro che si alzano le voci del dissenso, avvicinandosi in via Gaeta le forze dell'ordine presidiano la coda e si assicurano che non ci siano momenti di tensione tra gli elettori e le elettrici. Che diventano meno disponibili a parlare, più cauti.

Una donna ha un grande mazzo di fiori in mano, rossi. Non dice se sono per Navalny e si limita a dire che "in Russia è un'usanza portare doni al seggio perché il voto è una festa".
Altre due donne che invece hanno già votato e sono ormai fuori dell'ambasciata dicono apertamente che hanno votato per Putin.
"Ho votato perché le cose rimangano così come sono, per Putin", dice la prima. "Sono in Italia da 24 anni - spiega la seconda - e mi sento libera di votare quello che voglio nessuno mi hai mai costretto, Putin non è un dittatore, solo perché sta governando da tanti anni. Anche la Merkel ha governato la Germania per quasi vent'anni ma nessuno le ha mai detto che è una dittatrice". La donna, che avrà una cinquantina d'anni, viene interrotta dal marito: "Dobbiamo andare". Ma lei vuole concludere: "Putin vincerà".