Gli Stati Uniti avvertono l’Iran: “Potremmo colpire anche voi”
COLUMBIA (SOUTH CAROLINA) — Gli Stati Uniti non escludono di colpire l’Iran, nella campagna ordinata dal presidente Biden per rispondere agli attacchi lanciati contro i soldati americani in Medio Oriente dalle milizie legate a Teheran. Questo almeno ha fatto capire il Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, durante le interviste rilasciate ieri alle reti Nbc e Cnn. Ciò non significa che il Pentagono si prepari ad attaccare la Repubblica islamica, perché tenere tutte le opzioni sul tavolo e non telegrafare in anticipo gli obiettivi militari è una prassi normale. Nello stesso tempo, però, Washington vuole mettere in guardia gli ayatollah, avvertendoli che non esclude alcuna opzione, se le aggressioni continueranno.
Lo dicono con le parole, ma anche con i fatti, perché il coinvolgimento dei bombardieri supersonici B-1 nei raid lanciati venerdì in Iraq e Siria non era necessario dal punto di vista logistico, ma serviva proprio a dimostrare che gli Usa sono in condizione di colpire duramente l’Iran in qualsiasi momento, usando anche i mezzi più potenti a disposizione del loro arsenale, basati sul territorio nazionale.
Le milizie legate alla Repubblica islamica stanno colpendo i soldati americani in Medio Oriente dall’inizio della guerra a Gaza. La giustificazione formale è che prendono di mira chi aiuta Israele, ma i fatti la smentiscono, perché ad esempio le navi aggredite dagli Houti nel Mar Rosso appartengono anche a Paesi non coinvolti nel conflitto. Il vero scopo dunque è approfittare della crisi per allargarla, e possibilmente mettere in moto il disimpegno del Pentagono dalla regione, in modo da poter realizzare l’obiettivo di costituire una mezzaluna che colleghi l’Iran al Mediterraneo, passando da Iraq, Siria e Libano.
Lo scorso fine settimana le milizie filo-iraniane hanno attaccato una base nel nord della Giordania, uccidendo tre soldati americani. Questo ha reso inevitabile la reazione di Biden, che tuttavia non è limitata alla necessità di rispondere all’uccisione dei tre militari. Lo scopo è più ampio e ha un valore strategico vitale, perché punta proprio a impedire che Teheran realizzi il suo piano geopolitico in Medio Oriente. Sullivan lo ha confermato parlando con la Cnn, quando ha ribadito che le operazioni degli ultimi giorni sono solo l’inizio della campagna, a cui seguiranno altri raid. Quando poi la Nbc lo ha pressato sull’eventualità che venga colpita anche la Repubblica islamica, per tre volte ha evitato di escluderlo.
Il consigliere di Biden ha ribadito che il presidente non vuole allargare il conflitto o provocare uno scontro diretto con gli ayatollah, ma piuttosto prevenire l’escalation riducendo le loro capacità militari per lanciare altre provocazioni. Nello stesso tempo, però, è abituale norma strategica non rivelare le proprie intenzioni né togliere alcuna opzione dal tavolo. Sta ora all’Iran fare le sue valutazioni e decidere se continuare a sfidare gli Usa.