Ruffini (Agenzia entrate): «Sui bonus casa truffe scoperte sono arrivate a 15 miliardi»
È sempre più salato il conto delle truffe sui bonus edilizi. «Complessivamente i crediti oggetto di truffa sono stati circa 15 miliardi», ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione nella commissione Finanze del Senato. Di questi, ha aggiunto, «8,6 miliardi sono stati oggetto di sequestri preventivi e 6,3 sospesi e scartati dalla piattaforma di cessione dei crediti da quando è stata attivata». Questi dati si riferiscono alle truffe e frodi scoperte finora, ma bastano a mostrare quanto grave e diffuso sia il fenomeno. «Non tutti i crediti oggetto di frode, ha detto Ruffini, sono stati utilizzati per non pagare le imposte» perché il credito inesistente può essere stato acquistato senza attenzione e poi essersi rivelato non utilizzabile appunto per la compensazione e «quindi potrebbe non esserci danno all’erario», ha spiegato il direttore, aggiungendo però, che, «dalle prime stime, si tratta di una parte minima».
Le truffe del bonus facciate
Il danno per l’erario resta quindi molto consistente. In gran parte, anche se in audizione non sono stati forniti dati precisi, le truffe sono avvenute sul bonus facciate, dove i controlli previsti dalle norme erano praticamente inesistenti. Molto deboli e ritardati erano anche quelli inizialmente previsti sul Superbonus, ha detto Ruffini, che l’Agenzia poteva fare solo al momento della compensazione, ma poi le norme hanno introdotto la possibilità di controlli minimi prima della cessione del credito attraverso la piattaforma ad hoc.
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Il controllo degli enti locali
Fatto il danno, cosa si può fare per recuperare il più possibile i crediti oggetto di frodi e truffe, ha chiesto il presidente della commissione, Massimo Garavaglia, insistendo sul ruolo che potrebbero avere gli enti locali nel controllo sul territorio dei lavori svolti. Impostazione condivisa da Ruffini, che ha ricordato anche come le norme prevedano che le somme recuperate attraverso le segnalazioni dei comuni vadano per il 30% agli stessi enti, che quindi hanno tutto l’interesse a collaborare. Garavaglia ha comunque chiesto al direttore dell’Agenzia di aiutare la commissione a mettere a punto una norma da inserire nell’ultimo decreto sul Superbonus per rendere più efficaci i controlli, «non solo sui crediti oggetto di cessione, ma anche su quelli che vengono portati in detrazione>. Controlli, possibilmente, non solo documentali, ma appunto verificando sul territorio l’effettiva realizzazione dei lavori per i quali si è ottenuto il credito d’imposta.
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