DAL NOSTRO INVIATO
MIRNOGRAD - �Sai cos’� la verit�? Che i russi sono tanti e hanno armi molto migliori di prima. Nulla a che vedere con il caos disorganizzato che imperava nelle loro unit� due anni fa. Per�, noi ancora teniamo botta. Se avessimo munizioni e missili a sufficienza vinceremmo rapidamente. Oggi invece facciamo fatica, non riusciamo a difenderci, il morale � basso, siamo stanchi. Ma non credete a coloro che parlano di uno sfondamento russo imminente. Non � cos�, non riescono neppure a prendere tutto il Donbass�, dice Ruslan, sergente artigliere nella 23esima brigata appostata sul fronte di Avdiivka, ha 40 anni e da una ventina di mesi combatte qui nel settore di Donetsk, uno dei pi� difficili.
In trincea fra i soldati ucraini: «I russi sono tanti e ben armati ma non sfondano»
Sul fronte di Avdiivka: �Se avessimo munizioni a sufficienza vinceremmo rapidamente�. Licenziato Danilov, capo del Consiglio di sicurezza nazionale

Licenziato Oleksii Danilov, 61 anni
Riassume bene le centinaia di testimonianze che da fine gennaio stiamo raccogliendo tra i soldati che poi a met� febbraio abbiamo incontrato in ritirata da Avdiivka, sono stati sotto le bombe attorno a Bakhmut, sono familiari con le trincee di Chasiv Yar.
Per tutti c’� la stessa domanda: davvero l’Ucraina sta perdendo la guerra? Condensare le risposte non � facile. Gli umori cambiano velocemente. Abbiamo trovato i commandos scelti della Terza Brigata appena scampati a un massacro di compagni che, scuotendo la testa, ripetevano esausti: �Stiamo andando tutti a morire, non abbiamo scampo�.
Ma il giorno dopo c’� stato Roman, carrista di Bradley 42enne col braccio ingessato, evacuato dalla stazione ferroviaria di Pokrovsk verso gli ospedali di Dnipro, il quale ripeteva tranquillo: �Hei, calma, nessuno sta alzando bandiera bianca! Tenete conto che i russi qui sono avanzati soltanto 10 chilometri, hanno perso quasi 20.000 uomini in un mese e adesso non hanno forze per proseguire. Scommetto quello che volete: al 31 dicembre saremo ancora a combattere da queste parti�.
Con Ivan, ufficiale 36enne della Terza Brigata originario di Kiev, abbiamo pranzato in una bettola di Mirnograd con le mappe militari di Deep State aperte sul cellulare. �I russi ci minacciano sulle frontiere lunghe 2.000 chilometri dalla Bielorussia al Mar Nero e in verit� premono su meno di 400. Ma non vanno affatto sottovalutati, imparano da noi. Due anni fa erano buriati ignoranti delle province remote, carne da cannone. Oggi hanno studiato dagli errori del passato: i nostri cannoni sono a corto di munizioni e loro ne approfittano, attaccano in piccoli gruppi che vanno dai 5 a 15-20 soldati al massimo, hanno imparato a disperdersi per limitare le perdite e sanno usare i droni molto bene, li costruiscono in serie le aziende statali finanziate con l’economia di guerra di Mosca. Noi abbiamo un drone per dieci dei loro, sono ancora quelli artigianali adattati dai volontari. Ma i russi dispongono di dieci droni per ogni nostro soldato. Stiamo perdendo la sfida dove prima vincevamo. E stanno usando le nuove bombe aeree teleguidate. Osano con l’aviazione pi� di prima: sanno che le nostre antiaeree sono scariche�.
Parere pi� diffuso resta che le linee costruite in fretta e furia dopo la caduta di Avdiivka siano ancora molto deboli. I russi sono avanzati occupando una ventina di villaggi. Ma Putin non potr� davvero guadagnare dalla situazione favorevole, se non dopo avere indetto una nuova mobilitazione per raccogliere almeno 300.000 soldati, come gi� era avvenuto l’estate-autunno del 2022. Ci� significa che gli ucraini dispongono ancora di due-quattro mesi di tempo per prendere provvedimenti: accelerare la nuova legge sulla mobilitazione per dare il cambio ai volontari della prima ora e soprattutto premere sugli alleati per ottenere armi e munizioni.
Nessuno si fa illusioni: la scelta di Putin di continuare a puntare il dito contro l’Ucraina quale mandate della strage a Mosca significa che la guerra continuer� pi� violenta di prima. Zelensky stringe ulteriormente i ranghi, licenzia Oleksii Danilov da segretario del Consiglio della Difesa Nazionale e lo sostituisce con Oleksandr Lytvynenko, ex capo dei servizi all’estero. Il ministro degli Esteri Kuleba torna a insistere per l’invio dei missili tedeschi Taurus e chiede i Patriot americani. Kiev affonda un’altra nave russa nel Mar Nero e attende la prima parte degli 800.000 proiettili per le artiglierie da 155 millimetri comprati grazie alla cordata di Paesi donatori organizzata dalla Repubblica Ceca. La Francia ieri ha ribadito di essere in grado di donare 78 cannoni Caesar, che si sono dimostrati molto efficienti.
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27 marzo 2024 (modifica il 27 marzo 2024 | 07:23)
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