"Io, molestata tra i corridoi di scuola, dovevo assumere tranquillanti": collaboratore scolastico patteggia solo un anno e 6 mesi con pena sospesa
Non è andata a scuola per giorni. Doveva assumere tranquillanti e aveva paura di incrociare il suo molestatore tra i corridoi. Un collaboratore scolastico di un Istituto superiore di Lecce è stato condannato per violenza sessuale aggravata. Ha patteggiato 1 anno e 6 mesi di reclusione con il beneficio della pena sospesa e della non menzione nel casellario giudiziale, una sentenza emessa dalla giudice Valeria Fedele che ha ritenuto congrua la pena concordata dagli avvocati Rita Ciccarese e Francesco Calcagnile con il Luigi Mastroniani, in fase di indagine.
“Dopo questi episodi - aveva raccontato la ragazza quando si è presentata in caserma - ho avuto attacchi d’ansia dovuti dalla paura di incontrare il bidello. Tant’è che non sono più andata a scuola per una settimana e dal momento che non riuscivo a dormire perché avevo degli attacchi di panico ho iniziato a prendere delle gocce di tranquillante”.
Due gli episodi denunciati dalla studentessa: il primo, a settembre del 2022; il secondo, il 7 ottobre dello stesso anno. Ma sin dall’inizio dell’anno scolastico, il bidello aveva dimostrato atteggiamenti fastidiosi: battutine ed un’eccessiva confidenza con tutte le ragazze. Con la studentessa 14enne, in particolare. Con la scusa di farsi sistemare un’applicazione sul suo cellulare, l’ha avvicinata per la prima volta chiedendole il suo nome.
Da quel giorno, la ragazza è diventata una vera e propria ossessione per il collaboratore scolastico. La cercava con lo sguardo; la chiamava per nome; la fissava con insistenza. A fine settembre questi “strani atteggiamenti” sono diventati qualcosa di molto più fastidioso perché il collaboratore scolastico le ha dato un bacio sulla guancia non appena la studentessa si è avvicinata alla sua scrivania per chiedere un rotolo di carta igienica. Sperava la 14enne, in cuor suo, che si sarebbe trattato di un caso isolato.
E in casa non ne ha parlato. Ma, ormai, era diventata un’ossessione per il bidello che approfittava di ogni situazione per avvicinarsi: la attendeva persino davanti alla porta del bagno per sorriderle ogni volta che incrociava il suo sguardo. Il 7 ottobre si è consumato il secondo episodio. Con la scusa di farsi presentare una compagna di classe, la ragazza si è avvicinata al bidello che le ha rifilato una pacca sul sedere.
“Sono rientrata a casa molto provata e ed ho raccontato tutto a mia madre” ha confidato ai carabinieri. E il giorno dopo si è presentata in presidenza dando il via alle indagini sfociate in una sentenza di patteggiamento. I familiari della studentessa, assistiti dall'avvocata Stefania Pancosta, potranno chiedere un risarcimento in sede civile.