Le note di Damiano Giuranna e la World Youth Orchestra: «Un abbraccio di fratellanza» Oggi con Buone Notizie

diOrnella Sgroi

Il Maestro dirige giovani strumentisti da tutto il mondo, che hanno fra i 18 e i 26 anni. Il progetto nato dopo l’attentato alle Torri Gemelle: «La musica unisce e include»

«Un pazzo signore che si è dedicato per una vita alla pedagogia musicale». Si definisce così il Maestro Damiano Giuranna, romano, 59 anni. Perché la sua passione per la musica l’ha rivolta da sempre alla «formazione musicale di piccoli e grandi, non solo in Italia, ma anche in giro per il mondo».
È proprio per questa sua «attenzione alla diffusione della cultura musicale» che ha creato la World Youth Orchestra. Nel 2001, il 15 settembre, quattro giorni dopo gli attentati alle Torri Gemelle di New York. «Per noi è stata un’indicazione di vita» racconta il Maestro. «Ho pensato che i giovani dovessero essere uniti attraverso la musica in un abbraccio di fraternità, da qualsiasi cultura provenissero. A pochi giorni da quel disastro, riunire a Roma sessanta giovani di tante nazionalità, dagli Stati Uniti a Gerusalemme e Il Cairo, è stato un miracolo». È stato anche il segnale che il progetto meritasse di essere portato avanti e in poco tempo è cresciuto tanto da diventare una fondazione che porta lo stesso nome della World Youth Orchestra.

Sguardo aperto al mondo, alle tradizioni dei vari Paesi e alle culture. Questa curiosità il maestro Giuranna l’ha ereditata anche dal fatto di provenire da una famiglia dalle origini multiple. E dalla vocazione artistica declinata in vari modi, non solo nel campo della musica. Che resta, comunque, una passione tramandata di generazione in generazione. «Mio padre è stato un grande drammaturgo, attore e regista. Mio zio, ancora vivente, è uno dei massimi violisti del mondo. E mia nonna è stata la decana delle compositrici donne italiane» sorride. La realtà creata da Giuranna è composta da giovani musicisti di varia nazionalità e di età compresa tra i 18 e i 26 anni, «tutti studenti delle più grandi università e accademie dei cinque continenti, all’ultimo anno della loro formazione professionale, che vengono selezionati ogni tre anni». Un lavoro che viene ideato su misura.

«Costruiamo l’orchestra — conferma il Maestro - di volta in volta, a seconda delle esigenze dei progetti che realizziamo e dei Paesi in cui li portiamo». Una sorta di orchestra «temporanea» che si autorigenera per aprire l’esperienza a quanti più giovani possibile, coinvolti in diverse iniziative internazionali. «La fascia di età dei nostri musicisti - puntualizza - è molto sensibile alle richieste del mercato lavorativo, capita quindi che dopo un anno qualcuno di loro vinca un concorso, magari in una blasonata orchestra, e quindi ci debba lasciare, ma per noi è una vittoria, un riconoscimento della loro capacità professionale».

La pace

Tra i progetti della Wyo c’è «Suoni di fratellanza», sostenuto dalla Fondazione Cassa Depositi e Prestiti e dal contributo di Lca Studio Legale: per offrire all’orchestra «la possibilità di andare in vari Paesi, dopo avere stretto una partnership locale molto forte, e costruire in loco un progetto musicale didattico che culmina in una serie di concerti finali» spiega il fondatore. «La particolarità, infatti, è che la didattica musicale riguarda i giovani del Paese ospitante, invitati a fare parte a loro volta dell’Orchestra». Per diffondere, dunque, sentimenti di fratellanza e di pace, in giro per il mondo. Attraverso la musica, che «come diceva Platone, è la lingua più facile per parlare all’anima». E attraverso la simbologia dell’orchestra, che «è un incredibile esercizio sociale» chiosa Giuranna.

«Nell’orchestra bisogna essere se stessi fino in fondo, ma c’è bisogno anche di ascoltare l’altro, quindi individualità e socialità si fondono in maniera magica per creare qualcosa che non esiste: la musica. In questa creazione sonora c’è la grandissima possibilità di ritrovare uno spazio sociale e individuale in continuo dialogo». Attraverso quei «suoni di fratellanza» che oggi arrivano in Vietnam con il progetto Wyo4Children, per offrire educazione musicale ai bambini dell’orfanotrofio delle Missionarie della Carità di Bin Dhuong, vicino a Ho Chi Minh City. Un’iniziativa per ottanta ragazzi del posto, tra i 5 e i 17 anni, che seguiranno fino a settembre un programma didattico settimanale per imparare a suonare strumenti classici e della tradizione vietnamita e per dare vita a un coro di comunità, migliorando anche le capacità relazionali attraverso la musica.

Le lezioni

«L’idea è nata durante la pandemia» spiega Giuranna. «Era tutto fermo, i nostri giovani musicisti non potevano svolgere né attività didattica né concertistica, ma nei Paesi di origine di alcuni di loro era consentito, da qui la proposta di dare lezioni di musica a bambine e bambini del posto in stato di difficoltà sociale, per dare un nutrimento dell’anima al loro estremo disagio». Nascono così una scuola di musica in un orfanotrofio femminile a Fes in Marocco, una a Beirut e ancora un laboratorio permanente di musica a Sarajevo. Adesso il progetto della Wyo4Children arriva in Vietnam, coinvolgendo cinque giovani docenti vietnamiti, tra cui il coordinatore Hoang Vu, che formerà e dirigerà il coro, affiancato dai quattro colleghi di chitarra, percussioni, piano e violino. «In questo modo sosteniamo anche il lavoro di questi giovani insegnanti con piccoli stipendi che onorano il loro impegno importante, ma c’è anche chi, colto da tanto entusiasmo, sta offrendo gratuitamente la propria opera» conclude il Maestro. Ed è ogni volta una ricchezza nuova: «Provo gratitudine immensa per questi ragazzi che incendiano di passione la nostra causa».

1 aprile 2024

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