
Alleati in mare, l’Italia alla finestra: la missione Aspides aspetta le Camere
ROMA — Mentre la fregata tedesca Hessen messa a protezione delle navi mercantili respinge per la prima volta un attacco delle milizie Houti che operano nello Yemen, la missione europea Aspides nel Mar Rosso attende l’aiuto dell’Italia. Francia e Germania sono già sul campo e il nostro Paese è ancora fermo in attesa dell’autorizzazione parlamentare.
Un ritardo che inizia a preoccupare Bruxelles e anche i vertici Nato. Il decreto sulle missioni all’estero, con l’integrazione per Aspide, è stato approvato in Consiglio dei ministri soltanto lunedì scorso: «Motivi tecnici, legati anche alla malattia del ministro della Difesa Guido Crosetto, il problema è che il Parlamento lo ha calendarizzato solo per martedì prossimo nelle commissioni di merito di Senato e Camera», dicono dal governo. Ma fonti parlamentari della maggioranza rimandano al mittente le accuse di ritardi: «Il governo pensava di non dover chiedere il parere nelle commissioni e andare direttamente in aula».

Di certo c’è che a oggi la Marina militare non può sostenere la missione già avviata dagli alleati europei. E la capogruppo in Senato di Italia Viva va all’attacco: «Non è tollerabile che di fronte ad una emergenza come quella del Canale di Suez si faccia melina sulla partecipazione dell’Italia alla missione Aspides — dice Raffaella Paita —. La nostra Marina militare è pronta, ma il governo che fa? Il ministro Tajani ha annunciato di voler aiutare i porti, ma in che modo?».

La missione ha avuto il via libera del Consiglio Ue lo scorso 19 febbraio. Come raggio di azione, si legge nella relazione allegata al decreto, si prevede «Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Paesi rivieraschi, Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico, Oceano Indiano, Stretto di Hormuz, Golfo Persico, Golfo di Oman, Bahrain, Gibuti, Emirati Arabi Uniti e altri Paesi rivieraschi». Le spese comuni dell’operazione, il cui importo di riferimento è fissato a 8 milioni di euro, «sono a carico dello Strumento europeo per la pace (Epf) e del fondo fuori bilancio dell’Ue. Il resto lo metteranno gli Stati nazionali, finanziando la propria partecipazione nazionale».

Per l’Italia il decreto varato in Cdm prevede per la missione Aspides l’impegno complessivo di 642 unità di personale, 3 mezzi navali e 5 mezzi aerei, per un costo di 42 milioni di euro.