In Italia 600 mila di persone sopra i 65 anni soffrono di Alzheimer . I due terzi di loro sono donne. I ricercatori hanno attribuito le ragioni di questa maggiore diffusione della malattia tra le donne alla loro maggiore longevit� (le femmine vivono in media 5 anni in pi� degli uomini) e a motivi di genetica. Oggi sempre pi� studi individuano anche nella menopausa , e al conseguente calo di estrogeni , un fattore di rischio di demenza che si rende evidente quando si arriva ad un’et� avanzata.
Come la menopausa cambia il cervello: quanto influiscono le vampate di calore
I cambiamenti neurologici e i tipici sintomi della menopausa dovuti al calo di estrogeni potrebbero essere collegati a demenza e Alzheimer in et� avanzata. Che cosa fare per proteggere le funzioni cognitive

Con la fine dell’et� fertile cambia infatti anche il cervello delle donne, non solo il funzionamento delle loro ovaie. La stragrande maggioranza superer� questi cambiamenti senza conseguenze a lungo termine per quanto riguarda la salute; tuttavia, circa il 20% svilupper� una qualche forma di demenza negli anni dell’et� senile. La menopausa, con il suo calo di estrogeni e le vampate di calore tipiche del periodo, potrebbe avere un ruolo.
Il ruolo degli estrogeni
Gli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, hanno un impatto importante non solo sulla fertilit�, ma anche sulla salute del cuore, delle ossa, del cervello, in particolare su umore e memoria. Il fisiologico calo di estrogeni, infatti, � un evento che determina la maggiore vulnerabilit� femminile alla perdita delle funzioni cognitive, perch� questi ormoni svolgono una funzione protettiva anche contro la morte cellulare e l’infiammazione che favorisce la formazione di placche di Beta Amiloide, il cui accumulo � tra le cause della malattia di Alzheimer.
L’impatto del calo di estrogeni sul cervello
Il cervello femminile � ricco di recettori degli estrogeni, in particolare in quelle regioni che controllano la memoria, l’umore, il sonno e la temperatura corporea e tutto funziona molto bene quando il livello di questi ormoni � alto e costante. Il drastico calo degli estrogeni durante la menopausa non altera solo il funzionamento di alcune regioni del cervello. Gli scienziati ritengono che cambi anche la struttura del cervello. Scansioni cerebrali hanno mostrato un volume ridotto del cervello , con un calo della sostanza grigia nel periodo di menopausa rispetto al cervello maschile della stessa et� e quello delle donne in premenopausa.
Secondo gli scienziati questi c ambiamenti neurologici potrebbero essere responsabili di alcuni sintomi tipici della menopausa, tra cui le vampate di calore, i disturbi dell’umore e un lieve e solitamente temporaneo declino della memoria e della cognizione. �Alcune regioni del cervello colpite dalla menopausa sono le stesse colpite dall’Alzheimer� dice al New York Times la dottoressa Lisa Mosconi, neuroscienziata, direttrice della Women’s Brain Initiative alla Weill Cornell Medicine di New York.
Allo stesso tempo potrebbero essere alcuni sintomi della menopausa come le vampate di calore o la carenza di sonno ad essere legati alla demenza, come mostra uno studio di un anno fa che ha dimostrato come le vampate di calore fossero associate all’aumento di piccole lesioni cerebrali, segno di un peggioramento della salute del cervello.
Vampate di calore e cambiamenti neurologici
Ma sono le vampate di calore che causano i cambiamenti neurologici o i cambiamenti neurologici che provocano le vampate? �� la carenza estrogenica che provoca entrambi� risponde Rossella Nappi direttrice dell’Unit� di Ginecologia endocrinologica e menopausa ad alta complessit� dell’Irccs Fondazione San Matteo dell’Universit� degli Studi di Pavia. �La carenza di estrogeni sensibilizza l’area del cervello deputata alla termoregolazione a leggere male la temperatura dell’ambiente, senza avere pi� quella capacit� di adattamento di circa mezzo grado che noi abbiamo quando passiamo da un ambiente freddo a uno caldo o viceversa: la donna suda per cercare di dissipare un calore che in realt� non esiste. Allo stesso tempo cambiano anche tutti i neurotrasmettitori: si deprimono la serotonina, la dopamina, l’acetilcolina, il gaba che sono rispettivamente neurotrasmettitori del buonumore, del piacere, della memoria e del controllo dello stress. Gli unici neurotrasmettitori che aumentano sono la noradrenalina e l’adrenalina: il cervello, in assenza di estrogeni, si “stressa” di pi� e ha meno connessioni neurologiche�.
Vampate di calore e Alzheimer
Un altro lavoro pi� recente ha osservato che le vampate di calore durante il sonno risultano associate a un aumento dei biomarcatori dell’Alzheimer che misurano il livello di beta amiloide nel sangue.
�Non � ancora chiaro se l’associazione tra la presenza di elevati livelli di biomarcatori di rischio Alzheimer sia legata in modo casuale alla presenza di vampate notturne – dice Rossella Nappi, che � anche presidente della International Menopause Society. – Tuttavia, � un dato che merita grande attenzione il fatto che le donne con pi� vampate notturne hanno livelli pi� elevati di un marcatore biologico dell’Alzheimer: una condizione che sembrerebbe dirci che le cellule cerebrali sono pi� degenerate. � certamente vero che il cervello di una donna con vampate di calore sia in sofferenza, anche perch� usa meno bene gli zuccheri. Sommando ogni giorno tutte le piccoli alterazioni del senso di benessere � chiaro che si andr� incontro a un importante stress psicofisico�.
Sebbene alcune ricerche possano sembrare allarmanti va sottolineato che il cervello e le funzioni cognitive della maggior parte delle donne si stabilizzano dopo la transizione alla menopausa. �Ogni donna va in menopausa e l’80% di loro non soffrir� di demenza – rassicura sul New York Times la dottoressa Pauline Maki, professoressa di psichiatria e direttrice del Women’s Mental Health Research Program all’Universit� dell’Illinois a Chicago – e non bisogna trasformare in una catastrofe una transizione che � universale�.
Va peraltro ricordato che ci sono donne che affrontano la menopausa senza sintomi e sono quelle che invecchiano meglio perch� su di loro la carenza ormonale non ha effetti cos� devastanti: il loro corpo si adatta perch� i loro sistemi recettoriali sono capaci di evolvere.
Il ruolo della carenza di estrogeni e delle vampate di calore
Non sappiamo ancora se a determinare gli effetti negativi sul cervello sia la carenza ormonale o la presenza di vampate di calore o entrambi. Sar� possibile studiare il ruolo di questi due fattori negli anni futuri dal momento che fra poco – come ricorda Rossella Nappi – sar� disponibile una nuova classe di farmaci che cura le vampate di calore con una terapia senza estrogeni. Oggi per� si pu� fare molto per prevenire le demenze. Diversi studi hanno scoperto che fino al 40% dei casi di demenza possono essere prevenuti. Alcuni cambiamenti negli stili di vita come smettere di fumare, ridurre l’assunzione di alcol, dormire a sufficienza, fare attivit� fisica regolare e rimanere mentalmente e socialmente attivi sono utili in ottica di prevenzione.
Che cosa fare per proteggere il cervello
Per le donne in menopausa, tuttavia, tre comportamenti sembrano particolarmente utili sia per mitigare i sintomi a breve termine, sia per prevenire la demenza a lungo termine.
Terapia ormonale sostitutiva al momento giusto
�Va fatto il possibile per evitare le vampate di calore di tipo moderato o severo perch� si portano dietro a cascata una serie di disturbi come insonnia, depressione, ansia, nebbia cognitiva che sono usuranti e possono sfociare nel tempo anche in pseudo demenza depressiva e pseudo demenza vascolare� raccomanda Rossella Nappi. �Abbiamo a disposizione la Terapia ormonale sostitutiva con ormoni naturali (Tos) che se somministrata al momento giusto, ovvero tra i 45 e i 55 anni e comunque entro i 10 anni dall’inizio della menopausa, oltre a eliminare le vampate di calore e di conseguenza migliorare di molto la qualit� della vita delle donne � protettiva per la salute delle ossa, abbassa il rischio cardiovascolare, migliora la salute del cervello e riduce la mortalit� del 30%�.
In verit� per decenni i ricercatori hanno temuto che la terapia ormonale utilizzata per trattare i sintomi della menopausa fosse associata ad un aumento del rischio di sviluppare demenza nelle donne anziane (i trial infatti furono condotti anche su donne avanti con l’et�, che gi� avevano una sofferenza del microcircolo cerebrale). Studi recenti, incluso uno pubblicato nell’ottobre scorso , che � una metanalisi di una cinquantina di lavori, hanno esaminato nel dettaglio i tempi della terapia ormonale sostitutiva, suggerendo un quadro molto pi� sfumato: la terapia ormonale iniziata nel periodo in cui cominciano i sintomi della menopausa sembra associata a un ridotto rischio di malattia di Alzheimer e demenza. Altri studi hanno messo in evidenza che la terapia ormonale non ha avuto alcun effetto sulla demenza e sul rischio di Alzheimer, ma questi trattamenti sono comunque efficaci per combattere le vampate di calore e le sudorazioni notturne, migliorando la qualit� della vita delle donne. �� chiaro che prevenendo le vampate, i cali di zucchero, la disconnessione dei neurotrasmettitori, la vasocostrizione e l’ipertensione arteriosa proteggo il cervello, ma non abbiamo per ora prove che la Tos protegga anche dall’Alzheimer, tuttavia certamente migliora la funzione cognitiva� conclude Nappi.
L’esercizio fisico costante
L’inattivit� fisica, � noto, � un fattore di rischio per la demenza e le donne nel corso della loro vita, hanno il doppio delle probabilit� di essere fisicamente inattive rispetto agli uomini. L’attivit� fisica potenzia anche il cervello, rendendolo pi� plastico e capace di rallentare i processi degenerativi. Il potenziamento cerebrale si verifica ad ogni et� e non � quindi mai troppo tardi per abbandonare la sedentariet�.
Uno studio del 2018 che ha seguito quasi 200 donne di mezza et� per 44 anni ha rilevato che maggiore era il loro livello di forma fisica all’inizio dello studio, minore era il rischio di sviluppare demenza pi� avanti nella vita. Inoltre, � stato scoperto che le scansioni cerebrali di donne di mezza et� fisicamente attive avevano meno biomarcatori della malattia di Alzheimer rispetto alle coscritte sedentarie.
Una dieta salutare
Negli ultimi anni i ricercatori hanno scoperto che alcune diete, come la dieta mediterranea e la dieta MIND che danno priorit� a frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi sani sono associate a un rischio ridotto di demenza sia negli uomini sia nelle donne. Potrebbe esserci tra l’altro un ulteriore vantaggio per le donne che seguono alimentazioni ricche di vegetali: una ricerca preliminare suggerisce che alcuni batteri intestinali tipici di una dieta ricca di vegetali potrebbero aiutare a bilanciare i livelli di estrogeni del corpo. E molto si sta facendo per studiare i �batteri intestinali cattivi� pro infiammatori, presenti in abbondanza nelle persone malate di Alzheimer, e quelli protettivi, che invece possono difendere la nostra memoria. Il microbiota intestinale � altamente modificabile e in futuro sar� probabilmente possibile creare probiotici ad hoc per prevenire o rallentare la malattia.
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7 dicembre 2023 (modifica il 7 dicembre 2023 | 07:24)
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