Un pezzo significativo del commercio mondiale �rimane nel limbo del Mar Rosso�, scriveva ieri la Lloyd’s List, l’autorevole pubblicazione legata al mercato assicurativo del Lloyd’s di Londra.
Perché la crisi del mar Rosso è una bomba a orologeria per i prezzi. «Petrolio, energia, beni di consumo: ecco cosa può aumentare»
Se la situazione scatenata dalla milizia degli Houthi nel Mar Rosso dovesse peggiorare, si bloccherebbe una via da cui passa un terzo del trasporto container globale (e il 12% di quello di greggio). L’alternativa, il passaggio dal capo di Buona Speranza, allungherebbe i tempi di due-tre settimane. E ora si attende che la Cina si schieri

Gli attacchi, una decina finora, portati dai ribelli Houthi alle navi che attraversano lo Stretto Bab el-Mandeb – tra Yemen e Gibuti – hanno iniziato a creare un certo caos nei trasporti marittimi su una delle rotte pi� trafficate al mondo, quella tra l’Asia e l’Europa. Il rischio che la situazione finisca fuori controllo ha spinto gli Stati Uniti a organizzare con urgenza una forza navale multinazionale – Operation Prosperity Guardian - per proteggere la libert� di navigazione, uno dei punti centrali dell’attivit� di Washington da decenni.
Al momento, marted� 19 dicembre, la situazione � definita “limbo” nel senso che numerose navi container ultra-larghe si sono fermate prima di entrare nello Stretto che costituisce un passaggio delicato tra il Golfo di Aden (Oceano Indiano) e il Mar Rosso.
Numerose compagnie di navigazione, le maggiori, hanno deciso lo stop per evitare che gli attacchi con droni e missili balistici degli Houthi mettano in pericolo �gli equipaggi, il naviglio e i carichi dei clienti�. Tra queste, Ap Moller-Maersk, Msc, Cma Cgm, Hapag Lloyd, e la compagnia petrolifera Bp.
Maersk, il secondo trasportatore marittimo del mondo, ha anche deciso che, per ora, le sue navi eviteranno la rotta Asia-Europa (e viceversa) che attraversa il Mar Rosso e circumnavigheranno l’Africa via Capo di Buona Speranza.
Il Mar Rosso divide la Penisola Araba dall’Africa: all’ingresso Sud, c’� lo Stretto Bab el-Mandeb, all’ingresso Nord il Canale di Suez e il Mediterraneo. Per queste acque, passano circa 19 mila navi all’anno: il 30% del traffico container globale e il 12% di tutto il petrolio trasportato nel mondo. Soprattutto, la rotta � importantissima per l’Europa in quanto la sua navigabilit� � essenziale per il funzionamento delle catene di approvvigionamento delle aziende. Inoltre, ora che le forniture russe sono bloccate, una grande quantit� di benzina e gasolio, raffinato nella Penisola Araba e in India, passa per questi mari.
Che cosa succede ai prezzi se la situazione peggiora?
Se la situazione dovesse peggiorare – come hanno promesso gli Houthi – la via del Capo di Buona Speranza aggiungerebbe due-tre settimane al tempo di navigazione delle merci tra Asia ed Europa, su un viaggio che in media prende tra i 30 e i 40 giorni. Significa che i costi di trasporto aumenterebbero significativamente e si trasmetterebbero sia sull’energia che sui beni di consumo.
Inflazione. Per ora, il costo del barile di greggio Brent � un po’ cresciuto, attorno ai 78 dollari ma la tensione geopolitica potrebbe farlo salire maggiormente. Inoltre, i ritardi causati da un rallentamento o da un blocco del Mar Rosso possono creare distorsioni all’intera logistica del trasporto marittimo, non diversamente da come avvenne, per altre ragioni, durante la pandemia. C’� anche da dire che il commercio via mare era gi� intensione al Canale di Panama, dove la scarsit� d’acqua sta creando difficolt� di attraversamento.
Prima il Covid, poi la Russia, ora il Medio Oriente: gli scambi internazionali hanno mostrato di essere resistenti ma le guerre e le bombe possono mettere la navigazione a dura prova.
Ma chi sono gli Houthi?
Gli Houthi sono una milizia sciita appoggiata – e, secondo Washington finanziata e armata – dall’Iran degli ayatollah. Negli anni scorsi ha condotto una guerra civile nello Yemen e, da quando � scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, ha annunciato che avrebbe colpito navi dirette nei porti israeliani. In realt�, l’obiettivo pare molto pi� ampio, non riservato al solo naviglio d’Israele. � un lato delle operazioni militari e di destabilizzazione ispirate da Teheran: Gaza, Libano, Siria, Iraq e, appunto, Yemen. Joe Biden ha revocato la designazione di organizzazione terroristica per gli Houthi nel 2021. Pentito, potrebbe reintrodurla.
Qual � il ruolo della Cina?
L’operazione Prosperity Guardian � formata, oltre che dagli Stati Uniti, da Regno Unito, Norvegia, Francia, Canada, Olanda, Italia, Bahrein, Spagna, Seychelles. Arabia Saudita ed Emirati Arabi, a lungo in conflitto con gli Houthi, sono stati invitati e potrebbero partecipare. La Cina, materialmente molto interessata alla rotta mercantile, finora non sembra essersi mossa. Washington ha chiesto a Pechino di fare pressione sull’Iran affinch� intervenga per bloccare gli Houthi e i loro attacchi. In fondo, il caos pieno nel commercio internazionale sarebbe costoso pure per la Cina: anche in questo caso, Xi Jinping deve scegliere tra l’economia e l’interesse geopolitico a osteggiare l’Occidente.
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19 dicembre 2023 (modifica il 19 dicembre 2023 | 16:26)
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