Giappone, violentarono una soldata: condannati tre ex militari

di Monica Ricci Sargentini

I vertici militari avevano archiviato il caso ma la giovane aveva diffuso un video su Youtube e raccolto 100mila firme in una petizione al ministero della Difesa

Giappone, la vittoria di Rina Gonoi: condannati i tre militari che abusarono dell’ex soldata

� un caso simbolo quello di Rina Gonoi, la ex soldata di 24 anni che nel 2021 denunciato tre suoi commilitoni per molestie e aggressione sessuale. I vertici militari avevano, per�, rapidamente archiviato il tutto. Un fatto non inusuale in un Paese molto misogino, in cui raramente le donne denunciano gli abusi subiti. Ma Rina, che ha lasciato la Forze di Autodifesa nel giugno dello scorso anno, non si � voluta arrendere e nel 2022 ha condiviso su YouTube quello che le era accaduto. Il video � immediatamente diventato virale e una petizione firmata da oltre 100mila persone hanno costretto il ministero della Difesa giapponese a riconoscere l’aggressione e a scusarsi pubblicamente. Ne � nato un nuovo processo e oggi � arrivata la sentenza del tribunale di Fukushima che ha condannato Shutaro Shibuya, Akito Sekine e Yusuke Kimezawa a due anni di prigione, con la sospensione della pena per quattro anni, per gli �atti indecenti� commessi su Rina Gonoi durante un’esercitazione militare nel 2021. �Il verdetto di oggi — ha detto la ragazza fuori dal tribunale — dimostra che ci� che hanno fatto � stato un crimine, quindi voglio che lo affrontino e riflettano sulle loro azioni. E spero che questo incoraggi altre vittime a parlare apertamente�.

L’aggressione

Nell’agosto 2021 Gonoi fu bloccata su un letto da tre commilitoni che le aprirono con la forza le gambe e si strusciarono su di lei. Alla violenza erano presenti altri soldati che, invece di intervenire, si misero a ridere. Gonoi denunci� l’accaduto ai suoi superiori, i tre uomini furono deferiti al tribunale militare ma il caso fu archiviato per mancanza di prove. Delusa e umiliata la soldata lasci� l’esercito ma decise di non arrendersi. Dopo il successo del suo video su YouTube e della petizione al ministero della Difesa i vertici militari hanno scoperto un centinaio di altri casi di abusi tra le loro fila.

Le minacce

Pi� il caso diventava virale e pi� Gonoi era oggetto di insulti e minacce, persino di morte. �Mi hanno scritto: “Ti ammazzo se vai oltre” — ha raccontato lei alla Bbc —, oppure “sei brutta”, “a me sembri un uomo”�. La giovane ha anche raccontato il clima di costante molestia in caserma: �Anche prima dell’aggressione sessuale i colleghi facevano commenti sul mio corpo, mi toccavano e si strofinavano contro di me mentre gli altri guardavano�. Gonoi ha intrapreso una causa civile in cui chiede un risarcimento di 5,5 milioni di yen (40.000 dollari; 32.000 sterline) agli autori del crimine per averle causato disagio mentale, e altri 2 milioni di yen allo Stato per non essere riuscito nel prevenire gli abusi.

I precedenti

Negli ultimi anni ci sono stati altri due casi di violenza sessuale che hanno fatto clamore in Giappone. Il caso di Johnny Kitagawa, l’imprenditore scomparso nel 2019 all’et� di ottantasette anni, fondatore della pi� potente agenzia produttrice di talenti nel Sol Levante, la Johnny & Associates. Lo scorso marzo un documentario prodotto dalla Bbc ha portato alla luce sui media mainstream quello che era gi� stato discusso in articoli di stampa e in tribunale alla fine dello scorso secolo, ovvero che Kitagawa avrebbe approfittato della sua posizione di potere per avere rapporti di natura sessuale con i giovani ragazzi che entravano nella sua compagnia. A settembre il numero delle persone molestate era arrivato a sfiorare i 500. Nel 2019 la giornalista Shiori Ito � diventata un simbolo del movimento #MeToo dopo vinto la causa civile in tribunale contro un collega Noriyuki Yamaguchi che l’aveva violentata nel 2015 mentre era priva di sensi. Secondo il pm non c’erano prove sufficienti per un procedimento penale, quindi Ito aveva avviato una causa civile.​


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12 dicembre 2023 (modifica il 12 dicembre 2023 | 14:07)

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