Filippo Macchi e quell'oro sfumato: la parentesi nel calcio poi la scherma nel nome del nonno, chi è l'atleta di Navacchio

diGabriele Noli

Ha 22 anni ed è cresciuto a Pontedera (Pisa), dove il nonno Carlo ha fondato il circolo locale di Scherma. Quando scelse il calcio gli disse: «Tanto ti riprendo» e così è stato

Filippo Macchi e quell'oro sfumato: la parentesi nel calcio poi la scherma nel nome del nonno, chi è l'atleta di Navacchio

Filippo Macchi (Ap)

Mentre era in servizio al centro sportivo balneare delle Fiamme Oro (il suo gruppo sportivo) a Maccarese, sul litorale romano, con i Giochi di Tokyo in pieno svolgimento, Filippo Macchi ripeteva a se stesso che a quelli di Parigi avrebbero voluto esserci anche lui. Con l’obiettivo di essere guardato e ricordato.

Questo ragazzo di 22 anni nato a Pontedera e cresciuto a Navacchio (frazione di Cascina) nel nome del nonno Carlo (fondatore mezzo secolo fa del locale circolo di scherma) non poteva trovare modo più eclatante per riuscirci di un argento. 

Ci aveva creduto nell’oro, fatto sudare fino all’ultima stoccata (persa, con recriminazioni e polemiche per le decisioni arbitrali) nella finale del fioretto a Cheung Ka Long, atleta di Hong Kong.

Dopo la semifinale vinta con l’americano Itkin sotto gli occhi, luccicanti, della fidanzata Giulia Amore (schermitrice pure lei e figlia di due ex campioni del fioretto, Gianmarco Amore e Diana Bianchedi), Filippo aveva ribadito di voler restare in pedana «il più a lungo possibile». 

Il suo intento l’ha raggiunto, eccome. 

Era stato proprio Carlo Macchi ad avviarlo, piccolissimo, alla scherma. Senza mai smettere di credere nel nipote, neppure quando lui lo aveva «tradito», scegliendo il calcio per qualche anno. Il nonno però non si rassegnava: un giorno affisse in palestra una foto di Filippo con la scritta «Tanto ti riprendo».

Aveva ragione lui, il ragazzo sarebbe tornato. 

Mostrando talento, ma anche una personalità fuori dagli schemi. Macchi sapeva di valere e lo avrebbe dimostrato coi risultati (vedi l’oro europeo un anno fa). 

Entrato nel 2019 nelle Fiamme Oro e diviso tra il circolo di Navacchio e la palestra del gruppo sportivo a Livorno, dove è seguito da Marco Vannini, Macchi porta avanti la tradizione di una famiglia per la quale lo sport è una scuola di vita (i genitori hanno un passato in pedana, i fratelli giocano a calcio e tennis). 

Grazie a lui, la maledizione del fioretto che domenica ha colpito di nuovo Alice Volpi (quarta come a Tokyo nel 2021) è finalmente scacciata. 

Ma la rabbia per l’oro sfumato all’ultima stoccata contro il cinese Cheung, e con il Var, no. 

30 luglio 2024 ( modifica il 30 luglio 2024 | 09:53)

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