L'ambasciatore francese in Italia: «I Giochi di Parigi saranno la promozione dei nostri valori»

diStefano Montefiori, corrispondente da Parigi

Martin Briens: «Il presidente Macron lo ha definito un anno di "orgoglio francese", dalle cerimonie per gli 80 anni dello sbarco in Normandia alla riapertura di Notre Dame a fine dicembre»

L'ambasciatore francese in Italia: 

L'ambasciatore francese in  Italia Martin Briens

Signor Ambasciatore Martin Briens, a un mese dalla cerimonia inaugurale pensa che la nuova situazione politica in Francia avrà un impatto sui Giochi olimpici di Parigi?
«I Giochi sono un evento globale, gestito dal Comitato internazionale olimpico in collaborazione con il Paese che li ospita. L’Olimpiade si pone su un piano diverso rispetto agli affari politici del singolo Paese. Poi, quel che più è importante, la Francia sta preparando i Giochi dal 2015, non c’è più nulla da decidere. Sulle questioni chiave, trasporti, sicurezza o organizzazione, è tutto pronto».

Che cosa significano questi Giochi per la Francia?
«C’è un aspetto di apertura al mondo, il presidente Macron lo ha definito un anno di “orgoglio francese”, dalle cerimonie per gli 80 anni dello sbarco in Normandia alla riapertura di Notre Dame a fine dicembre. Poi Parigi 2024 segna il ritorno dei Giochi in Europa, un legame con Milano Cortina nel 2026 per il quale metteremo a disposizione dei colleghi italiani il nostro ritorno di esperienza. E ancora c’è la promozione dei nostri valori, saranno Giochi inclusivi e sostenibili dal punto di vista ambientale, con grande attenzione alla parità con i Giochi Paralimpici. I Giochi saranno una promozione dello sport per tutti i giovani, e anche un’occasione di trasformazione del territorio, un modo per collegare meglio Parigi a Saint Denis».

La sicurezza è una grande preoccupazione. A che punto sono i preparativi?
«Abbiamo preparato un dispositivo eccezionale, con una media di 35 mila poliziotti e gendarmi e 18 mila militari dispiegati ogni giorno. E per la cerimonia di apertura sulla Senna, totalmente inedita, saranno mobilitati in totale 45 mila agenti adibiti alla sicurezza. E c’è grande attenzione anche gli aspetti di sicurezza informatica, contro gli attacchi cyber».

La tregua olimpica è una speranza ancora aperta?
«Il 21 novembre scorso l’Assemblea Onu ha chiesto quasi all’unanimità, con l’astensione della Russia, una tregua olimpica che dovrebbe riguardare non solo la guerra in Ucraina ma tutti i conflitti, da Gaza al Sudan. Il vertice G7 organizzato dall’Italia ha ribadito l’appello, gli sforzi diplomatici continueranno fino all’ultimo momento».

Sarà importante per la Francia avere buoni risultati sportivi? Sarà un momento di “soft power”?
«Lo sport è un modo per aumentare la visibilità di un Paese e per unire le persone. Lo vediamo anche in Italia, con gli effetti delle vostre vittorie nel tennis sul morale dei cittadini e sull’orgoglio nazionale. Ma è una competizione con uno spirito positivo. Ho assistito agli europei di atletica a Roma e il pubblico tifava ovviamente per gli italiani, ma tanti si congratulavano comunque con i vincitori, di qualsiasi nazionalità. Penso che questi valori saranno presenti anche ai Giochi di Parigi».

In quali sport pensate di raccogliere più medaglie?
«Di solito la Francia va bene negli sport di squadra, pallamano, basket, rugby a sette, naturalmente il calcio, ma andiamo bene anche nell’atletica, nuoto, judo, equitazione, vela».

Sono state costruite tribune nel cuore di Parigi, agli Invalides, al Trocadéro, sotto la Tour Eiffel, in place de la Concorde, ma anche strutture in periferia che rimarranno, come il villaggio olimpico a Saint Denis. Qual è il senso di questa scelta?
«Abbiamo cercato di rendere i Giochi un evento utile anche per il dopo, in modo che finita la manifestazione i vantaggi restino. Le tribune accanto ai grandi monumenti nel centro di Parigi saranno smontate, ma le nuove strutture in periferia, come il villaggio olimpico o la nuova piscina, resteranno a disposizione dei cittadini, in particolare in periferia».

Dopo i Giochi di Montréal, si teme sempre un disastro finanziario. I Giochi di Parigi saranno redditizi, o almeno non produrranno perdite?
«Prima di parlare di economia, vorrei ricordare che l’obiettivo principale dei Giochi è che siano una festa. L’atmosfera di Parigi e della Francia, lo stato d’animo saranno la cosa più importante. Detto questo, 1700 aziende francesi sono state coinvolte nei Giochi, il 75% piccole e medie imprese, le ricadute economiche sono stimate tra i 5 e i 10 miliardi di euro. Alcune infrastrutture resteranno e avranno un impatto economico, come l’estensione della linea 14 che da lunedì 24 giugno collega l’aeroporto di Orly al centro di Parigi».

Come si immagina Parigi in quei giorni?
«Devo precisare che sono parigino, e sono felice che la mia città, Parigi, intesa nel senso più ampio che comprende tutta la sua regione, sarà al centro dell’attenzione mondiale. Spero che i parigini apprezzeranno gli sforzi che sono stati fatti per trasformare in meglio la nostra città, con tante piste ciclabili che rimarranno e che spero possano migliorare a lungo la qualità della vita dei cittadini. Vorrei poi, se posso, aggiungere un’ultima considerazione».

Prego.
«Vorrei dire buona fortuna agli atleti francesi, ovviamente, ma anche ai circa 400 atleti italiani che verranno a Parigi. Lo sport italiano sta ottenendo ottimi risultati, non solo nel tennis che citavo prima. Ed è bello che i campioni aiutino e facciano da traino per tutti i giovani, come mi è capito di vedere qualche giorno fa a Napoli, dove nella palestra delle Fiamme Ore al rione Sanità ho incontrato tanti campioni italiani del passato e anche del presente che verranno a Parigi, e che cercano di coinvolgere anche le persone di solito meno vicine allo sport. Faccio a loro i miei migliori auguri».

4 luglio 2024 ( modifica il 4 luglio 2024 | 07:24)

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