Lee Stevenson, capo meccanico di Verstappen, lascia la Red Bull dopo 18 anni. E tutti vogliono il genio Adrian Newey

Eppur si muove. Persino la Red Bull, la squadra campione del mondo che alla stabilità dell’organizzazione in questi anni ha attribuito giustamente uno dei meriti dell’essere diventata così vincente. Soprattutto la Red Bull si muove, quest’anno: l’inizio del campionato è stato tormentato dalle vicende extra sportive, con le indagini (chiuse con assoluzione) sul team principal, Christian Horner, e i conseguenti smottamenti interni che hanno riguardato lo stesso Max Verstappen. A Melbourne sembra essere tornata la calma all’interno del gruppo, anche se niente è rimasto fermo. Non c’è un nesso con quello che sta accadendo, almeno apparentemente, ma intanto l’ex capo meccanico di Verstappen, Lee Stevenson, lascia la squadra dopo una militanza che durava dal 2006. Nel 2016 si è occupato proprio della macchina dell’olandese quando questo ha debuttato alla guida nel gp di Barcellona, vincendolo. E lo ha fatto fino al 2021, quando poi ha cambiato ruolo.

Adrian Newey, il genio delle macchine

L’annuncio dell’addio da parte di Stevenson è arrivato attraverso Instagram: “È stato un viaggio fantastico di cui sono molto orgoglioso. Ciò che abbiamo ottenuto è stato monumentale, qualcosa che non avrei mai immaginato nel 2006. Questa è la fine della parte A, la parte B della mia vita inizia lunedì, in Giappone, dall’altra parte della pitlane, sarà una grande sfida”. Quella più grande, di sfida, è strappare alla Red Bull il progettista geniale della macchina, Adrian Newey. L’ingegnere britannico, 65 anni, dal 2005 con la blu, è sempre stato corteggiato da tutti, Ferrari compresa. E lui stesso ha ammesso qualche mese fa di essere stato tentato da Maranello. Anche di recente il suo nome è circolato sulle scrivanie dei big. L’ultimo approccio sarebbe stato quello dell’Aston Martin. Il proprietario del team, il miliardario Lance Stroll, avrebbe rilanciato a Gedda un’offerta già fatta in passato. Moltiplicandola in denari e prospettive.

Newey e la corte di Stroll

Stroll sta facendo di tutto per costruire un top team: un quartier generale all’avanguardia, una nuova galleria del vento in arrivo, tecnici da altre squadre. Chissà che questa volta Newey, che ha rinnovato con un contratto pluriennale proprio la scorsa stagione, non ci pensi: le sue resistenze in passato erano legate al fatto che in Red Bull gode di ampia libertà operativa e creativa e oltretutto per lui Milton Keynes è come casa. Maranello è lontana per Newey e con una struttura organizzativa che forse non gli consentirebbe altrettanta autonomia. L’Aston Martin, invece, è a pochi chilometri da lui, a Silverstone. E, soprattutto, dal 2026 col cambio dei regolamenti passerà al motore Honda (anziché Mercedes) col quale in Red Bull ha lavorato a lungo.

La Red Bull e il mercato piloti

La Red Bull, viceversa, con la propria struttura Powertrain (ereditata da Honda) inizierà la collaborazione con Ford. Sarà altrettanto competitiva? È un punto sul quale forse Newey può ragionare, oltre che sugli equilibri di potere interni alla Red Bull ancora da definire e sulla stessa permanenza o meno in squadra dello stesso Vertstappen. Il quale, non a caso, oltre che alla Mercedes (Toto Wolff se lo aspetta) potrebbe valutare l’opzione Aston Martin dovesse decidere di rescindere il contratto con Red Bull che scade nel 2028. Adrian e Max insieme sulla verde? Una prospettiva che aprirebbe altri scenari.

Vettel e il ritorno possibile in Red Bull

Senza Max, per la Red Bull le opzioni sono molte: Fernando Alonso per chiudere la carriera, magari con Carlos Sainz. Ma c’è chi non esclude un clamoroso ritorno di Sebastian Vettel, che si sarebbe proposto alla squadra con la quale ha vinto 4 titoli. Il tedesco, che si è ritirato nel 2022, in questi giorni ha provato la Porsche Hypercar in Spagna per dei test. Non ha escluso di partecipare addirittura alla 24 Ore di Le Mans. Ma chissà che non torni persino alle sue radici.