‘Ndrangheta, i sultani dell’Oman chiedono un milione di euro di risarcimento danni ai colletti bianchi del clan

I sultani dell’Oman chiedono un milione di risarcimento danni a un colletto bianco dei boss del vibonese e adesso a lui tocca rispondere anche di truffa internazionale. Brutta tegola per Giovanni Barone, ritenuto la mente finanziaria che aveva permesso al clan di ‘ndrangheta dei Bonavota di costruire una rete di società all’estero buona per occultare, ripulire e riciclare soldi sporchi.


Nel corso dell’inchiesta della procura antimafia di Catanzaro era saltato fuori che a cadere vittima delle spericolate manovre finanziare di Barone e altri professionisti erano stati anche tre sultani dell’Oman, che si erano fatti sfilare un milione di euro destinati in teoria alla costruzione di un hotel in Ungheria. Quel progetto è rimasto su carta, i soldi sono spariti – in parte nei conti di professionisti e prestanome, in parte destinati all’acquisto di un lussuoso yacht – e i tre investitori sono rimasti con un pugno di mosche.


Di essere stati truffati lo hanno scoperto quando la cosa è finita sulla stampa – circostanza impossibile se la “legge bavaglio” fosse già stata approvata - dopo l’arresto di Barone e gli altri, fra cui il boss Vincenzo Barba.
E lì è saltata fuori l’amara sorpresa: per quel reato la procura non aveva potuto contestare alcunché ai responsabili perché con la riforma Cartabia il reato di truffa è procedibile solo a querela di parte. È partita la corsa contro il tempo per presentare in tempi utili tanto la querela, come la costituzione di parte civile, formalizzata oggi nel corso dell’udienza preliminare dall’avvocato Massimiliano De Benetti, del Foro di Padova.


Per il legale si è trattato di "un colpo di scena che ha salvato il processo dalla certa improcedibilità alla luce della recente Riforma Cartabia". Circostanza scongiurata grazie al deposito "in tempi record, lo scorso dicembre, della querela per conto dei sultani con la costituzione di parte civile". I sultani chiedono il risarcimento di un danno da un 1 milione di euro contro tutti gli imputati del quale, ha detto il legale in aula, "sarà data prova documentale nel corso del processo che si preannuncia caldo sotto il profilo dei soggetti internazionali che verranno interessati".