Rider, salta l’accordo sulla direttiva Ue per la tutela dei lavoratori delle piattaforme

Il Coreper, il comitato dei rappresentanti dei Paesi membri, non ha trovato un accordo sulla direttiva sulla gig economy.  A bloccare il via libera sono state le astensioni di Francia, Germania, Estonia e Grecia, che hanno impedito di raggiungere la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione. La direttiva avrebbe garantito ai rider maggiori diritti e soprattutto la possibilità di essere considerati dipendenti delle piattaforme e non più lavoratori autonomi, anche se solo a determinate condizioni.

Il voto del Coreper

L'accordo politico sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo è saltato per la seconda volta di fila dopo una lunga trattativa tra gli Stati membri e il Parlamento europeo. A comunicare l’esito del voto del Coreper è stata la presidenza di turno Ue del Belgio. L'Italia, a quanto si apprende, avrebbe votato a favore del testo.

Cosa prevedeva la direttiva

La direttiva stabiliva che, una volta scattata la presunzione di subordinazione a seguito di un’ispezione o su richiesta del lavoratore, non sarebbe stato quest’ultimo a doverlo dimostrare: avrebbe dovuto essere la piattaforma a provare che il suo collaboratore svolge un’attività autonoma e non subordinata. L’approvazione della direttiva avrebbe rappresentato una svolta per i rider, dal momento che spesso sono assunti come falsi lavoratori autonomi, malgrado le prestazioni richieste, i turni e la modalità di lavoro siano equiparabili a quelle dei dipendenti.

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