
Polonia, il repulisti del governo Tusk: si scaglia contro il governatore della Banca centrale e licenzia il comandante di Eurocorps
VARSAVIA – Nel tentativo di sbloccare la crisi istituzionale che sta attanagliando la Polonia, la maggioranza guidata da Donald Tusk ha presentato una mozione per far processare il governatore della Banca centrale Adam Glapinski. È accusato di aver compromesso l’indipendenza dell’istituzione monetaria durante gli otto anni dei governi del Pis. Glapinski si sarebbe piegato ai desiderata della politica: un peccato mortale per un banchiere centrale.
Il governatore della Banca centrale
Se la mozione sarà approvata, Glapinski finirà davanti al Tribunale di Stato, la corte che ha il compito di giudicare specificatamente gli alti funzionari pubblici. Sarebbe la prima volta dal 2005 (ossia da quando il Pis era tornato di nuovo al potere). In un’intervista al Financial Times il governatore della Banca centrale ha definito le accuse contro di lui “demenziali”. Tra di esse spicca quella di aver abbassato i tassi d’interesse in una fase di inflazione alta, quella di aver comprato titoli di Stato finanziando indirettamente il disavanzo pubblico e quella di aver volutamente indebolito lo zloty, la valuta polacca, senza consultarsi con il consiglio direttivo della banca.
Il comandante dell’Eurocorps
Nei giorni scorsi il governo Tusk ha anche licenziato in tronco il tenente colonnello Jaroslaw Gromadzinski dal ruolo di comandante dell’Eurocorps, la struttura militare di risposta rapida della Nato e dell’Ue. L’ufficiale aveva il compito di addestrare militari ucraini.

Da un’indagine del controspionaggio polacco sarebbero emersi gravi indizi contro di lui: secondo alcuni media avrebbe girato informazioni segrete a potenze straniere. Qualcuno sospetta persino che le abbia trasmesse a Mosca. Il comunicato ufficiale del ministero della Difesa si è limitato a chiarire che Gromadzinski è stato rimosso dal suo incarico e richiamato in Polonia “per proteggere informazioni classificate”. E che sarà rimpiazzato da un altro ufficiale “con effetto immediato”.
L’ex ministro della Giustizia
Un altro indizio del tramonto degli otto anni di era autocratica del Pis sono i blitz della procura contro alcuni esponenti del partito alleato di Kaczynski, “Polonia sovrana”. L’ex ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro era diventato uno dei maggiori simboli dei continui abusi di potere dei governi del Pis: da subito aveva assunto il doppio ruolo di ministro e di Procuratore generale, in violazione delle più elementari regole democratiche.
Nei giorni scorsi la procura ha ordinato la perquisizione del suo appartamento e quello di altri ex viceministri, sottosegretari e parlamentari di “Polonia sovrana”. Il sospetto è quello che abbiano usato irregolarmente circa 100 milioni di zloty (23,2 milioni di euro) affidati a una fondazione guidata da un prelato, Michal Olszewski. L’accusa è abuso di potere e uso illegittimo di fondi pubblici. Appena insediato, il nuovo ministro della Giustizia e successore di Ziobro, Adam Bodnar, aveva interrotto i finanziamenti alla fondazione.