Raid americani tra Siria e Iraq: rappresaglia, ma senza conflitto diretto

di Guido Olimpio

L’area colpita, i bersagli distrutti e le possibili contromosse lasciate aperte per Teheran sembrano indicare uno stesso scenario: �coreografia� diplomatica, ma nessuno scontro fra Usa e Iran

Raid americani tra Siria e Iraq: rappresaglia, ma senza conflitto diretto

Joe Biden assiste al rimpatrio delle salme dei soldati americani uccisi dal drone in Giordania

Tre punti sugli strike ordinati dalla Casa Bianca contro le fazioni �radicali�.
L’area. L’azione si � concentrata su un’area remota ma importante, lungo un asse al confine Siria-Iraq che rappresenta una via logistica e racchiude strutture importanti delle milizie filoiraniane. Alcune delle localit�, come Abu Kamal, sono state spesso prese di mira dagli Usa e forse anche dagli israeliani. Non si pu� escludere un’estensione delle operazioni ad altri punti, tuttavia per ora gli americani vogliono circoscrivere il duello ad un’arena nota, strategica (per gli alleati di Teheran) e al tempo stesso periferica.

I target. Distrutti depositi, mezzi, centri di comando. Un tentativo di degradare il potenziale del nemico usando anche i B1 decollati da Dyess, in Texas, e riforniti in volo. La partecipazione dei bombardieri risponde ad esigenze tattiche ma � anche una sottolineatura di una ritorsione con mezzi importanti. Insieme ai militanti sono state attaccate strutture usate dalla Qods, la �divisione� dei pasdaran incaricata di assistere le fazioni e perno dell’azione di Teheran in Medio Oriente. L’inclusione dei �guardiani� nel banco bersagli � un segnale graduato agli ayatollah: li hanno colpiti in altri paesi e non in Iran. La preoccupazione di Washington � di evitare un conflitto diretto, da qui i tempi dilatati della rappresaglia, ampiamente annunciata. Anche troppo, per chi voleva una bordata massiccia. Secondo indiscrezioni numerosi ufficiali iraniani e delle milizie si erano messi al sicuro in quanto sapevano del pericolo imminente. Oltre all’iniziativa militare la Casa Bianca ha approvato sanzioni nei confronti di pasdaran coinvolti in programmi hacker, traffici, armamenti. Misura simbolica e con effetti concreti tutti da dimostrare, gesto della �coreografia� diplomatica.

La contromossa. L’Iran, come gli Usa, ha fatto capire di non volere lo scontro diretto mescolando toni duri ad atteggiamenti pragmatici. Siamo per� in un contesto di azione-reazione e allora � possibile una contromossa lasciata sempre ai movimenti fedeli. Ai militanti non mancano agli obiettivi: le tante basi degli Stati Uniti nella regione alla portata di razzi non guidati, droni, missili. Questo ultimo ciclo � parte del confronto antico, precedente alla crisi di Gaza, ma � stato innescato dall’uccisione di tre militari americani all’interno di Tower 22, avamposto in Giordania, vicino alla frontiera siriana. Domani o dopo potremmo essere nella stessa situazione.


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3 febbraio 2024 (modifica il 3 febbraio 2024 | 09:46)

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