Aifa, insediato il nuovo Cda: il vertice è formato da soli uomini e sotto la foto d’insediamento si scatena la polemica
È composto da soli uomini il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, ovvero l’organo, controllato dal Ministero della Salute, che è l’autorità competente per l’attività regolativa dei farmaci. Il nuovo presidente, Robert Giovanni Nisticò, ha preso il posto di Giorgio Palù, ora in dirittura per essere candidato alle elezioni europee nelle liste di Forza Italia. Una foto, pubblicata sul sito dell’Aifa e sui social, ritrae l’insediamento del nuovo Consiglio e quello che salta subito all’occhio è che una stanza dove sono presenti solo uomini: 10 membri (compreso il presidente e i due direttori, scientifico e amministrativo) e neanche una donna. Come purtroppo, il precedente Cda.
Non trattandosi di una società quotata o di una pubblica amministrazione, ma di un ente di diritto pubblico, l’Aifa può permettersi di non rispondere alla regola delle cosiddette «quote di genere» introdotta dalla Legge Golfo Mosca che prevede che il genere meno rappresentato sia presente almeno nella misura di un terzo. Legge che negli ultimi anni ha portato a un sempre maggiore equilibrio negli assetti delle società e degli enti pubblici.


Volendo cercare una donna ai vertici dell’Aifa, si trova solo il nome di Anna Rosa Marra, che è stata direttore generale ad interim, dopo che Nicola Negrini ha terminato il suo mandato e fino al completamento della riforma. Ma la situazione attuale dei vertici dell’Aifa è quella fotografata nell’immagine che vediamo sopra: solo uomini. Nonostante le tante leggi e campagne pubbliche che invitano al rispetto della pluralità.
Stupisce che sia una formazione di questo tipo, o meglio di questo «genere», quella chiamata a prendere decisioni che hanno un impatto su una società composta al 50% da donne (consumatrici di farmaci). Davvero non si sono trovate esperte e figure abbastanza qualificate per entrare nei vertici della nostra agenzia del farmaco? Come si chiedono sui social, molti medici, manager, farmacisti e altri esperti autorevoli del settore, oltre a semplici cittadini, commentando comunicazione e foto.
L’Aifa autorizza la sperimentazione e la messa in commercio dei nuovi farmaci nel nostro Paese, ne decide i prezzi, ne segue il ciclo di vita e ne controlla sicurezza e appropriatezza. Compresi tutti quei farmaci che riguardano la salute delle donne. Non a caso, forse, nel novembre scorso, fu proprio il precedente Cda l’Aifa (anche quello composto da soli uomini) a bloccare la decisione di rendere la pillola anticoncezionale gratuita per tutte le donne: purtroppo è gratis solo per le donne sotto il 26 anni e solo se prescritte negli ospedali o nei consultori. Un dietrofront che esclude 15 milioni di donne e che, avendo tagliando fuori le farmacie, rende il diritto poco accessibile.