Una richiesta unanime in sintonia con gli Usa

di Massimo Franco

Un errore interpretare le parole di Tajani come una fuga in avanti

Una richiesta unanime in sintonia con gli Usa

Sarebbe un errore interpretare la durezza delle parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, come un’iniziativa personale o una fuga in avanti. L’attacco ai terroristi di Hamas, definiti �la nuova Gestapo, se non peggio�, � il tentativo di riequilibrare una narrativa che nelle ultime settimane si � sbilanciata a causa della reazione militare israeliana. E aggiungere che �Israele sbaglia nell’offensiva sproporzionata contro i civili�, non significa far mancare la solidariet� dell’Italia. Semmai, � un modo per fare presenti contraccolpi negativi gi� vistosi.

Si intuisce un raccordo stretto con Palazzo Chigi e Stati Uniti esasperati dall’atteggiamento del premier israeliano Benjamin Netanyahu: un approccio che sta appannando le responsabilit� della carneficina del 7 ottobre perpetrata da Hamas. Il tentativo di dialogo fatto ieri dalla premier Giorgia Meloni e dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, riflette l’esigenza di trovare una posizione comune. E averla raggiunta in Parlamento su una richiesta di �cessate il fuoco� tiene a bada le sacche anti-ebraiche e anti-Usa, e tende una mano al fronte pro-Israele.

Fa riaffiorare, dopo mesi, una linea di politica estera condivisa: un risultato che, col �s� alle mozioni di maggioranza e Pd, rafforza il profilo unitario del governo. E si rivela utile all’opposizione e alla stessa premier: sebbene non sia chiaro quanto regger�. Ribadisce la consapevolezza di dovere affrontare i problemi in un’ottica non solo nazionale; tanto pi� se inquinata da una campagna per le Europee che esalta gli egoismi di partito. Vale per la crisi mediorientale, per l’Ucraina, e perfino per la protesta dei trattori. Basta mettere in fila queste vicende che appaiono collegate pi� di quanto sembri.

Colpisce la notizia che gli hacker russi stanno bombardando di messaggi i siti europei. Aizzano i blocchi stradali degli agricoltori, sostenendo che l’Ue non dovrebbe pensare a dare soldi all’Ucraina ma ai loro problemi. N� si pu� trascurare la politica sospetta che la Russia sta seguendo nel conflitto in Medio Oriente. Se questo diventa materia di polemica interna, i rischi sono evidenti. Anche perch� a volte riemergono istinti nei quali si indovina la voglia di capri espiatori.

All’improvviso, sembra che malessere e incertezza dipendano soprattutto dalle scelte dell’Europa. L’Ue tende a essere raffigurata di nuovo come matrigna o impotente, come ai tempi del governo M5S-Lega: si tratti di Medio Oriente, Ucraina o trattori. La stessa unit� raggiunta ieri alla Camera si accompagna a una critica di Schlein alla Ue che dovrebbe impegnarsi per il riconoscimento dello Stato di Palestina; e a una maggioranza di destra che evoca le leggi dell’Europa come responsabili principali della rivolta dei trattori. Gioco troppo facile da parte di tutti, che sa di rimozione delle proprie responsabilit�.

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13 febbraio 2024 (modifica il 13 febbraio 2024 | 22:14)

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