Sarebbe un errore interpretare la durezza delle parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, come un’iniziativa personale o una fuga in avanti. L’attacco ai terroristi di Hamas, definiti �la nuova Gestapo, se non peggio�, � il tentativo di riequilibrare una narrativa che nelle ultime settimane si � sbilanciata a causa della reazione militare israeliana. E aggiungere che �Israele sbaglia nell’offensiva sproporzionata contro i civili�, non significa far mancare la solidariet� dell’Italia. Semmai, � un modo per fare presenti contraccolpi negativi gi� vistosi.
Una richiesta unanime in sintonia con gli Usa
Un errore interpretare le parole di Tajani come una fuga in avanti

Si intuisce un raccordo stretto con Palazzo Chigi e Stati Uniti esasperati dall’atteggiamento del premier israeliano Benjamin Netanyahu: un approccio che sta appannando le responsabilit� della carneficina del 7 ottobre perpetrata da Hamas. Il tentativo di dialogo fatto ieri dalla premier Giorgia Meloni e dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, riflette l’esigenza di trovare una posizione comune. E averla raggiunta in Parlamento su una richiesta di �cessate il fuoco� tiene a bada le sacche anti-ebraiche e anti-Usa, e tende una mano al fronte pro-Israele.
Fa riaffiorare, dopo mesi, una linea di politica estera condivisa: un risultato che, col �s� alle mozioni di maggioranza e Pd, rafforza il profilo unitario del governo. E si rivela utile all’opposizione e alla stessa premier: sebbene non sia chiaro quanto regger�. Ribadisce la consapevolezza di dovere affrontare i problemi in un’ottica non solo nazionale; tanto pi� se inquinata da una campagna per le Europee che esalta gli egoismi di partito. Vale per la crisi mediorientale, per l’Ucraina, e perfino per la protesta dei trattori. Basta mettere in fila queste vicende che appaiono collegate pi� di quanto sembri.
Colpisce la notizia che gli hacker russi stanno bombardando di messaggi i siti europei. Aizzano i blocchi stradali degli agricoltori, sostenendo che l’Ue non dovrebbe pensare a dare soldi all’Ucraina ma ai loro problemi. N� si pu� trascurare la politica sospetta che la Russia sta seguendo nel conflitto in Medio Oriente. Se questo diventa materia di polemica interna, i rischi sono evidenti. Anche perch� a volte riemergono istinti nei quali si indovina la voglia di capri espiatori.
All’improvviso, sembra che malessere e incertezza dipendano soprattutto dalle scelte dell’Europa. L’Ue tende a essere raffigurata di nuovo come matrigna o impotente, come ai tempi del governo M5S-Lega: si tratti di Medio Oriente, Ucraina o trattori. La stessa unit� raggiunta ieri alla Camera si accompagna a una critica di Schlein alla Ue che dovrebbe impegnarsi per il riconoscimento dello Stato di Palestina; e a una maggioranza di destra che evoca le leggi dell’Europa come responsabili principali della rivolta dei trattori. Gioco troppo facile da parte di tutti, che sa di rimozione delle proprie responsabilit�.
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13 febbraio 2024 (modifica il 13 febbraio 2024 | 22:14)
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