Attacco in Iran, la base e la produzione di missili: perché Isfahan è un obiettivo

diDavide Frattini

Isfahan è considerato dai Servizi un centro strategico importante. Teheran minimizza quella che sembra essere una risposta ai raid di sabato scorso

Gerusalemme - A Isfahan i generali iraniani hanno costruito quello che è chiamato «bunker fine del mondo», un quartier generale superprotetto da cui dirigere la guerra. Ed è una base vicino all'aeroporto, usato anche dai militari, della città al centro del Paese che gli israeliani avrebbero bombardato qualche ora prima dell'alba. Le conferme arrivano solo da fonti anonime citate dal New York Times, due israeliane e tre iraniane, mentre l'agenzia di stampa ufficiale controllata dal regime a Teheran sostiene che le esplosioni sentite sono quelle dei sistemi di difesa, nessun lancio sarebbe avvenuto da fuori il territorio. È una prima indicazione: lo scorso gennaio il Mossad avrebbe colpito sempre a Isfahan un impianto per la costruzione di missili usando droni assemblati dentro l'Iran da operatori locali arruolati dal servizio segreto.

Gli ayatollah sembrano voler minimizzare quella che sarebbe la risposta iniziale al raid nella notte di sabato scorso, oltre 300 tra droni e missili lanciati contro Israele, il primo attacco diretto tra le due nazioni nemiche. 

La televisione manda in onda scene da Isfahan per mostrare che tutto è tranquillo, accompagnate da musica calmante per ascensori, come a dire: non stiamo salendo di un altro piano verso il conflitto totale. Nonostante le minacce dei giorni scorsi, quando il presidente Ibrahim Raisi e i comandanti dei Pasdaran avevano avvertito che a qualunque operazione israeliana sarebbe seguita una rappresaglia massiccia.

Isfahan è considerato dall'intelligence un importante centro per la produzione missilistica e di droni. A un'ora dalla città è attivo il sito atomico di Natanz, uno dei più importanti e protetti nel programma nucleare del regime islamico. Gli israeliani potrebbero scegliere come in passato di non confermare né smentire l'attacco, permetterebbe di evitare quell'escalation regionale temuta dagli americani, che dicono di non essere stati avvisati in anticipo della missione. Soprattutto potrebbero scegliere di continuare così: riportare la guerra nell'ombra com'è stato in questi anni, lasciare che gli iraniani continuino ad aspettare il contrattacco massiccio mentre lì bersagliano con operazioni ridotte.

19 aprile 2024 ( modifica il 19 aprile 2024 | 07:07)

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