Gaza, perché la «trincea» Sud e Khan Younis sono importanti

Il sud di Gaza ha molte ragioni per essere importante. Intanto rappresenta al momento un’area di rifugio per decine di migliaia di civili costretti a lasciare le loro case al nord della Striscia. Un aspetto umanitario in una situazione gi� disastrosa. Non hanno altro luogo dove andare, a meno che Egitto non apra le porte del Sinai. Scenario per� escluso dal Cairo che fa la sua parte gestendo, con gli organismi internazionali, l’ingresso di aiuti e carburante, generi sempre pi� indispensabili mentre i suoi servizi conducono la diplomazia parallela sui rapiti.

Al secondo punto ci sono i tunnel, quelli storici. Infatti, le prime gallerie per alimentare i traffici con il territorio egiziano sono nate qui e progressivamente i clan le hanno usate per far entrare ogni tipo di merce o beni di uso comune. Parliamo degli anni ’80 e ’90. In una fase successiva hanno permesso alle fazioni di importare armamenti, dai controcarro ai primi missili, dalle granate ai sistemi antiaerei portatili. I cunicoli hanno assunto una funzione logistica presto appaiata ad una dimensione bellica. Anche in quest’area sarebbero stati creati dei tunnel per ospitare mujaheddin e materiale, per favorire la difesa in caso di attacco, per sparare da postazioni interrate. Non solo: la vicinanza con la frontiera egiziana permette il transito di esponenti al di fuori di qualsiasi controllo. Ma anche l’ingresso di qualche �consigliere� o componente speciale se necessario. L’intelligence, attraverso informatori e velivoli-spia, ha dedicato molta attenzione al campo profughi di Khan Younis, un simbolo della lotta palestinese. Lo Shin Bet sospetta che possa nascondere un buon numero di ostaggi e soprattutto non esclude che i vertici del movimento dirigano la resistenza da �basi� stabilite nei sobborghi.

Yahya Sinwar, il leader politico, � nato da queste parti, stessa cosa per suo fratello Mohammed, considerato uno dei responsabili delle Brigate al Qassam, personaggio considerato un bersaglio primario.

Viene sempre da Khan Younis il numero uno dell’ala militare Mohammed Deif, il �fantasma�, l’inafferrabile, uno dei pianificatori dell’assalto del 7 ottobre. Un doppio legame, simbolico e operativo, con questa terra affidata al controllo di alcuni Battaglioni. All’inizio del conflitto una buona parte dei 30 mila guerriglieri era schierata nella parte meridionale, con la consueta suddivisione in reparti antitank, lanciatori di razzi, squadre dei deltaplani con un paio di siti riservati al training. Gerusalemme sostiene di aver ucciso con raid diversi �ufficiali� operanti a Khan Younis e dintorni, compresi alcuni vicini al livello pi� alto della fazione. Perdite mai confermate dal movimento. Vedremo nei prossimi giorni se Israele decider� un’azione ancora pi� massiccia contro questa seconda �trincea�.