Voto alle Europee, studenti fuori sede: domanda da consegnare entro domani

diFranco Stefanoni

Per circa 830 mila studenti ultime ore prima che non sia più possibile il voto nel luogo del domicilio, senza bisogno di tornare alla residenza

Entro domenica 5 maggio gli elettori fuori sede che intendono votare per le elezioni europee 2024 nel luogo di temporaneo domicilio devono presentare apposita domanda al comune di residenza. È la prima volta (mentre in Europa è quasi ovunque diffuso). A oggi infatti, più in generale, in Italia ne hanno potuto in parte usufruire i corpi di polizia e militari, i vigili del fuoco e i naviganti (almeno per le Politiche e i referendum). Tuttavia, ciò che è stato previsto per gli studenti non è ancora esercitabile per i lavoratori. Né è consentito per le Politiche. Infatti, l'attuale nuova legge considera esclusivamente le elezioni europee.

Sono quasi 830mila (in base a dati del ministero dell'Università e della ricerca) gli studenti fuori sede che potranno invece quest'anno recarsi alle urne per le liste e i candidati della propria circoscrizione territoriale di origine, senza dover rientrare nel comune di residenza. Questo con un forte risparmio di spese e tempo per chi dovrebbe spostarsi. Il ministero dell'Interno, sul proprio sito, ricorda che entro il 5 maggio va fatta domanda. Chi è domiciliato per un periodo di almeno tre mesi in un Comune fuori dalla propria Regione di residenza può votare nel Comune dove vive temporaneamente se appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del Comune di residenza o in seggi speciali istituiti nel capoluogo di Regione del Comune dove vive temporaneamente, se quest'ultimo appartiene ad una circoscrizione elettorale diversa da quella di residenza.  

La maggior parte di loro si sposta verso il Nord Italia, che ospita la percentuale più alta di fuori sede. Milano è la provincia che ne ospita di più: sono almeno 49.600. Il capoluogo lombardo è seguito da Roma (38 mila) e Bologna (30 mila) fuori sede. A seguire Torino (29.324) e Ferrara (14.242). In quest’ultima città gli studenti fuori sede rappresentano il 59,75 per cento sul numero di studenti totale.

Gli studenti fuori sede hanno diritto alle vigenti agevolazioni di viaggio dal comune di temporaneo domicilio al capoluogo di regione e ritorno per l’esercizio del diritto di voto presso la sezione speciale di assegnazione.
Gli studenti ammessi al voto fuori sede nelle speciali sezioni istituite presso i capoluoghi di regione potranno poi valutare di svolgere la funzione di componenti dei seggi speciali laddove i sindaci ritenessero, se necessario, di individuarli per tale compito.

La domanda per votare va presentata al Comune di residenza. Entro martedì 4 giugno 2024, il comune di temporaneo domicilio, ovvero comune capoluogo della regione in cui è situato il comune di temporaneo domicilio, rilascerà allo studente fuori sede un’attestazione di ammissione al voto con l’indicazione del numero e dell’indirizzo della sezione presso cui votare. L’attestazione potrà essere rilasciata anche mediante l’utilizzo di strumenti telematici e dovrà esibita al seggio per poter essere ammesso a votare, unitamente al documento di riconoscimento e alla tessera elettorale.

I partiti intanto si contendono l'originale paternità della legge 38 del 2024. Per la premier Giorgia Meloni: «Grazie ad una storica proposta di Fratelli d'Italia diventata legge, per la prima volta gli studenti fuori sede potranno votare alle elezioni europee senza dover tornare nel loro comune di residenza. Avete tempo fino al 5 maggio per presentare la domanda. Non perdete quest'importante occasione per dare forza all'Italia in Europa». «Cara Giorgia Meloni facciamo che era una proposta giusta, senza che ti debba ricordare che l'hanno ideata i giovani democratici?», ha detto Marianna Madia del Pd, «finalmente voteranno gli studenti, purtroppo i lavoratori no, ancora nulla per le elezioni politiche. Ci lavoreremo insieme. Senza propaganda».

Alla legge si è arrivati dopo anni di rinvii e incertezze. Nel corso degli anni sono stati infatti tanti gli impegni presi dai governi che si sono succeduti, e altrettanti i disegni di legge presentati in Parlamento.
Nella scorsa legislatura, nonostante le nostre pressioni, alla Camera non è mai partita una proposta di legge che avrebbe permesso il voto a distanza a partire dalle elezioni politiche di settembre 2022.

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4 maggio 2024 ( modifica il 4 maggio 2024 | 14:02)

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