Treviso, anziana 80enne scopre di avere due sorelle e tre fratelli dopo il test del Dna
Paola Franzin, di 80 anni, fu concepita da un soldato che durante la Seconda Guerra Mondiale si rifugiò nel Trevigiano. Poi il ritorno in provincia di Frosinone dove formò un'altra famiglia
Quelle ciocche colorate, che accendevano di rosso i capelli dei discendenti, e quegli occhi tanto azzurri, erano così diversi dal fenotipo del resto della famiglia da non passare inosservati. Ma ogni dubbio ha trovato una risposta. La verità è stata riportata a galla dalla tenacia di una donna, Sonia Andretta. Che dopo trent’anni di ricerche, prima ha scoperto l’identità del nonno, poi ha presentato alla madre Paola Franzin, oggi ottantenne, i fratelli che quest’ultima non sapeva di avere.
La storia d'amore
È stata una grande emozione per la signora Franzin, classe 1943, incontrare lo scorso 2 maggio una nuova e consistente parte della famiglia: le sorelle Anna e Filomena e i fratelli Severino e Gino. Mancava soltanto Fernando, che vive in Canada. A legarli è lo stesso padre, Pietro Martelluzzi oggi defunto, che durante la Seconda Guerra Mondiale aveva avuto una relazione in Veneto, nel territorio di Cessalto. Da quella storia d’amore, nacque Paola.
Erano tempi bui, e un soldato al fronte sapeva di poter incontrare la morte prima di riuscire a riabbracciare i propri affetti. Ma a Martelluzzi la sorte riservò un futuro migliore: l’uomo tornò a Veroli, in provincia di Frosinone, da dove veniva, e di lui non si seppe più nulla.
Le ricerche
Va da sé che il passato di Paola Franzin sia stato per lunghi anni avvolto nel mistero e nel vuoto dell’assenza di un padre. «Il soldato fu trasferito e mia mamma diventò grande – racconta la figlia di Paola, Sonia Andretta –. Di questa storia, venni a conoscenza dalla nonna, ricordo che era una sera d’estate. Annotai il nome di Pietro Martelluzzi custodendolo nel mio diario e le promisi che l’avrei trovato». E così è stato. «Ho cercato per trent’anni anni tra i registri della Croce Rossa, tra gli elenchi dei militari rimpatriati, dispersi, sopravvissuti. Li ho passati ad uno ad uno. Ma ho fatto anche pubblicare annunci sui quotidiani di Roma e dintorni, sui social. Ho scritto a «C’è posta per te» di Maria De Filippi ma senza risultato. Troppo pochi gli elementi in mio possesso». Lo scorso novembre la svolta: «Ho sottoposto mia madre ad un test del Dna, avevo sentito parlare di questa strada in un’intervista. Il risultato, confrontato con tutti quelli di una banca dati, era molto affine a quello di una ragazza con origini nel comune di Veroli. Ho quindi concentrato sulla cittadina del Frusinate tutte le mie ricerche, finché non sono arrivata ad un nipote di Pietro Martelluzzi».
L'incontro
Un fulmine a ciel sereno per i cinque “nuovi” fratelli di Paola Franzin e le loro famiglie. Ma una volta superato lo shock iniziale, la gioia dell’incontro è stata immensa e reciproca. «Mi sono riconosciuta nei loro volti – ammette Paola Franzin –. Se penso che per tutti questi anni mi sono sempre chiesta a chi assomigliassi, perché nella mia famiglia non c'era nessuno con i miei tratti somatici! Naturalmente sapevo che la spiegazione proveniva dai geni di mio padre. Ed oggi, grazie all’affetto dei miei cari, ho potuto ricongiungermi con i nuovi fratelli e ricomporre così il puzzle della mia vita». Si unisce alla gioia della famiglia anche il sindaco di Cessalto, Emanuele Crosato: «Il destino ha tessuto i suoi fili con delicatezza – afferma –. E nel caleidoscopio delle emozioni, il nome di Pietro, il padre dimenticato, risplende come una stella».
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