Tensione al Senato, La Russa rimprovera il governo: “Aula non può attendere tempi altrui”. E il dl Proroghe passa con l’ennesima fiducia

Al presidente del Senato Ignazio La Russa tocca rimproverare il governo nella fattispecie del ministero dell’Economia e delle Finanze. Tra i capigruppo la discussione per il dl Proroghe va per le lunghe, complici 4 nuovi emendamenti presentati dalla relatrice meloniana. L’aggiunta però non viene accolta con piacere dagli alleati leghisti, che fanno barricata contro una nuova versione del testo. A riprendere i ritardi interviene dunque lo stesso La Russa: “Il Senato non può essere in attesa dei tempi anche se doverosi e giusti", ha commentato in Aula il suo stesso presidente. "C'è da porre un rimedio, non siamo il terminale di percorsi altrui anche quando giustificati", ha aggiunto.

Una nuova conferenza dei capigruppo è stata dunque convocata dopo le parole del presidente meloniano della commissione Bilancio, Nicola Calandrini. La commissione “Ha terminato l'istruttoria su oltre 200 emendamenti presentati per l'aula ma siamo in attesa di avere dal Mef le ultime relazioni tecniche”, ha precisato il senatore. “Quindi ho sospeso la commissione alle 12, tra qualche minuto la riprendo ma probabilmente serviranno ancora un paio d'ore di lavoro in commissione”.

Dal Mef i senatori attendono le relazioni necessarie per intraprendere il voto su 4 nuovi emendamenti, presentati al rush finale dalla relatrice del testo di Fratelli d’Italia Antonella Zedda. Le aggiunte bloccano quindi la legge in attesa di una nuova votazione, ma di aspettare ancora la Lega non ne vuole sentire. Da mediatore, il partito di Giorgia Meloni rimuove gli emendamenti e invia il testo in Aula, dove il governo ne annuncia la fiducia che passerà con 98 sì e 60 no.

"La Russa oggi ha preso atto dell'arroganza del governo, del mancato rispetto delle prerogative non solo del Senato ma di tutto il parlamento perché a Montecitorio non mi pare vada meglio”, ha dichiarato Francesco Boccia, capogruppo dem testimone della bagarre. Dalle fila pentastellate, anche il capogruppo Stefano Patuanelli richiama all’emergenza. “Credo non si possa andare avanti così. Il parlamento è assolutamente esautorato da qualsiasi tipo di attività per l'incapacità del governo di gestire i provvedimenti”, commenta il senatore.

“È una fiducia contro la propria maggioranza”, ribatte il capogruppo renziano Enrico Borghi, perché “sconfessa completamente l'operato della relatrice delle ultime ore, e si annulla il lavoro sui 200 emendamenti aggiuntivi di questi giorni. Evidentemente nel governo c'è una tensione sui contenuti. E già si preannuncia un'altra fiducia la prossima settimana. Se questa è l'anticamera di quello che ci attende con la legge di bilancio, ci sarà da divertirsi”.