Tira una brutta aria nel team Red Bull. La notizia � di per s� eccezionale visto che stiamo parlando dell’isola pi� felice della F1, reduce da 5 titoli mondiali vinti negli ultimi 3 anni.
Horner, la lotta tra fazioni in Red Bull dietro lo scandalo. Il ruolo di Marko, anche Newey può lasciare
Accusato di atti inappropriati da una dipendente, Christian Horner rischia di doversi dimettere. La Red Bull sembra poco protettiva: dietro ci sono le lotte tra le due fazioni, quella thailandese e quella austriaca. Anche il genio Newey potrebbe andarsene

Christian Horner, il grande capo, al timone dal 2004 (quando Red Bull acquist� la Jaguar Racing), accusato di atti inappropriati da una dipendente, � sotto inchiesta. Un’indagine interna che verr� risolta a breve (si presume venerd� prossimo) le cui risultanze potrebbero cambiare il destino del manager inglese e, di conseguenza, del team. Data la rilevanza mediatica del personaggio, sposato con l’ex Spice Geri Halliwell, abbinata alla tipologia delle imputazioni, � scattato un circo mediatico gonfio di ipotesi e di pettegolezzi a luci rosa e rosse. Foto scabrose inviate a una assistente. Probabile. Messaggi o mail inappropriate. Cos� pare.
Horner nega; Red Bull ha subito annunciato di aver preso la questione �molto seriamente� con tanto di investigatore esterno, al lavoro per appurare e chiudere il caso. Una vicenda che molti gi� abbinano alle dimissioni dell’imputato. Vedremo. Il tutto non elimina dalla scena qualche interrogativo. Horner ha conquistato con Red Bull 7 Mondiali piloti e 6 titoli Costruttori. � un condottiero di lungo corso, abile e fedelissimo, anche a fronte di proposte in arrivo da altri team; sta compiendo un’operazione ardua, destinata a realizzare vetture complete di motore costruito internamente; ha messo assieme negli anni una �quipe tecnica di prim’ordine, avviata con l’ingaggio di Adrian Newey, scosso al punto da far ipotizzare una sua — altrettanto clamorosa — defezione.
A fronte di tutto ci�, pare curioso l’atteggiamento della Casa madre, ben poco protettivo per modi e toni, nei confronti di una figura tanto rilevante. Sia chiaro: il rigore, in questi casi, � d’obbligo, ma fa anche pensare a una insofferenza pi� profonda all’interno dell’azienda orfana del suo guru, Dieter Mateschitz (scomparso nel 2022) con due fazioni — quella thailandese, detentrice del 51% della propriet�, con a capo Chalem Yoovidhya, e quella austriaca, guidata da Oliver Mintzlaff — a spartirsi onori, oneri e decisioni. Senza contare l’onnipresente consulente speciale Helmut Marko , molto ascoltato a Salisburgo. La sensazione � che manchi una cautela altrettanto dovuta, non solo nei confronti di Horner — chi sbaglia, paga — ma dell’intero team. Un giocattolo da corsa vincente ma delicato. Nel momento in cui si prepara a difendere onore e prestigio conquistati sul campo.
Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
7 febbraio 2024 (modifica il 7 febbraio 2024 | 07:07)
© RIPRODUZIONE RISERVATA