Come sta Re Carlo? Marchetti: «L'ho visto ieri, era di buon umore. E abbiamo fatto nuovi piani»
Federico Marchetti, fondatore di Yoox, parla con il «Corriere» dopo l'incontro a Buckingham Palace con il Re, avvenuto il 1 maggio, poche ore dopo il ritorno del sovrano alla vita pubblica
Come sta davvero re Carlo III? È la domanda che il Regno Unito (con la stampa internazionale) si pone da mesi, da quando il sovrano britannico è stato operato alla London Clinic.
Si avvicina il primo anniversario dall’incoronazione del re – a Londra il 6 maggio di un anno fa – e il ritorno agli impegni ufficiali dopo la malattia di Carlo III, martedì scorso, ha lanciato un forte segnale di fiducia sulla ripresa dopo le cure per un cancro.
Ma come sta davvero Sua Maestà?
«Ho incontrato il sovrano a Buckingham Palace nel pomeriggio di ieri e ho trovato Re Carlo in buono spirito», racconta al Corriere Federico Marchetti, l’unico italiano (oltre al presidente Sergio Mattarella), invitato all’incoronazione del sovrano un anno fa. Non è la prima volta che Marchetti, fondatore di Yoox, viene ricevuto a palazzo, ma questo appuntamento arriva dopo mesi di apprensione per la salute del sovrano.
E di che cosa ha parlato con il Re? «Gli ho raccontato tutti gli ultimi bellissimi sviluppi dei progetti concreti per l’ambiente che stiamo portando avanti con la Fashion Task Force che ho l’onore di presiedere». Marchetti è infatti l’uomo al quale Carlo, re dalla vocazione sostenibile che ha aperto l’ultima Cop a Dubai, ha affidato il suo piano d’azione per un’industria della moda green: c’è Marchetti alla guida della task force fashion del progetto Sustainable Markets Initiative (SMI). L’idea dietro alla SMI di re Carlo è che il mondo del business, dalla moda ai trasporti e fino all’industria spaziale, attui piani d’azione sostenibile concreti.
Di cos’altro ha discusso a Buckingham Palace con il successore di Elisabetta II? «Ho anche condiviso con Sua Maestà alcune mie idee riguardanti il futuro di The King’s Foundation dove siedo come membro del consiglio di amministrazione. Abbiamo infine parlato molto piacevolmente di Italia, arte e cultura». L’Italia è nel cuore del re che del Belpaese conosce a fondo la storia dell’arte e apprezza ogni sfumatura della nostra cultura fino a quella gastronomica (a tavola con re Carlo non manca mai l’olio d’oliva, l’acqua con una fetta di limone e apprezza i prosciutti italiani).
Dalla Court Circular si scopre che Marchetti ha incontrato il re prima dell’udienza settimanale di Carlo III con il suo Primo ministro, Rishi Sunak. E dopo aver ricevuto Dame Cynthia Pratt, Governatore generale delle Bahamas, nella stanza 1844 di Buckingham Palace. La 1844 della reggia dei Windsor che conta circa 775 stanze, era già la preferita della regina Elisabetta II. E deve il nome all’anno in cui fra queste mura fu solennemente ricevuto lo zar di Russia, Nicola I. Qui sono stati accolti poi Angelina Jolie e il presidente cinese Xi Jinping tra gli altri.
Tra gli arredi della 1844, al Re che ha accolto i suoi ospiti vestito di un abito grigio abbinato a una cravatta azzurra, piace sicuramente la scrivania del 1820 firmata dall’ebanista David Roentgen. A Dumfries House, sede della King’s Foundation - nel cui board siede anche Marchetti che ha un posto anche in quello dei giardini di Highgrove -, Carlo III custodisce infatti la più ricca collezione di mobili Chippendale.
Vestito invece di un gessato blu, Carlo aveva fatto martedì ritorno nella vita pubblica, debuttando come patrono di Cancer UK. «Sto bene, grazie», aveva rispoto il Re a una paziente che gli aveva chiesto notizie della salute. Poche parole che hanno fatto il giro del mondo dopo tanta apprensione per la salute del sovrano britannico. Carlo ha infatti avuto il via libera dai dottori per riprendere alcune attività ufficiali mentre continua le cure per il tumore. Con lui, durante la visita all’University College Hospital MacMillan Cancer Centre, la regina Camilla, sorridente, più sicura che mai.
Una regina che ha dimostrato di aver ben meritato la corona ricevuta un anno fa nel rito di incoronazione a Westminster Abbey dove c’era anche Marchetti, seduto nel transetto centrale dell’abbazia millenaria.
«Diversi amici attorno a me: Ozwald Boateng, il designer e Edward Enninful ex direttore di Vogue UK, oltre a molti trustees del Princes’ Trust di Carlo. Qui sta la grande sfida del Re che ha davvero tenuto fede al suo progetto di un’incoronazione nuova, aperta al sociale come alle diverse fedi. Proprio come dice sempre il Re: “Le persone non sono importanti per quello che rappresentano (aristocrazia, potere) ma per quello che sono”», ci aveva raccontato Marchetti ancora «emozionato a dire poco per l’esperienza straordinaria al rito di incoronazione del Re».
Un anno fa la prima incoronazione a Londra dopo 70 anni. E adesso mentre si avvicina il 6 maggio, in questo 2024 tutto è pronto per il primo anniversario della nuova Età Carolingia.