Brexit e banchieri: Parigi li attira più di tutti, ma Londra resta la numero uno
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Quello che so sui mercati finanziari e l’economia l’ho imparato lavorando per una delle principali Sim di Piazza Affari, le società che comprano e vendono i titoli in Borsa per i grandi investitori. L’ho portato con me quando sono diventato giornalista di Repubblica dove, tra le altre cose, mi sono occupato di inchieste e grandi scandali come quello di Parmalat, contribuendo a smascherare i suoi bilanci falsi. Ogni mercoledì parleremo di società quotate e no, di personaggi, istituzioni, di scandali e inchieste legate a questo mondo. Se volete scrivermi, la mia mail è w.galbiati@repubblica.it. Buona lettura
Walter Galbiati, vicedirettore di Repubblica
Non è una classica fuga d’amore a Parigi, perché quella di Dirk Lievens, il banchiere di Goldman Sachs a capo del team che si occupa di istituzioni finanziarie in Europa, è dettata soprattutto dall’amore per gli affari. Come altri suoi colleghi, ha spostato la residenza da Londra per seguire i soldi che le banche, i fondi e le assicurazioni francesi (e di altri Paesi europei), sono pronte a spendere in un mercato in consolidamento.
L’impatto della Brexit. L’attraversamento della Manica rientra in quella migrazione di risorse umane che le grandi case d’affari hanno messo in atto a partire da fine gennaio 2020, quando la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, è diventata realtà. Lievens non è un banchiere qualunque, perché è uno dei top banker e lavora in Goldman da più di 20 anni.
Le motivazioni. "Il mio trasferimento qui – ammette lui stesso - è un segnale importante. Raddoppieremo le dimensioni del team e partiremo da lì per crescere ancora", ha dichiarato Lievens in un'intervista a Parigi riportata da Bloomberg.
L’obiettivo è di aumentare l’organico della divisione che si occupa di istituzioni finanziarie fino a 16 unità per cogliere le opportunità di business che Parigi offre visto che in termini di capitalizzazione vale il 20% del settore bancario e assicurativo europeo.
"L'attività di transazione è più intensa nell'Europa continentale", ha affermato Lievens. "Credo che assisteremo a un maggiore consolidamento bancario all'interno dei confini nazionali e a qualche transazione transfrontaliera, ma probabilmente non ancora a mega operazioni bancarie estere", mentre nel settore assicurativo probabilmente ci saranno più operazioni internazionali.
Gli altri spostamenti di Goldman Sachs. Per seguire più da vicino gli affari europei, Goldman ha trasferito da Londra anche altri banchieri, ma in altre capitali: a Milano è arrivato Francesco Pascuzzi che fornisce consulenza nel settore delle Risorse naturali, a Francoforte Axel Hoefer che si occupa di Auto e a Monaco di Baviera Macario Prieto a capo del team focalizzato sulle società europee di tecnologia, media e telecomunicazioni.
Parigi regina del post Brexit. Nonostante le altre capitali europee abbiano avuto anche loro un certo peso nell’attirare talenti, Parigi è risultata di gran lunga la destinazione preferita post Brexit, diventando la regina europea della finanza. Secondo le stime di EY, quasi 7.000 posti di lavoro si sono trasferiti da Londra al continente con Parigi a far la parte del leone con 2.800 arrivi, superando i 1.800 di Francoforte e i 1.200 di Dublino.
Così fan tutti. Come Goldman Sachs, anche altre banche d’affari del calibro di Jp Morgan, Citi, Morgan Stanley e Bank of America hanno fatto di Parigi il loro hub commerciale europeo, spinte prima dalle pressioni della Banca centrale europea e delle Autorità di vigilanza finanziaria locali, che hanno imposto alle banche di chiudere gli accordi temporanei precedentemente stipulati e di seguire le loro attività con team in loco.
Poi dall’attrattività della capitale francese che ha messo in campo offerte favorevoli alle imprese e agevolazioni fiscali per i lavoratori.
Ma Londra resta la regina della finanza. Il successo dell’operazione è racchiuso nei dati di Choose Paris Region, il rapporto che ogni anno elenca i punti di forza della regione che ruota intorno a Parigi, un territorio che con 12,3 milioni di abitanti vale il 31% del Pil francese e impiega il 23% della forza lavoro nazionale.
Ma che tuttavia mostra anche come nonostante i passi avanti compiuti dopo la Brexit che l’hanno spinta a diventare la capitale più attrattiva dell’Unione europea a discapito delle altre città concorrenti come Francoforte, Parigi tuttavia non è ancora riuscita a scalzare Londra che per le attività finanziarie si contende il primato mondiale con New York.
Le classifiche che incoronano Londra. Secondo l’autorevole report Global Power City Index, che mette in fila le città del mondo per la loro capacità di attirare persone, capitali e imprese, redatto dall’Institute for Urban Strategies della Mori Memorial Foundation, un ente di ricerca fondato da Mori Building, impresa edile di Tokyo leader nello sviluppo urbanistico, Parigi risulta quarta, preceduta da Londra (prima), New York (seconda) e Tokyo (terza). Ed è terza nell’indice di At Kearney che classifica le capitali in base alle performance economiche, dietro a New York, questa volta prima, e a Londra, seconda.
La classifica dei distretti finanziari. La regione di Paris La Defense è il quarto distretto finanziario al mondo, una posizione garantita dall’alta qualificazione dei suoi abitanti, dalla forte ramificazione dei servizi di trasporto e dall’alta concentrazione di quartier generali di società quotate e di società di consulenza. Al primo posto svetta ancora la City di Londra, seguita da Midtown di New York e da Marunouchi di Tokyo. Quinti e sesti dopo Parigi, tornano di nuovo Londra e New York rispettivamente con Canary Wharf e il Financial District.
I lavoratori della finanza. L’eccellenza parigina è confermata dalla presenza nel suo territorio di due delle prime cinque università al mondo nelle discipline matematiche e scientifiche, Paris Saclay University e la Sorbonne, della miglior Business school europea (Hec) e del secondo miglior Mba al mondo, Insead.
La Regione di Parigi può vantare anche la più grande popolazione di giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni, che sono 841mila contro i 755mila della Grande Londra e i 508 mila della Lombardia.
Ma se poi si passa al mondo del lavoro e in particolare al settore finanziario, Londra è sempre in cima perché vanta ancora più di 430mila posti legati ai servizi finanziari, secondo i dati di TheCityUK, contro i 340mila di Parigi.
L’Italia fuori dai giochi. Nessuna traccia e in nessuna classifica di Milano, la città italiana che più di altre si era candidata ad accogliere i transfughi londinese e che si è dovuta accontentare delle briciole. E nemmeno di Roma che si è vista strappare la sede dell’Autorità europea antiriciclaggio (Amla) da Francoforte, già sede della Banca centrale europea.