Questo testo � stato pubblicato per la prima volta nella newsletter �Europe Matters� di Francesca Basso e Viviana Mazza, corrispondenti da Bruxelles e New York: per iscriversi basta cliccare qui.
Ucraina, «Putin aspetterà un altro anno prima di sedersi al tavolo della pace». La coalizione rischia di crollare?
La frase di James O’Brien, assistente segretario di Stato per gli Affari europei, prima del summit dei ministri degli Esteri della Ue e del consiglio Nato-Ucraina. I tre motivi di rischio per la tenuta della coalizione che finora ha sostenuto Kiev

Per la prima volta in questi giorni a Bruxelles i ministri degli Esteri si riuniscono nel Consiglio Nato-Ucraina. �Un passo molto significativo perch� mostra l’appoggio politico per ci� che l’Ucraina sta costruendo con la Nato. Fa parte del processo perch� Kiev trovi il suo posto nell’Alleanza, l’abbiamo sempre detto: questo � il futuro dell’Ucraina�, dice ai giornalisti James O’Brien, assistente segretario di Stato per gli Affari europei.
O’Brien smentisce la notizia della Bild che gli Stati Uniti stiano spingendo gli ucraini a dialogare con Mosca. �Secondo noi, Putin aspetter� per almeno un altro anno o anche di pi�, prima di contemplare negoziati di pace veri e sostanziali. Non avrebbe senso adesso avere una discussione sul lato ucraino: non sarebbe un dialogo, ma un monologo per la resa�.
Nel clima festivo in America, dopo il Ringraziamento e verso le feste natalizie, il panorama non � affatto roseo. Il politologo americano Ian Bremmer definisce �la controffensiva ucraina fallita per la maggior parte� e nota che �le tensioni interne tra Zelensky e il suo capo militare Zaluzhny rischiano di esplodere in piena vista�.
E dopo diciotto mesi di sostegno transatlantico all’Ucraina, cresce il timore che in questo �anno o pi�� di attesa di Putin, la coalizione pro-Kiev si sgretoli. I motivi sono tre.
1) Fondi. Naturalmente l’amministrazione Usa, parlando anche con gli europei, continua a dichiararsi ottimista sul fatto che alla fine il Congresso conceder� i nuovi fondi finora paralizzati dal neoisolazionismo repubblicano che, almeno per il momento, non domina il partito repubblicano. Il tentativo della Casa Bianca � di far passare gli aiuti a Kiev insieme a quelli per Israele, Taiwan e per il confine con il Messico per un totale di 106 miliardi di dollari. Il timore della Casa Bianca � che se si staccano i fondi per Israele da quelli per l’Ucraina (60 miliardi), i repubblicani bloccheranno il passaggio di questi ultimi. Gli stessi politici repubblicani dicono di rispondere ad un crescente scetticismo del loro elettorato sul tema; e perci� vogliono legare gli aiuti a Kiev a maggiori restrizioni per l’ingresso dei migranti dal confine Usa-Messico, un argomento che piace a destra (� la posizione del nuovo speaker della Camera Mike Johnson). �Al momento l’Ucraina sostiene il 60% dei costi militari della sua guerra — ha sottolineato O’Brien — e i nostri alleati europei hanno fornito finora oltre cento miliardi di euro in assistenza all’Ucraina, rispetto ai 70 miliardi americani. � uno sforzo congiunto e credo sia importante per loro sapere che continueremo a fare la nostra parte�. Sul fronte europeo l’approvazione del pacchetto da 50 miliardi da qui al 2027 (33 miliardi di prestiti e 17 miliardi di sovvenzioni finanziati con il Bilancio Ue) sta ritardando. Alla fine dovranno essere i leader Ue al Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre a sbloccare l’impasse ma ci sono grosse nubi all’orizzonte. La scorsa settimana l’Ungheria, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio europeo Michel, ha dichiarato di volere una �discussione strategica� sul sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina e sull’impatto delle sanzioni russe sugli Stati membri prima di prendere in considerazione maggiori aiuti o impegni in materia di sicurezza. Il premier Viktor Orb�n di fatto ha anticipato l’intenzione di usare il suo potere di veto (le decisioni sull’Ucraina prevedono tutte l’unanimit� tra i Ventisette). L’ipotesi iniziale di scorporare gli aiuti per Kiev dal negoziato sulla revisione di medio termine del bilancio Ue (un’iniezione di 66 miliardi freschi da parte degli Stati membri) sembra non trovare consenso, per il timore che i Paesi Frugali abbiano la meglio e non vengano poi pi� finanziate le altre poste, come la dimensione esterna della migrazione rilevante per Italia e Grecia. Notevoli le somiglianze Usa-Ue.
2) Allargamento. Sul tavolo dei leader a dicembre ci sar� anche la decisione se aprire o meno i negoziati di adesione all’Ue con Kiev. Anche su questo Orb�n ha manifestato criticit�. Ieri il presidente del Consiglio europeo Michel � andato a Budapest e, riferiscono fonti Ue, il bilaterale � durato due ore con una discussione �approfondita�, concentrata sui contenuti della lettera. Orb�n sui social ha parlato di �incontro utile�. Michel � andato a capire cosa freni l’Ungheria, perch� vuole salvare il summit di dicembre, che si preannuncia lungo e complicato. Se l’Ue non trover� un’intesa sui vari capitoli, il fallimento politico sar� enorme e sar� una vittoria per Putin. Ed � noto che Orb�n, rimasto vicino al presidente russo, usa sempre il veto per ottenere qualcosa per s� (i 32 miliardi di fondi Ue sono ancora congelati per mancato rispetto dello Stato di diritto, per� stavolta il leader magiaro starebbe anche chiedendo la non riconferma di von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione Ue). E l’Ungheria non � l’unico Paese Ue critico su allargamento e aiuti per l’Ucraina. C’� la Slovacchia di Fico e potrebbe aggiungersi anche l’Olanda di Wilders. Senza considerare i dubbi non espressi, ma che ci sono tra i Paesi Ue, di aprire le porte dell’Unione a un Paese che al momento � in guerra.
3) Le promesse di sicurezza. Ne discuteranno oggi e domani i ministri degli Esteri dei Paesi Nato. �Riaffermeremo il sostegno a lungo termine della Nato all’Ucraina�, ha ribadito ieri il segretario generale Stoltenberg nella conferenza stampe pre-ministeriale, aggiungendo che �continuiamo a sostenere Kiev nel suo percorso verso l’adesione alla Nato�. Ma non � tutto semplice, serve anche qui il via libera di tutti i Paesi dell’Alleanza. Lo sa bene la Svezia, che sta aspettando che Turchia e Ungheria completino il processo di ratifica. �Tutti gli alleati concordano sul fatto che nel bel mezzo di una guerra non � possibile una piena adesione — ha detto Stoltenberg ai giornalisti —. Ma, naturalmente, continueremo a esaminare come possiamo avvicinare ancora di pi� l’Ucraina e la Nato mentre ci prepariamo per il vertice di Washington�, che si terr� a luglio. Il segretario generale della Nato ha poi ricordato che la Germania e i Paesi Bassi hanno promesso 10 miliardi di euro per l’Ucraina. Ma nel frattempo in Olanda ha vinto le elezioni Wilders, il cui programma elettorale prevede di non mandare denaro o armi come gli F16 a Kiev �per tenerli per le nostre forze armate�. Berlino, invece, ha confermato gli impegni per Kiev. La Romania ha aperto un centro di addestramento per gli F16 per i piloti ucraini. E 20 alleati hanno formato una coalizione di difesa aerea per l’Ucraina. Stoltenberg ha sorvolato per� sul fatto che la promessa dell’Ue di fornire un milione di munizioni entro marzo 2024 con molta probabilit� non sar� mantenuta: finora ne � stato consegnato solo il 30% e il problema principale sarebbe che gli Stati Ue non stanno facendo gli ordini per Kiev. I prossimi mesi, dunque, saranno cruciali. E le tornate elettorali che si avvicenderanno in Europa e negli Stati Uniti lasciano l’Ucraina nell’incertezza. Non a caso O’Brien parla di un anno o pi�.
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28 novembre 2023 (modifica il 28 novembre 2023 | 15:42)
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