Spagna, dieci anni di Re Felipe. Madrid in festa con Letizia e l'erede Leonor

diEnrica Roddolo

Un decennio burrascoso dopo l'abdicazione di Juan Carlos travolto da scandali sentimentali e finanziari. Così il bambino che seguì sveglio il golpe di Tejero ora prepara l'erede Leonor. Con l'insidia delle pulsioni separatiste

(FILES) Spain's King Felipe VI and Spain's Queen Letizia wave from the balcony of the Palacio de Oriente or Royal Palace in Madrid on June 19, 2014 following a swearing in ceremony of Spain's new King before both houses of parliament. Spain marks the 10th anniversary of King Felipe VI reign on June 19, 2024. Spain's King Felipe VI began his reign on June 19, 2014 after Spanish King Juan Carlos announced his abdication, ending a 39-year reign that guided Spain from dictatorship to democracy but was later battered by royal scandals. (Photo by GERARD JULIEN / AFP)

Il 19 giugno 2014. L'affaccio al balcone del Palazzo Reale del nuovo Re Felipe Vi con la regina Letizia

Dieci anni di regno. Re Felipe di Spagna taglia il primo traguardo del suo regno, e la Spagna è pronta a festeggiare con il sindaco di Madrid che ha invitato a vestire balconi e finestre per rendere omaggio al Re all'erede Leonor che mesi fa ha giurato come nuova erede. Il 19 giugno del 2014 finiva il Juancarlismo, e si faceva da parte il suo protagonista, Re Juan Carlos. Per cedere il passo al figlio, Felipe VI che pochi giorni fa ha consegnato a Mario Draghi il premio europeo Carlos V. 


Felipe, il bambino che quando il colonnello Tejero provò a scalzare con un colpo di stato Juan Carlos dal trono (era il 1981) il padre Re tenne sveglio per tutta la lunga notte di tensione in cui parlò agli spagnoli dal piccolo schermo tv e scongiurò gli effetti del golpe. «Resta sveglio, ti servirà da lezione quando toccherà a te regnare», gli disse. E Felipe, stanco, resistette alle lusinghe del sonno


Il momento di regnare per il bambino messo alla prova dal padre Re è arrivato a giugno del 2014. Quando Juan Carlos ha fatto la scelta di mettersi da parte. Così la Spagna salutava il sovrano spagnolo che aveva traghettato Madrid oltre il Franchismo, dopo 36 anni di dittatura di Francisco Franco, riportando sul trono un re e una dinastia, quella dei Borbone. 

Iniziava così quello che El Mundo ha, a ragione, battezzato «El gran año de Felipe e Letizia»: dieci anni dal giuramento come nuovo Re. E vent'anni dal matrimonio reale nel 2004.


Juan Carlos, il figlio del Conte di Barcellona (il titolo rimasto al Borbone in esilio) . Juan Carlos che aveva guidato la Spagna attraverso una veloce corsa economica, nell’Eldorado della stagione del boom del «Juancarlismo», a 76 anni decise che era tempo di passare la mano al figlio Felipe. Complici gli scandali sentimentali dovuti al «fascino latino» del Re nato a Roma. A cui si sarebbero aggiunti gli scandali finanziari fino all’esilio volontario negli Emirati Arabi. : «Sono stato il re di Spagna per quasi 40 anni e ho sempre desiderato il meglio per la Spagna e per la corona», dirà Juan Carlos lasciando il trono. 


Felipe VI così è stato costretto dagli eventi a fare della trasparenza ma anche dell'ossequio alla virgola dei confini istituzionali del ruolo di sovrano, la regola. «Felipe, un Re funzionario», come lo descrive la figlia della «duchessa rossa» ostile la franchismo, Pilar Gonzàles de Gregorio una delle voci più attente sulla monarchia spagnola, ed esperta di protocollo. Che indica nel 15 marzo del 2020 il momento di svolta per il primo decennale del Re Felipe.

La scelta più forte e sicuramente più dolorosa di  Felipe VI in questi dieci anni di regno è stata effettivamente quella presa, proprio verso il padre, il 15 marzo del 2020. Mentre il mondo e la Spagna entravano nel calvario del covid, il giovane Re rinunciava ufficialmente all’eredità del padre Juan Carlos al quale veniva revocato in parallelo l’appannaggio di circa 200 mila euro l’anno. 


Così Felipe VI prendeva le distanze dai guai giudiziari e dagli scandali del padre. Padre dal quale ha però tratto preziosi insegnamenti. Per esempio anche Felipe come Juan Carlos non ha scelto come residenza l’antico palazzo reale di Madrid memore del consiglio di un vecchio monarchico passato alle file franchiste, Miguel Maura: «Non risiedete al Palacio de Oriente, Maestà, è funesto alla monarchia spagnola, è la Versailles di Spagna». Juan Carlos scelse la defilata Zarzuela, più che un palazzo reale una scarna magione di campagna, Felipe abita poco distante nello stesso complesso. 


Nulla a che vedere con il sontuoso Palacio de Oriente, con le sue 3.500 stanze la reggia più vasta d’Europa al centro il 19 giugno dei festeggiamenti per l'anniversario dei decennale del Re. E dove si tenne nel 2004 il banchetto nuziale di Felipe e Letizia. 


Ma neanche l’aver ascoltato la voce del vecchio monarchico, neanche la scelta della «democratica» Zarzuela, ha risparmiato a Juan Carlos  un epilogo che certo quando a metà degli anni ‘70 raccolse la guida del Paese e riacciuffò il trono al quale neppure i monarchici credevano più, non avrebbe mai immaginato. Lui il campione della monarchia in chiave repubblicana che aveva subito seguito — e con molta attenzione — l’altro avvertimento di Maura: «Non circondatevi di gente ben nata», ma di gente intelligente e modesta che «porti quotidianamente a corte l’aria della strada», costretto a lasciare Madrid, la Zarzuela, la Spagna. 


Un esilio volontario — per mettere al sicuro la credibilità del figlio Felipe — doloroso quanto più Juan Carlos è stato un sovrano amato, abile, capace di traghettare il Paese nelle acque più difficili, ma capitolato (come è umano che sia) su errori, debolezze. 


Così va riconosciuto a Juan Carlos di aver svolto un ruolo di stabilizzazione nei confronti delle forze indipendentiste della Catalonia come della regione dei Paesi baschi. Ben altro scenari quello che da anni ormai affronta Felipe con le pulsioni centrifughe della Spagna sempre più forti. 


Una prova delle prove più dure delle tensioni interne che vive la monarchia di Felipe nel febbraio di 2020 quando Febbraio 2020. Con l’erede Leonor, la regina Letizia e la sorella Sofia, arrivò per l’apertura solenne del parlamento... boicottata da una cinquantina di esponenti politici catalani. «La maggioranza della società catalana, basca e galiziana rigetta la figura di un’istituzione anacronistica che è fondata sull’obiettivo di perpetuare e imporre l’unità della Spagna e delle sue leggi», disse Gabriel Rufian. E non era la prima volta che l’apertura del parlamento veniva disertata da quanti dissentono con il potere unificante della Corona. 


Il numero di banchi vuoti si avvicinava a quello della prima seduta post franchista del 1975. Un’accoglienza gelida, nel freddo di febbraio, dopo l’accoglienza burrascosa un paio di mesi fa della famiglia reale, a Barcellona (tra immagini del re mandate alle fiamme). Ed era il 2017 quando re Felipe si espresse apertamente per l’unità della Spagna sollevando vivaci proteste. Abbastanza per capire la complessità del ruolo interpretato da Felipe in questi primi 10 anni di regno.

18 giugno 2024 ( modifica il 18 giugno 2024 | 20:19)

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