In caso di iperglicemia(e rischio di diabete) bisogna seguire una dieta rigida?

diSilvana Costa

I risultati di più studi clinici randomizzati eseguiti in pazienti con ridotta tolleranza ai carboidrati hanno dimostrato che la prevenzione del diabete si ottiene con un corretto stile di vita

In caso di iperglicemia (con il rischio di diabete) è sempre necessario seguire una dieta rigida?

(Getty Images - nel riquadro Silvana Costa)

Soffro da anni di iperglicemia: seguo una dieta limitata, sia quantitativamente che qualitativamente; non fumo; transaminasi, trigliceridi e pressione sono nella norma; colesterolo a 175 (assumo statine su prescrizione medica); non sono in sovrappeso e cammino tutti i giorni. Se mi si sviluppasse il diabete di tipo 2 - in famiglia c’è il precedente di uno zio -, pur con valori non molto elevati, sarebbe necessario curarlo con farmaci o mi verrebbe esclusivamente imposta una alimentazione ancora più ristretta? Una dietista tempo fa, solo per l’iperglicemia, mi aveva indicato un regime a base di legumi, verdura e frutta. Sono spaventato da questa prospettiva: il cibo e il mangiare bene - pur con le dovute attenzioni - è molto importante per me.

Risponde Silvana Costa, Unità Malattie endocrine, Ospedale San Bortolo, Vicenza, Associazione Medici Diabetologi (VAI AL FORUM)

L’iperglicemia cui si riferisce è probabilmente un’alterata glicemia a digiuno (ossia un valore compreso tra 100 e 125 mg/dl) e non già una glicemia diagnostica per diabete (glicemia maggiore o uguale a 126 mg/dl, confermata in due prelievi ematici svolti dopo almeno otto ore di digiuno).

Fattori di rischio

L’alterata glicemia a digiuno è uno dei fattori di rischio per la comparsa di diabete, ma ce ne sono molti altri che lei non ha: ridotta tolleranza ai carboidrati (che si evidenzia con il carico orale di glucosio), familiarità di primo grado (nel suo caso lei ha un parente di secondo grado con diabete), sovrappeso, ipertensione, bassi livelli di HDL, elevati valori di trigliceridi.

Corretto stile di vita

I risultati di più studi clinici randomizzati eseguiti in pazienti con ridotta tolleranza ai carboidrati hanno dimostrato che la prevenzione del diabete si ottiene con un corretto stile di vita. È ragionevole ipotizzare che gli interventi proposti siano efficaci anche in altre categorie a rischio di diabete (pazienti con alterata glicemia a digiuno). Lo stile di vita corretto prevede regolare attività fisica (20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana) e una sana e corretta alimentazione.

Cosa mettere in tavola

La dieta mediterranea ha mostrato di ridurre il rischio di sviluppare diabete: essa si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale (legumi, frutta e verdure), carboidrati a basso indice glicemico (cereali e derivati preferibilmente integrali) e olio extravergine di oliva, su un ridotto apporto di prodotti di origine animale (ricchi di grassi saturi), con preferenza del pesce rispetto alle carni e formaggi.

Terapia farmacologica

Vanno limitati il più possibile gli alimenti processati. La dieta mediterranea ha dimostrato di avere effetti positivi sulla salute ed è un modello che tutti noi dovremmo seguire. Continui come sta facendo: nel caso di sviluppo di diabete l’eventuale avvio di una terapia farmacologica si baserà sull’esito degli esami ematici (glicemia a digiuno ed emoglobina glicata).

26 aprile 2024

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